Bistorta officinalis Delarbre

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Polygonaceae - Bistorta officinalis Delarbre; Pignatti 1982: n. 278; Polygonum bistorta L.
Plant List: Persicaria bistorta (L.) Samp.
Famiglia, nome latino per esteso Bistorta officinalis Delarbre
(a cura di Giuseppe Laino)


Etimologia: l’epiteto del genere è stato conferito da Linneo nel 1737 unendo le parole di due radici greche: polýs = “molti” e gónu = “nodo” o “ginocchio”, con allusione all’aspetto dei numerosi nodi (internodi) che si formano lungo il fusto delle sue specie, ma anche al fatto che i rigonfiamenti che i nodi producono nei punti in cui le foglie si uniscono al fusto formano come un ginocchio su cui a volte la pianta si piega. Secondo altre ricerche etimologiche sembra che il nome del genere, nella seconda parte, derivi dalla parola greca gónos = “discendenza”; per cui formando, insieme alla prima parte, la frase “molta discendenza”, si allude alla facilità di propagazione delle piante di questo genere. L’epiteto specifico è una parola latina formata da due termini: il primo deriva dall’avverbio bis (duis) = “due volte, in doppio modo”, e il secondo dall’aggettivo storto = “non diritto, curvo”, in riferimento al rizoma che di norma è contorto su se stesso.
Sinonimi:
Bistorta major S. F. Gray, Persicaria bistorta (L.) Samp., Polygonum bistorta L.
Nomi volgari:
Bistorta, Erba serpentina, Serpentina (italiano). Piemonte: Biaveta, Lenga d’bo, Amarella. Lombardia: Lavazzuola, Lenguete, Tortorete. Emilia-Romagna: Serpentaeria. Toscana: Poligonia, Serpentina.
Forma biologica e di crescita:
emicriptofita scaposa.
Tipo corologico:
circumboreale: distribuita nelle zone fredde e temperato-fredde dell’Europa, dell’Asia e del Nordamerica.
Fenologia:
fiore: VII-IX, frutto: IX-X, diaspora: X-XI.
Limiti altitudinali: da 900 a 2200 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia:
nel nostro Paese la specie è comune in tutto l’arco alpino e nell’Appennino settentrionale e centromeridionale fino alla Calabria. Assente nelle isole.
Habitus: erbacea perenne, con grossi rizomi tuberosi induriti, orizzontali, contorti normalmente ripiegati a U o contorti su se stessi (da qui il nome specifico); fusti eretti, robusti, semplici, alti 20-80 cm, fogliosi e leggermente ingrossati ai nodi.
Foglie:
foglie a lamina intera, ovale, con base cordata e con una lunga guaina (ocrea) avvolgente il fusto derivata da stipole saldate al fusto di colore bruno ferruginoso; sono persistenti fino in autunno. Le foglie basali, lunghe in genere 6-10 cm, possono raggiungere i 20 cm, larghe 2-3 cm, hanno un picciolo lungo 5-10 cm, alato, ondulato crenato nella parte terminale; la lamina è triangolare lanceolata troncata alla base, di colore verde scuro sulla pagina superiore e glauco e debolmente tomentosa su quella inferiore. Le foglie cauline, lunghe 1-3 cm, sono a disposizione alterna, quasi sessili, con ocree rossastre, lineari lanceolate e più piccole, con lamina lievemente ondulata.
Fiore:
fiori ermafroditi, persistenti, raccolti in una spiga terminale, densa, oblungo ottusa, priva di bulbilli, lunga 3-6(-9) cm, del diametro di 1-2 cm. Perigonio regolare, roseo carnicino, quinquepartito, con tepali tutti uguali e persistenti, lunghi 4-6 mm; androceo di 6-8 stami, con filamenti liberi, a volte un po’ ingrossati alla base, inseriti sul fondo del perigonio, molto evidenti, sporgenti dalla corolla ed antere ovate, dorsifisse, biloculari, a logge più o meno disgiunte e deiscenti per pori; gineceo ad ovario supero, libero, con una sola loggia ed un solo ovulo, sormontato da tre stili liberi, con stimma a bottone, piccolo.
Frutto:
frutto ad achenio, trigono, lungo 4-5 mm, bruno scuro lucido, rivestito dal perigonio persistente.
Semi:
un solo seme per frutto, a tegumento membranoso.
Polline:
granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), sferoidali; perimetro in vista equatoriale: circolare; tricolporati; esina: granulato-perforata, eutectata. L’impollinazione è entomofila, tramite insetti e api.
Numero cromosomico: 2n = 24, 44, 46, 48, 120.
Sottospecie e/o varietà: nessuna.
Habitat ed ecologia: prati umidi e alpeggi dove forma vaste distese, boschi riparii e luoghi umidi in boschi di latifoglie e misti; cresce in terreni ricchi di elementi nutritivi, soprattutto di nitrati; la sua presenza indica che il terreno è umido; pianta frequente.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Triseto-Polygonion.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A..
Farmacopea:
la droga è costituita dal rizoma che viene raccolto dopo la fioritura e seccato; si trova in commercio in frammenti appiattiti, tortuosi, lunghi 3-8 cm e larghi 1-1,5 cm, bruno rossastri, striati longitudinalmente e segnati da anelli circolari, inodori, con sapore astringente ed amaro. Contiene abbondanti sostanze tanniche, dal 15 al 20% secondo gli Autori, essenzialmente riducibili a due principi affini, l’uno analogo a quello che si incontra anche nella Tormentilla (Potentilla erecta (L.) Räuschel), l’altro corrispondente a quello proprio della Ratania (Krameria triandra Ruiz & Pavon); inoltre tracce di ossimetilantrachinone, una sostanza colorante rossa, molto amido (30%) e, nelle ceneri (8,74%), un’alta proporzione di ferro.
Analogamente ad altre droghe fortemente tanniche, è usata per la preparazione di collutori contro l’infiammazione delle mucose direttamente accessibili, quali quelle della bocca e della faringe, per irrigazioni vaginali ed uretrali, clisteri e supposte contro le emorroidi e per la cura astringente della mucosa dell’ultimo tratto dell’intestino (decozioni o meglio macerazione prolungata nell’acqua tiepida al 6%; la decozione non è opportuna perché l’ebollizione precipita l’amido in combinazioni stabili con il tannino: suppositori contenenti 0,50-1 g di estratto molle).
L’uso della polvere per uso interno (g 1 tre volte al giorno), rientrava nella serie dei rimedi prescritti per la cura tannica della tubercolosi.
In passato l’alto potere astringente della Bistorta è stato sfruttato per frenare emorragie interne ed esterne conseguenti a tisi, ulcere, emorroidi, ferite. Oggi l’azione astringente e antiinfiammatoria viene ancora ritenuta utile nei disturbi intestinali (diarree) e nelle irritazioni del cavo orale.

Usi:
le foglie vengono comunemente usate, cotte, come succedaneo degli spinaci. Mettendo in infusione nell’acqua del bagno una manciata di polvere del rizoma, opportunamente avvolta in un telo, si ottiene un ottimo bagno lenitivo e astringente. L’infuso è consigliato anche per i capelli grassi.
La Bistorta è specie mellifera, le api raccolgono nettare e polline. È coltivata anche come ornamentale o come foraggera, però fornisce un fieno un po’ duro.

Curiosità:
un tempo la fecola dei rizomi ricca di amido, mista alla farina, serviva per la panificazione. La corteccia del rizoma veniva usata come colorante, bruno marrone, per le stoffe. In Inghilterra si usano le foglie giovani per confezionare il pudding. Nel 1971 il quotidiano londinese Times promosse un concorso per il miglior pudding fatto con le foglie di Bistorta attraendo, con la sua iniziativa, numerosi e appassionati gastronomi residenti nell’Inghilterra settentrionale.
Il considerevole quantitativo di tannino contenuto nei rizomi un tempo veniva utilizzato per la concia delle pelli.
È una delle piante nutrici della farfalla
Lycaena dispar (Haworth, 1803), Licaena delle paludi.
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G. Laino, Passo Crocedomini, Brescia, 19, 06-2012
G. Laino, Peghera, Val Taleggio, Bergamo, 18-06-2008
G. Laino, Peghera, Val Taleggio, Bergamo, 18-06-2008

Distribuzione


■ autoctona ■ alloctona ■ incerta ■ scomparsa ■ assente

Caratteristiche

Relazioni con l'uomo
[ C ] C: specie di interesse alimentare e/o aromatico
[ O ] O: specie di interesse farmaceutico-officinale
[ P ] P: specie velenose - tossiche - stupefacenti - psicotrope - irritanti - fotosensibilizzanti
[ A ] A: specie con polline allergenico.
Biologia riproduttiva

ER (ermafrodita): specie con organi maschili e femminili riuniti nel medesimo fiore.

[ AP+EP - AC ] AP (anemofilia): Il polline è disperso dalle correnti aeree e può avere un volo breve (piante erbacee) o lungo (alberi); EP (entomofilia): Il polline è trasportato da insetti, che vengono indotti a visitare il fiore con svariate strategie di richiamo, con o senza ricompensa; AC (anemocoria): Semi dispersi dalle correnti aeree, sia perché incospicui, sia perché presentano peli, setole, pappi ecc.

Indici di Ellenberg

Salinità: 0

L: 7; T: 4; C: 7; U: 7; R: 5; N: 5;

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