Rumex acetosella L.

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Polygonaceae - Rumex acetosella L.; Pignatti 1982: n. 291; Rumex acetosella L.
Plant List: accettato
Rumex acetosella L.
(a cura di Giuseppe Laino)

Etimologia: il binomio è stato creato da Linneo nel 1753 il quale ha utilizzato per l’epiteto del genere il nome latino rumex, -icis, m. e f., con il doppio significato di tipo di “giavellotto” [C. Lucilio] al quale si sono riferiti i Latini per indicare la pianta (“romice” [Plinio]) e alla cui punta somiglia la forma delle foglie. Alessandro de Théis (1765-1842) nel suo Glossario di botanica (1810) dà questa spiegazione: «Rumex: nome che danno i latini ad una sorte di lancia o di giavellotto. Esso ha per radicale una parola celtica, che significa (punta). Varie specie di questo genere hanno le foglie guarnite di orecchiette, che danno ad esse la figura d’un ferro di lancia». L’epiteto specifico è il diminutivo dell’aggettivo latino acetosus, -a, -um = “acido” [Celio Apicio], con doppia allusione al sapore acidulo delle foglie e alla taglia inferiore rispetto alla congenere Rumex acetosa L..
Sinonimi:
Rumex fascilobus Klokov, Acetosa acetosella (L.) Miller; Acetosella hastata Moench; Acetosella vulgaris Fourreau; Rumex acetosella var. vulgaris W. D. J. Koch.
Nomi volgari:
Acetosella, Acetosa minore, Romice acetosella (italiano). Liguria: Agrettu, Pan magin (Mele), Arxevure (Bardineto); Ean e vin (Vado, Zinola); Erba sa (Genova); Pan de luv (Sella); Pan lu (San Bernardo). Lombardia: Erba brusca (Como); Erba de San Gioan, Erba salina, Galei, Panvì, Papaciuch, Scorlogg (Brescia); Garsoe, Garsolei, Lambrusca, Sasara, Zanzora (Pavia); Pan e vì (Valtellina). Veneto: Panevella (Treviso). Friuli: Acetose. Emilia-Romagna: Erba brosca; Erba saleina (Piacenza). Toscana: Acetosa minore, Erba salamoja (Val di Chiana); Saleggiola (Montecatini, Empoli). Lazio: Erba brusca, Forticella, Poscola (Roma). Abruzzi: Acretti. Calabria: Agrigghiu. Sicilia: Malacitra (Modica). Sardegna: Acetosa pitica, Cor'axedu, Melarga.
Forma biologica e di crescita:
emicriptofita scaposa.
Tipo corologico:
eurosiberiana-nordamericana, divenuta subcosmopolita.
Fenologia:
fiore: V-VIII, frutto: VI-IX, diaspora: VII-X.
Limiti altitudinali: dal piano a 2200 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è specie comune in tutto il territorio continentale e insulare.
Habitus: erbacea perenne, glabra, con rizoma strisciante, alta 10-40 cm, con fusti eretti o ascendenti, spesso ramificati, striati, rosso cremisi, specie in tarda estate.
Foglie:
foglie polimorfe, 3-15 volte più lunghe che larghe, sono spesso glaucescenti o rossastre; le foglie inferiori, lungamente picciolate, hanno la lamina astato lanceolata, con i due lobi basali (orecchiette) allargati e patenti; quelle superiori, alterne sullo stelo, sono lanceolato lineari, quasi sessili, spesso prive di lobi. Le foglie, lunghe 2,5-4 cm e larghe 0,3-2 cm, hanno un caratteristico sapore acidulo; i margini fogliari sono interi e l’apice è acuto. Le stipole sono unite in una specie di guaina tubolare detta “ocrea” (brunastra alla base, argentata e lacerata nella metà superiore) che avvolge il fusto alla base delle foglie.
Fiore:
pianta dioica, i fiori maschili e femminili sono portati su piante separate. L’infiorescenza, ramificata, è una pannocchia lassa, eretta, non fogliosa, verde rossastra, la cui lunghezza occupa di norma i due terzi della lunghezza del fusto. Peduncoli fiorali lunghi 1-3 mm. I fiori, unisessuali, insignificanti, raccolti in verticilli di (3-)5-8(-10), hanno petali e sepali molto simili riuniti in due verticilli, uno interno (petali interi, senza granulo calloso, appena più grandi dell’achenio maturo) e uno esterno (sepali), strettamente addossati, di norma lunghi 1,2-1,7 mm e larghi 0,5-1,3 mm, con base cuneata e apice ottuso o subacuto. Fiori rosso e verde. I fiori maschili hanno antere gialle; i femminili hanno petali e sepali più piccoli di quelli maschili e uno stilo piumoso.
Frutto:
il frutto è un achenio che cade a maturità, trigono, privo di protuberanze, lungo 1,3-1,5 mm, non saldato alle divisioni interne del perigonio (petali).
Polline:
granuli pollinici monadi, di piccole dimensioni (10-15 mµ), sferoidali; perimetro in vista equatoriale: circolare; tricolporati: esina: non definibile-perforata, eutectata. I piccoli fiori non hanno né un profumo né un nettare particolare: questi grigi caratteri sono dovuti al fatto che la pianta non deve essere impollinata da insetti, ma dal vento.
Numero cromosomico: 2n = 42 (41, 43).
Sottospecie e/o varietà: le specie del genere Rumex sono estremamente interfeconde e spesso vengono prodotte degli ibridi. Ciò ne rende difficoltosa l’identificazione anche agli esperti. Ma i frutti maturi - con le loro dimensioni variabili e le formazioni in rilievo - forniscono utili carte di identità.
Rumex acetosella
, in senso largo, è un complesso poliploide estremamente variabile e tassonomicamente complicato che comprende forme diploidi, tetraploidi, esaploidi ed octoploidi. Questo complesso si è probabilmente originato e sviluppato maggiormente nell’Europa meridionale e in Asia sudoccidentale.
Secondo Á. Löve (1941-1983), in questo gruppo il numero cromosomico è strettamente correlato con la morfologia della pianta e ciascun numero cromosomico rappresenta una specie distinta: il diploide
Rumex angiocarpus Murbeck (= Acetosella angiocarpa (Murbeck) Á. Löve); il tetraploide Rumex multifidus L. (= Rumex tenuifolius (Wallroth) Á. Löve = Acetosella multifida (L.) Á. Löve); l’esaploide Rumex acetosella in senso stretto (= Acetosella vulgaris (W. D. J. Koch) Fourreau, con la gimnocarpica Acetosella vulgaris ssp vulgaris e l’angiocarpica Acetosella vulgaris ssp pyrenaica (Pourret ex Lapeyrouse) Á. Löve); l’esaploide Rumex graminifolius Rudolph ex Lambert (= Acetosella graminifolia (Rudolph ex Lambert) Á. Löve).
Comunque la distribuzione data da Löve per questi taxa sembra innaturale. Studi condotti da J. C. M. den Nijs e collaboratori (den Nijs 1974, 1976, 1984; den Nijs e T. Panhorst 1980; den Nijs et al. 1980, 1985; W. Harris 1969, 1973) indicano che la situazione è più complessa. Essi hanno postulato lo sviluppo di due maggiori linee evoluzionarie in due complessi ploidi: uno primario del Mediterraneo occidentale e uno secondario del Mediterraneo orientale. Secondo questo schema le razze poliploidi sono emerse (e ancora stanno emergendo) indipendentemente e spontaneamente all’interno di popolazioni ancestrali differenti.
La razza maggiormente diffusa e quasi cosmopolita, presumibilmente originaria della regione del Mediterraneo sudoccidentale, compresa l’Europa atlantica e sudoccidentale, comune anche in Nordamerica, è caratterizzata da un numero cromosomico esaploide (2n = 42), con lobi laterali delle foglie basali non multifidi, angiocarpica (i frutti non sono facilmente separabili dai tepali interni accrescenti). Essa è stata comunemente ed erroneamente riconosciuta come
Rumex angiocarpus Murbeck, o Rumex acetosella ssp angiocarpus (Murbeck) Murbeck. Secondo J. R. Akeroyd (1991), che in generale ha seguito la revisione tassonomica del gruppo fatta da J. C. M. den Nijs (1984), il nome corretto per questo taxon è Rumex acetosella ssp pyrenaicus (Pourret ex Lapeyrouse) Akeroyd (= Acetosella vulgaris ssp pyrenaica (Pourret ex Lapeyrouse) Á. Löve). Forme gimnocarpiche non multifide e multifide (Rumex acetosella ssp acetosella e Rumex acetosella ssp acetoselloides (Balansa) den Nijs, rispettivamente), si incontrano anche in Nordamerica, seppure molto rare. La distribuzione di sottospecie di Rumex acetosella in Nordamerica non è ben conosciuta. Chiavi di riconoscimento e descrizioni dettagliate per le sottospecie sono state fornite da den Nijs e Akeroyd. Comunque, l’allettante semplicità di queste chiavi è alquanto sospetta. Un punto di vista alternativo (e una chiave alternativa) è stato fornito da Á. Löve (1983).
Rumex acetosella
ssp arenicola Mäkinen ex Elven è stata recentemente descritta dalla Groenlandia e riportata per la Scandinavia e la Russia artica (R. Elven et al. 2000). Questa entità sembra essere morfologicamente transizionale verso Rumex graminifolius. Secondo Elven et al. essa differisce dalle altre entità intraspecifiche di Rumex acetosella per i seguenti caratteri: foglie di norma senza lobi basali (come in Rumex graminifolius), con margini revoluti; infiorescenza sparsamente ramificata; tepali e peduncoli densamente coperti da papille rosse (come in Rumex graminifolius). Da Rumex graminofolius e relativi taxa (Rumex beringensis e Rumex krausei) essa può essere distinta dai tepali interni più stretti (con dimensioni simili a quelli di altre sottospecie di Rumex acetosella). Ma la distribuzione di questa sottospecie e le sue relazioni con altri taxa devono essere ulteriormente studiati.
Habitat ed ecologia: incolti, luoghi aridi, aree antropizzate, margini di strade, terreni sabbiosi con scarsa vegetazione; la sua presenza indica che c’è un terreno sabbioso o alquanto acido; pianta frequente.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Koelerio-Corynephoretea.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A..
Farmacopea:
le foglie della pianta contengono ossalato di calcio, un sale dell’acido ossalico che ha sapore acidulo. Il succo delle foglie è tossico, se preso in forti quantitativi, e nelle vacche può causare alterazioni febbrili. Per la ricchezza in ossalati se ne consiglia un uso moderato e si deve tener conto del pericolo di avvelenamento possibile in seguito all’uso di dosi eccessive di questa pianta, soprattutto di succo fresco. Esso si manifesta con vomiti ai quali seguono alterazione della funzione cardiaca con rallentamento del polso ed abbassamento della pressione, poi crampi muscolari di carattere tetanico e paralisi dei centri nervosi. Forme meno acute di intossicazione possono anche manifestarsi con gravi lesioni renali e con l’ingorgo dei canalicoli del rene da parte di concrezioni di ossalato di calcio, fino al punto da determinare anuria ed uremia.
Nel passato, comunque, un estratto di succo di Acetosella fresca veniva adoperato per curare le infermità dei reni e della vescica e la medicina popolare ha sempre considerato le foglie di questa specie molto rinfrescanti, tali da spegnere la sete e da essere utilissime contro lo scorbuto, se consumate in insalata a primavera.

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R. Guarino, Serra del Salifizio, Etna, 20-05-2007, var. multifidus (L.) DC.
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F. Gironi, Val Arigna, Parco Orobie Valtellinesi, Sondrio, 11-07-2007, var. tenuifolius Wallr.
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F. Gironi, 26-07-2007
F. Gironi, 26-07-2007
F. Gironi, 26-07-2007
F. Gironi, 26-07-2007
F. Gironi, 26-07-2007
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S. Sciandrello, Serra del Salifizio, Etna, 21-05-2007, subsp. multifidus (L.) Schübl. et G. Martens
A. Mascagni, Lungoavisio, Cavalese, Trento, 06-2008
A. Mascagni, Lungoavisio, Cavalese, Trento, 06-2008
A. Mascagni, Lungoavisio, Cavalese, Trento, 06-2008
L. Scuderi, Pinerolo, Torino, 24-04-2012
L. Scuderi, Pinerolo, Torino, 24-04-2012

Distribuzione


■ autoctona ■ alloctona ■ incerta ■ scomparsa ■ assente

Caratteristiche

Relazioni con l'uomo
[ C ] C: specie di interesse alimentare e/o aromatico
[ O ] O: specie di interesse farmaceutico-officinale
[ P ] P: specie velenose - tossiche - stupefacenti - psicotrope - irritanti - fotosensibilizzanti
[ A ] A: specie con polline allergenico.
Biologia riproduttiva

DI (dioica): specie con individui maschili ed individui femminili.

[ AP - AC ] AP (anemofilia): Il polline è disperso dalle correnti aeree e può avere un volo breve (piante erbacee) o lungo (alberi); AC (anemocoria): Semi dispersi dalle correnti aeree, sia perché incospicui, sia perché presentano peli, setole, pappi ecc.

Indici di Ellenberg

Salinità: 0

L: 8; T: 5; C: 5; U: 5; R: 1; N: 2;

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