Silene alba (Mill.) E.H.L. Krause

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Caryophyllaceae - Silene alba (Mill.) E.H.L. Krause; Pignatti 1982: n. 599; Silene alba (Miller) Krause
Plant List: accettato
Famiglia, nome latino per esteso Silene alba (Mill.) Krause
(a cura di Giuseppe Laino)

Etimologia: l’epiteto del genere è di origine incerta; un’ipotesi lo fa derivare da Sileno, compagno di Bacco, bonario ed ebbro demone dei boschi nella mitologia greca, rappresentato con il ventre gonfio come un otre (con allusione al calice rigonfio di alcune specie di questo genere); un’altra ipotesi lo connette alla parola greca sialon = “saliva” con riferimento alla sostanza bianca attaccaticcia secreta dal fusto di molte specie del genere, ipotesi confermata da Alessandro de Théis (1765-1842) nel suo Glossario di botanica (1810): «Silene dal greco (bava). Varie specie di questo genere distillano lungo il loro stelo un succo viscoso, che prende gl’insetti che gli si avvicinano». L’epiteto specifico è l’aggettivo latino albus, -a, -um = “bianco”, con riferimento al colore dei fiori.
Sinonimi: Lychnis alba Miller, Melandryum pratense Roehling, Melandryum album Garcke excl. var., Melandryum vespertinum Fries, Silene latifolia ssp. alba (Miller) Greuter & Burdet (1982), Silene pratensis (Rafn) Godron.
Nomi volgari: Silene bianca, Orecchiella, Orecchietta, Boccon di pecora.
Forma biologica e di crescita: emicriptofita bienne.
Tipo corologico: paleotemperato. È una pianta nativa dell’Europa, dell’Asia occidentale e del Nord Africa.
Fenologia: fiore: V-IX, frutto: VI-X, diaspora: VII-XI.
Limiti altitudinali: dal piano a 1200 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese la specie è diffusa su tutto il territorio continentale e insulare.
Habitus: erbacea bienne (talvolta anche perennante), dioica, con radice fittonante, di altezza variabile dai 30 agli 80 cm, dotata di fusti ramificati, mollemente pelosi (per peli non più lunghi di 1 mm), prostrati o ascendenti, viscoso glandulosi in particolar modo nella parte superiore.
Foglie: le foglie, intere, molto pelose, lanceolate (le inferiori ellittico spatolate), sessili, lunghe all’incirca 10 cm e larghe 5 cm, sono opposte ai nodi e, spesso, sono accompagnate da un fascetto di foglie più piccole.
Fiore: i fiori sono portati da una infiorescenza bipara, chiamata anche “dicasio” (i fiori sbocciano da ambo i lati rispetto al fiore apicale). I fiori, unisessuali, pentameri, solitari alla sommità degli steli, portati da un peduncolo lungo 3 cm, sbocciano nelle ore crepuscolari emanando un delicato profumo. Il calice, gamosepalo, accompagnato da piccole bratteole pelose alla base, è porpora chiaro o bruno rossastro, lungo 13-30 mm, cilindrico nei fiori maschili, ovale in quelli femminili, molto peloso, è caratterizzato da denti ottusi lunghi la metà del tubo (presenta 10 nervature nei fiori maschili e 20 nervature in quelli femminili).
La corolla, larga all’incirca 3 cm, è formata da 5 petali liberi (dialipetali) lunghi 13 mm e larghi 8 mm, con unghia lunga 18 mm, di colore bianco candido, spatolati e profondamente bifidi (per metà lunghezza); i fiori femminili sono dotati di vistosi pistilli bianchi sporgenti, i maschili sono dotati di piccoli stami brunastri. Androceo di 10 stami. Gineceo con 5 stili e ovario supero tricarpellare e sincarpico.
Frutto: il frutto è costituito da una capsula piriforme ovale, con 10 denti eretti, lunga 1-1,5 cm, deiscente nella pare superiore; carpoforo lungo 3 mm.
Semi: piccolissimi, numerosi.
Polline: granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), sferoidali; perimetro in vista equatoriale: circolare; porati; esina: echinata-perforata, eutectata. L’impollinazione è entomofila, tramite farfalle crepuscolari, attirate dall’intenso profumo dei fiori.
Numero cromosomico: 2n = 24.
Sottospecie e/o varietà: Silene latifolia Poiret (1789): si differenzia dall’avere il calice con denti acuminati e i petali lievemente rosati. Questa pianta per alcuni autori è solo una variante della Silene alba in quanto si differenzia solamente per il fatto di essere perenne.
Habitat ed ecologia: incolti, coltivi, detriti, ambienti ruderali, aree antropizzate, margini di strade, nei pressi di letamai e presso gli accumuli di immondizia; di preferenza in luoghi caldi e su terreni ricchi di sostanze azotate; specie frequente.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Trifolio-Geranietea.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A..
Farmacopea:
pianta di cui non è noto nessun utilizzo farmacologico.
Avversità: gli stami possono presentarsi con le antere annerite e ingrossate per effetto delle clamidospore prodotte dal fungo Ustilago violacea Pers.
Usi: in cucina con le giovani foglie raccolte appena nate (prima della fioritura) si possono preparare ottime zuppe, oppure si possono consumare bollite e saltate in padella con le uova. L’intera pianta viene utilizzata nella preparazione della “minestrella”, zuppa antica e poverissima composta da 27 erbe che viene solitamente accompagnata da focaccette di granoturco.
Bibliografia:
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M. La Rosa, Paesante, San Miniato, 01-05-2005, individuo maschile
M. La Rosa, Paesante, San Miniato, 01-05-2005, individuo maschile
M. La Rosa, Paesante, San Miniato, 01-05-2005, individuo femminile
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G. Pallavicini, Valle Gesso, Valdieri, 04-1994
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S. Martelli, Calci, 26-04-2006
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F. Rossi, Crecchio, Svizzera, 29-03-2007 (con Hemiptera, Sternorrhyncha, Aphidoidea)
F. Rossi, Crecchio, Svizzera, 29-03-2007
F. Rossi, Crecchio, Svizzera, 29-03-2007
F. Rossi, Crecchio, Svizzera, 29-03-2007

Distribuzione


■ autoctona ■ alloctona ■ incerta ■ scomparsa ■ assente

Caratteristiche

Relazioni con l'uomo
[ C ] C: specie di interesse alimentare e/o aromatico
[ O ] O: specie di interesse farmaceutico-officinale
Biologia riproduttiva

DI (dioica): specie con individui maschili ed individui femminili.

[ EP - AC+ZC3 ] EP (entomofilia): Il polline è trasportato da insetti, che vengono indotti a visitare il fiore con svariate strategie di richiamo, con o senza ricompensa; AC (anemocoria): Semi dispersi dalle correnti aeree, sia perché incospicui, sia perché presentano peli, setole, pappi ecc; ZC3 (mirmecocoria): Frutti e/o semi trasportati dalle formiche come nutrimento e accidentalmente abbandonati, oppure scartati dopo essere stati privati di parti accessorie, senza comprometterne la germinabilità.

Indici di Ellenberg

Salinità: 0

L: 8; T: n.d.; C: n.d.; U: 4; R: n.d.; N: 7;

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