Silene dioica (L.) Clairv.

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Caryophyllaceae - Silene dioica (L.) Clairv.; Pignatti 1982: n. 601; Silene dioica (L.) Clairv.
Plant List: accettato
Famiglia, nome latino per esteso Silene dioica (L.) Clairv.
(a cura di Giuseppe Laino)

Etimologia: l’epiteto del genere è di origine incerta; un’ipotesi lo fa derivare da Sileno, compagno di Bacco, bonario ed ebbro demone del boschi nella mitologia greca, rappresentato con il ventre gonfio come un otre (con allusione al calice rigonfio di alcune specie di questo genere); un’altra ipotesi lo connette alla parola greca sialon = “saliva” con riferimento alla sostanza bianca attaccaticcia secreta dal fusto di molte specie del genere. L’epiteto specifico è voce composta del greco di- = “due” e óikos = “casa”, detto di piante che portano fiori maschili con i soli stami su un individuo e fiori femminili con i soli pistilli su un altro della stessa specie.
Sinonimi: Lychnis dioica L. (1753), Lychnis diurna Sibth. (1794), Melandrium dioicum (L.) Casson. & Germaine (1845), Melandrium diurnum Fries (1842), Melandrium lapponicum (Simmons) Kuzeneva, Melandrium purpureum Rupr. (1860), Melandrium rubrum Garcke (1858), Melandrium sylvestre (Schkuhr) Röhling (1812), Melandryum dioicum Sch. et Th., Melandryum diurnum Fries., Melandryum rubrum (Weigel) Garcke, Melandryum silvestre Roehling, Melandryum sylvestris Schkuhr, Silene diurna Godron (1847), Silene silvestris (Schkuhr) Clairv. (1811).
Nomi volgari: Silene dioica, Melandrio rosa.
Forma biologica e di crescita: emicriptofita scaposa.
Tipo corologico: paleotemperato (zone fredde o temperato-fredde dell’emisfero boreale)
Fenologia: fiore: V-VIII, frutto: VI-IX, diaspora: VII-X.
Limiti altitudinali: da 500 a 1800(-2300) m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è una specie piuttosto comune nelle zone settentrionali, più rara in quelle centromeridionali; assente in Puglia e nelle isole.
Habitus: erbacea perenne, dioica, alta 20-60 cm, con getti non fioriferi e fusti fioriferi eretti o ascendenti, poco ramificati, leggermente vischiosi e fittamente tomentosi per peli patenti che raggiungono la lunghezza di 2 mm.
Foglie: le foglie, di un verde grigio per la presenza di peli, sono vischiose. Le superiori, sessili, hanno la lamina ovato acuminata, con inserzione opposta lungo il fusto. Quelle inferiori, con picciolo alato lungo 4-6 cm, sono ellittico spatolate, lunghe 6-8 cm e larghe 4 cm.
Fiore: i fiori, diurni, unisessuali (dioici), sono riuniti in lasse infiorescenze alla sommità degli steli; sono raggiati (a simmetria attinomorfa) e pentameri. Il calice è sinsepalo, peloso, largo 4 mm e lungo 10-13 mm, di colore rossastro; non rigonfio come in altre specie, ma fusiforme con denti lunghi e acuti di circa 1/5 del tubo (2 mm) e con peli patenti. Il calice dei fiori maschili presenta 10 venature longitudinali; quello dei fiori femminili con un numero doppio di venature. È presente un certo dimorfismo sessuale tra i calici dei due sessi: quello dei fiori femminili è più rigonfio e grande in quanto deve contenere l’ovario. La corolla è dialipetala con 5 petali lunghi fino a 25 mm, di colore rosa intenso. Sono spatolati e profondamente bifidi all’apice (più della metà della lunghezza totale del petalo: 12 mm) e lembo di 6 mm. Al centro è presente un anello di brevi linguette bianche (formato da una scaglia lunga 1-2 mm per ciascun petalo). Androceo con 10 stami. Gineceo con ovario supero tricarpellare e sincarpico con 5 stili.
Frutto: il frutto è una capsula ovale, lunga 1-1,5 cm, frangiata alla sommità, deiscente per 1 denti revoluti.
Semi: numerosi, piccoli.
Polline: granuli pollinici con perimetro circolare; dimensioni: 34 (31-37) mµ; aperture: periporati con numerosi (20-30) pori operculati distintamente definiti; operculum con distinti residui granulari di esina; membrana del porus alquanto sporgente; esina: reticolata, muri del reticulum con noduli sottili; intina: sottile. L’impollinazione è sia entomofila, tramite insetti (il nettare di questi fiori è molto ricercato da bombi, calabroni, farfalle e diverse specie di falene), sia anemofila..
Numero cromosomico: 2n = 24.
Sottospecie e/o varietà: quando Silene dioica cresce insieme con Lychnis alba, spesso dà origine a ibridi che presentano fiori rosa. A differenza di molti altri ibridi, la pianta nata da tale incrocio è del tutto fertile e a sua volta può ibridare con le specie “genitrici”. Questo fenomeno genetico è detto back-crossing. Quando ha luogo questo processo, possono essere riscontrate nei fiori tutte le sfumature di colore, dal rosso al rosa al bianco, ed è allora difficile distinguere le specie.
Habitat ed ecologia: boschi riparii, posti umidi in boschi di latifoglie, boschi ad essenze miste e di aghifoglie radi, prati umidi; vive generalmente in terreni ricchi di elementi nutritivi, azotati e con apporto idrico di falda; pianta indicatrice di umidità; frequente.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Galio-Alliarion petiolatae.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A..
Farmacopea:
non si conoscono usi medicinali per questa pianta, ma nella credenza popolare anticamente era usata per curare i morsi di serpente (si trituravano i semi).
Usi: pianta mangereccia, anche se non molto conosciuta. Nel nord-est (in Carnia, specialmente), in una ricetta popolare per un piatto tipico, viene usata come ripieno dei ravioli con ricotta, noto come Tortei di voreles di lieur e scuete = ravioli di “orecchie di lepre” (Silene dioica (L.) Clair.) con ricotta.
Bibliografia:
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DELLA BEFFA M.T., Fiori di campo (Conoscere, riconoscere e osservare tutte le specie di fiori selvatici più noti), Istituto Geografico De Agostini SpA, Novara, 1999.
FERRARI C., Guida pratica ai fiori spontanei in Italia, Edizione italiana, VI ristampa febbraio 2001, Camuzzi Editoriale SpA Milano, licenziataria di The Reader’s Digest Association, Inc.
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LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
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www.polleninfo.org
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S. Sgorbati, Monte Baldo, Novezza, 18-06-1998
M. La Rosa, Lago Santo, Pievepelago, 31-08-2006
M. La Rosa, Lago Santo, Pievepelago, 31-08-2006 (con Emiptera, Miridae)
M. La Rosa, Lago Santo, Pievepelago, 31-08-2006
M. La Rosa, Lago Santo, Pievepelago, 31-08-2006
M. La Rosa, Lago Santo, Pievepelago, 31-08-2006
M. La Rosa, Lago Santo, Pievepelago, 31-08-2006
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R. Guarino, Limes, Val Daone, 21-06-2006
R. Guarino, Limes, Val Daone, 21-06-2006
M. Pascale, Valle Gesso, Roaschia, 06-1987
A. Mascagni, Anterselva, Bolzano, 06-2008 (con Coleoptera, Melyridae, Danacea sp.)
G. Pellegrino, - http:\\floramarittime.it -, Vallone del Salto, Val Pesio, Alpi Liguri, 07-06-1977
F. Selvi, Badia Prataglia, Arezzo, 08-06-2006
F. Selvi, Badia Prataglia, Arezzo, 08-06-2006
M. La Rosa, Lago Santo, Pievepelago, 31-08-2006
M. La Rosa, Lago Santo, Pievepelago, 31-08-2006
L. Scuderi, Lago di Tovel, Trentino 18-08-2009
M. La Rosa, Alpe di Fanes, Marebbe, 2050 m slm, 02-07-2013
M. La Rosa, Alpe di Fanes, Marebbe, 2050 m slm, 02-07-2013
M. La Rosa, Alpe di Fanes, Marebbe, 2050 m slm, 02-07-2013
A. Mascagni, Tovalac, Predazzo, Trento, 06-2013
A. Mascagni, Tovalac, Predazzo, Trento, 06-2013
A. Mascagni, Medil, Moena, Trento, 06-2013

Distribuzione


■ autoctona ■ alloctona ■ incerta ■ scomparsa ■ assente

Caratteristiche

Relazioni con l'uomo
[ C ] C: specie di interesse alimentare e/o aromatico
Biologia riproduttiva

DI (dioica): specie con individui maschili ed individui femminili.

[ EP - AC+ZC3 ] EP (entomofilia): Il polline è trasportato da insetti, che vengono indotti a visitare il fiore con svariate strategie di richiamo, con o senza ricompensa; AC (anemocoria): Semi dispersi dalle correnti aeree, sia perché incospicui, sia perché presentano peli, setole, pappi ecc; ZC3 (mirmecocoria): Frutti e/o semi trasportati dalle formiche come nutrimento e accidentalmente abbandonati, oppure scartati dopo essere stati privati di parti accessorie, senza comprometterne la germinabilità.

Indici di Ellenberg

Salinità: 0

L: 7; T: 5; C: 5; U: 6; R: 7; N: 8;

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