Hypericum perforatum L.

← Torna alla tua ricerca

Hypericaceae - Hypericum perforatum L.; Pignatti 1982: n. 872; Hypericum perforatum L.
Plant List: accettato
Famiglia, nome latino per esteso Hypericum perforatum L.
(a cura di Giuseppe Laino)

Etimologia: l’epiteto del genere, citato da Plinio il Vecchio, è lo stesso dato alla pianta in epoca romana; esso deriva dal greco hýpericón [Dioscoride]; lo stesso Linneo riferisce che il nome è composto da due parole greche: hýper = “sopra” ed eikón = “immagine”, senza tuttavia spiegare a cosa si riferissero; la fantasia di alcuni autori rimanda al fiore, sulla cui parte superiore si potrebbe individuare un'immagine o un simbolo (Ippocrate e Dioscoride, vedi oltre); altri le mettono in relazione alle potenti proprietà medicinali che venivano attribuite a questa pianta sin dall'antichità, talmente tante che potevano andare oltre ogni immaginazione (e quindi al di sopra dell'immaginario). L’epiteto specifico perforatum deriva dal verbo latino perforo = “perforare, trapassare, trafiggere, sfondare, aprire” [Cicerone et al.] (con allusione alla caratteristica bucherellatura dovuta alla presenza di ghiandole traslucide, ben evidenti in controluce, sulle foglie, nei sepali e nei petali). Uno dei nomi comuni più popolari, "Erba di San Giovanni", fa riferimento all'antesi che ha il suo culmine proprio nei giorni a cavallo del solstizio d'estate (21 giugno) e in cui si festeggia San Giovanni (24 giugno).
Sinonimi: Hypericum veronense Schrank, Hypericum noeanum Boiss.
Nomi volgari: Iperico, Erba di San Giovanni, Cacciadiavoli, Millebuchi (italiano). Liguria: Perfaurada, Scacciadiau; Arfè de terra (Mignanego); Erba de San Giambattista (Genova); Erba de San Peu, Erba di S. Giovanni, Impericu (Porto Maurizio); Erba peja (Masone); Fiore di S. Giovanni (Sarzana); Impeja (Mele); Ninsera (Chiavari); Pelissana (San Bernardo); Sangue spasso, Scacciadiavolo, Trascalan (Pontedecimo). Piemonte: Erba balsamina, Erba crous, Erba d’la feu, Erb d’la tajna, Erba pertusà, Fuga demonii, Ipericon, Millepertui, Perico pilastro; Erba d' San Zuan, Perfuratura (Carpeneto); Trafurela (Piscina); Trafurelo (Val S. Martino). Lombardia: Balsamin, Erba balsamina, Erba cassa diaol (Milano); Balsamina, Erba trona (Valtellina); Erba de S. Gioan, Lussignoel (Brescia); Erba San Zuan (Mantova). Veneto: Erba de San Zuan; Erba dal sangh (Belluno); Erba de la Madona, Parforata, Preforata (Verona); Ossi de grillo (Venezia). Friuli: Cosulute di tais, Erba de S. Zuane, Imperico, Iperico, Jerbe di S. Zuan; Arba di S. Zuan (Carnia). Emilia-Romagna: Erba d' San Z'van (Bologna); Erba da taj, Erba ed perico, Perico (Reggio); Erba de S. Roch (Parma). Toscana: Erba S. Giovanni, Iperico, Mille buchi, Pelico, Perforata, Perico; Pilatro (Scandicci, Poggibonsi). Marche: Pelico. Lazio: Pilastro; Abruzzi: Pilatre, Scacciademonie; Ippericu (L’Aquila). Campania: Erba di S. Giovanni (Ischia); Erba pericon (Napoli). Puglia: Rotolaviento, Funnulu; Erba dell'olio rosso (Lecce). Sicilia: Erva di S. Giuvanni, Pirfuliata, Pirico; Brunnulidda (Etna). Sardegna: Erba de piricoccu, Pirinconi (Cagliari); Frore 'e Santa Maria (Nuoro); Iperico (Lanusei); Pericone (Sassari).
Forma biologica e di crescita: emicriptofita scaposa.
Tipo corologico: propria dell’Europa e dell’Asia occidentale, divenuta cosmopolita.
Fenologia: fiore: V-VIII, frutto: VII-IX, diaspora: IX.
Limiti altitudinali: dal piano a 1600 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è presente su tutto il territorio continentale e insulare.
Habitus: erbacea perenne, verde glaucescente, con un corto rizoma che produce numerosi fusti eretti o ascendenti, alti fino a 1 m, lignificati alla base, cilindrici ma con due coste salienti, abbondantemente ramificati in alto.
Foglie: opposte, lunghe 1-2 cm, sono sessili, di forma ovale o ellittica e gradatamente più piccole e ristrette fino a quelle dei rami che sono ovali oblunghe; il margine è spesso ricurvo; osservate in trasparenza, presentano numerose ghiandole traslucide affondate nel lembo; sul bordo sono presenti inoltre alcune ghiandole di colore nero.
Fiore:
fiori portati da peduncoli più corti del calice e raccolti in corimbo o in pannocchia corimbiforme alla sommità degli scapi. Calice di 5 sepali (lunghi 4-5 mm), lanceolati acutissimi, interi, con ghiandole nere assenti o poco numerose; corolla di 5 petali giallo dorati, ellittici (bordati su un lato da denti irregolari), lunghi il doppio dei sepali (circa 1 cm) e come questi abbondantemente punteggiati di nero; stami più brevi dei petali, numerosi (50-100), riuniti in 3-5 fascetti per saldatura della base dei filamenti, con antere orbicolari segnate da un punto nero; ovario triloculare, a logge spesso incompletamente divise e sormontato da tre stili.
Frutto:
capsula ovale, lunga circa 1 cm, che a maturità si apre nelle tre parti che la compongono, segnata sopra ogni valva da due linee longitudinali salienti e munita ai lati di ghiandole rossastre oblunghe e disposte obliquamente..
Semi:
oblungo cilindrici, di colore nero o bruno scuro.
Polline: granuli pollinici monadi, radiosimmetrici, isopolari; perimetro in visione polare: subtriangolari, pticotremi, con colpi trasversali polari a forma di C; perimetro in visione equatoriale: ellittici; forma: prolati; trizonocolporoidati; aperture: colpi, paralleli o con leggero restringimento mediano, con margo; esina: subtectata, finemente reticolata, psilata; dimensioni: asse polare 30 (27) 23 mµ, asse equatoriale 21 (17) 14 mµ. L’impollinazione è entomofila.
Numero cromosomico: 2n = 32.
Sottospecie e/o varietà: nel sud Europa (Mediterraneo) si è evoluta la forma Hypericum perforatum L. var. microphyllum DC. (Erba di San Giovanni a foglie piccole, Iperico microfillo), che si distingue sia per le foglie che per i fiori più piccoli della specie tipica.
Habitat ed ecologia: boschi di latifoglie, misti e di aghifoglie, soprattutto in posti luminosi, radure ed al margine dei boschi, prati magri, lande e prati semiasciutti; pianta molto frequente.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Lygeo-Stipetea
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A.
Farmacopea:
si usano le sommità fiorite e raccolte da giugno ad agosto, sia fresche che secche. L’odore è balsamico, il sapore aromatico, astringente ed amaro; contengono un olio volatile (0,059-0,115%), sostanze tanniche e mucillagginose, due sostanze coloranti, una gialla solubile nell’acqua ed una rossa di natura resinosa, solubile tanto nell’acqua quanto nell’olio bollente. L’essenza e la resina conferiscono alla pianta qualità vulnerarie, l’utilità delle quali è popolarmente nota per il trattamento delle ulcerazioni a decorso torpido, delle scottature e lesioni simili.
Il macerato delle infiorescenze nel vino o nell’olio, applicato mediante compresse alla superficie da medicare, diminuisce il dolore locale, modera la reazione infiammatoria, protegge i tessuti lesi senza comprometterne la vitalità e favorisce la riparazione dell’epidermide (Leclerc).
L’Iperico, oggi assai meno utilizzato, ha avuto in passato la fama di una vera panacea. Lo si considerava infatti capace di alleviare i disturbi nervosi dovuti alle cause più svariate, traumi, intossicazioni, esaurimento, e le manifestazioni addominali e genitourinarie dipendenti da essi, forse perché, effettivamente, sembra dimostrata una sua influenza sulla circolazione addominale. La resina ha, del resto, proprietà balsamiche e stimolanti che giustificano senz’altro l’impiego della droga contro i catarri delle vie aeree e della vescica. Per uso interno la prescrizione più comune è quella dell’infuso delle sommità fiorite o della tintura.
Caduto in disuso nel diciannovesimo secolo, in tempi recenti la ricerca in campo fitochimico lo ha ampiamente riabilitato. Molti studi in campo farmacologico sono in corso sulle proprietà di questa specie. Prove di laboratorio hanno verificato l'efficacia degli estratti della pianta come antinfiammatorio e per l'azione contro il batterio che provoca la tubercolosi. Poiché due dei suoi componenti, l'hypericina e la pseudohypericina, hanno manifestato una forte attività antiretrovirale, priva di seri effetti collaterali, sono in corso ricerche per verificarne l'efficacia nel trattamento dell'AIDS. È allo studio l'efficacia terapeutica per varie forme di tumore, per alcune malattie della pelle fra cui la psoriasi, per l'artrite reumatoide, l'ulcera peptica, l'Alzheimer e persino per i postumi dell'ubriachezza. Pianta elettiva nella medicina popolare e in erboristeria per trattare la depressione, man mano che gli studi sull'Iperico aumentano, si fa strada anche nella medicina occidentale moderna l'accettazione della sua efficacia in questo senso.
Usi: per citare le più note e valide utilizzazioni dell’Iperico, si può ricordare che, in giuste dosi, esso viene impiegato nel settore liquoristico per le sue interessanti proprietà aromatiche e digestive. Trova anche valido impiego nel settore cosmetico come protettore dai raggi solari, astringente per pelli arrossate e delicate, tonificante per pelli stanche.
Curiosità: durante le Crociate, i cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme erano soliti curare le ferite dei combattenti con questa pianta. Lo facevano basandosi sulla “dottrina dei segni”, secondo cui le infermità di una qualsiasi parte del corpo possono essere curate con una pianta che di quella parte riproponga la forma. L’Hypericum perforatum non sembra somigliare esteriormente a nessun organo del corpo umano: se, però, si osserva una delle sue foglie controluce, essa apparirà costellata di ghiandole trasparenti simili a perforazioni, cioè a “ferite”. Secondo la citata “dottrina”, poiché la foglia appare perforata, poteva curare le ferite, specie quelle riportate in battaglia. La spiegazione scientifica di questa proprietà è stata scoperta solo molto tempo dopo, quando studi chimici hanno dimostrato che i principi attivi dell'Iperico hanno una marcata azione antinfiammatoria a livello delle mucose.
Ippocrate (il padre della medicina), Dioscoride, il più rinomato medico dell'antica Grecia, e Plinio il Vecchio (nell'antica Roma)
impiegarono l’Iperico come diuretico, antimalarico, come rimedio contro la sciatica, contro le fratture, come cicatrizzante e per regolarizzare il flusso mestruale.
Tra le molte virtù attribuite nel corso dei secoli all’Iperico vi è la sua azione contro il più attuale dei mali: la depressione. Furono i Templari, cavalieri misteriosi e leggendari del Medioevo, i primi a scoprire che la pianta, oltre alle ustioni e alle ferite da taglio, era utilissimo per migliorare l'umore dei guerrieri che rimanevano immobilizzati a letto per mesi.
Il bestiame, dopo aver mangiato l’Iperico, se staziona alla luce, mostra gravi sintomi di avvelenamento, talvolta persino mortali.
Credenze popolari: l’Iperico è chiamato, tra i vari nomi popolari, anche “erba di San Giovanni” perché anticamente chi si trovava per la strada nella notte della vigilia, quando le streghe si recavano a frotte verso il luogo del convegno annuale, doveva raccoglierlo nudo e infilarselo poi sotto la camicia insieme con altre erbe. La pianta, inoltre, poteva essere utilizzata in incantesimi e per conferire la fertilità. Il suo stretto legame con il Battista sarebbe testimoniato dai petali che, strofinati fra le dita, le macchiano di rosso perché contengono un succo detto per il suo colore “sangue di San Giovanni”. Una volta in molti Paesi europei coloro che danzavano nella notte di San Giovanni intorno al fuoco si cingevano le tempie con fronde di questa pianta. Poi, spenti i fuochi, le gettavano sui tetti delle case per preservarle dal fulmine.
L’Iperico era ritenuto utile anche per scacciare i demoni e gli spiriti del male. Nel Medioevo veniva appeso alle finestre e sulle porte per impedire a Satana e ai suoi emissari di penetrare nelle case. Quando una donna si riteneva impossessata dal demonio, e quando nemmeno le preghiere degli esorcisti erano riuscite a liberarla, non doveva far altro che mettersi in seno alcune foglie della pianta e sparpagliarne altre nella sua abitazione. Donde un altro dei nomi popolari: “Cacciadiavoli”. A questo proposito Ippocrate e Dioscoride sostenevano che il suo nome significa “al di sopra”, ossia più forte delle apparizioni d’oltretomba, del mondo infero, ma una versione più popolare allude all'antico uso di appenderne i fiori sopra un'immagine sacra per allontanare i demoni del male. Una leggenda medievale narra che il diavolo volesse distruggere l'Iperico trafiggendolo, ma l'unico risultato ottenuto fu quello di perforare le sue foglie.
Si è creduto che raccoglierne la radice la mattina del primo maggio portasse a fortunato compimento tutte le imprese che da quel momento si fossero intraprese.
Molte le credenze popolari attorno all’Iperico: nel Medioevo se ne diffusero di comuni un po' a tutta l’Europa. I cavalieri erano ammessi ai tornei soltanto dopo aver assicurato e giurato sul loro onore di non portare l'Iperico sotto l'armatura, il che avrebbe conferito loro una protezione truffaldina. Dopo la scoperta della polvere da sparo e l’introduzione delle armi da fuoco i combattenti usavano spalmare sulle canne dei fucili la sua linfa purpurea per assicurarsi una buona mira.
Con l'Iperico, colto la notte di San Giovanni, le ragazze da marito potevano divinare se avrebbero trovato il sospirato sposo nel corso dell'anno. Bastava cogliere un rametto della pianta e appenderlo nella propria camera da letto. Se il mattino seguente era ancora fresco e vegeto, entro l'anno ci sarebbe stato il matrimonio.
Ancora oggi le persone anziane raccontano che questa pianta veniva usata dalle donne durante la Grande Guerra, portata indosso nella speranza che servisse a proteggerle dalla violenza sessuale.
Impatto ambientale: introdotta in Sudafrica, la pianta è stata segnalata per la prima volta come infestante nel sudovest della Provincia del Capo nel 1945. A seguito di un fallito programma di controllo chimico, è stato introdotto nel 1960 un insetto divoratore di foglie, la Chrysolina quadrigemina Suffrain che ha quasi completamente distrutto le dense popolazioni dell’Iperico. Nel 1972, poi, è stato introdotto il moscerino decorticatore Zeuxidiplosi giardi Kieffer, risultato molto efficace nel danneggiare le pianticelle degli ambienti umidi. Tentativi di introdurre altre tre specie di insetti erbivori sono falliti. Oggi il controllo dell’Hypericum perforatum è considerato soddisfacente. Oltre ai due insetti citati risultati determinanti della riduzione dei grandi popolamenti, altri fattori come il clima, habitat sfavorevoli e la mancanza di agenti di diffusione, hanno probabilmente contribuito al contenimento della specie
Bibliografia:
AICHELE D., GOLTE-BECHTLE M., Che fiore è questo? Edizione Club degli Editori, Milano.
BONI U., PATRI G.,
Scoprire, riconoscere, usare le erbe, Edizione Mondolibri SpA, Milano, 2000.
CATTABIANI a.,
Florario (Miti, leggende e simboli di fiori e piante), Oscar Saggi Mondadori, I edizione, 1998.MARIA TERESA DELLA BEFFA, Fiori di campo (Conoscere, riconoscere e osservare tutte le specie di fiori selvatici più noti), Istituto Geografico De Agostini SpA, Novara, 1999.
DE LEONARDIS W., PICCIONE V., ZIZZA A. (Istituto e Orto botanico, Università degli Studi di Catania), Flora melissopalinologica d’Italia. Chiavi d’identificazione, Bollettino Accademia Gioenia Scienze Naturali, Vol. 19, n. 329, pp. 309-474, Catania 1986.
FERRARI C.,
Guida pratica ai fiori spontanei in Italia, Edizione italiana, VI ristampa febbraio 2001, Camuzzi Editoriale SpA Milano, licenziataria di The Reader’s Digest Association, Inc.
LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
NAHRSTEDT A., BUTTERWECK V.,
Biologically active and other chemical constituents of the herb of Hypericum perforatum L. Pharmacopsychiatry, 30, 2, 129-134, 1997.
NEGRI G., Nuovo erbario figurato (Descrizione e proprietà delle piante medicinali e velenose della flora italiana), V edizione, Ulrico Hoepli, Milano1991.
www.dryades.eu
M. La Rosa, Paesante, San Miniato, 15-06-1980, subsp. perforatum
M. La Rosa, Paesante, San Miniato, 15-06-1980, subsp. perforatum
M. La Rosa, San Miniato Basso, San Miniato, 13-05-1994, subsp. perforatum
S. Sgorbati, Manerba, 13-06-1998, subsp. perforatum
M. La Rosa, Bosco di Chiusi, 22-06-2002, subsp. perforatum
A. Serafini Sauli, Foglino, Nettuno, 21-06-2002, subsp. perforatum
A. Serafini Sauli, Foglino, Nettuno, 21-06-2002, subsp. perforatum
P. Tescarollo, Castelporziano, 17-06-2004
P. Tescarollo, Castelporziano, 17-06-2004
G. Pellegrino, - http:\\floramarittime.it -, Roaschia, Valle Gesso, Alpi Marittime, 04-07-2000, subsp. veronenese (Schrank) Fröhlich
L. Scuderi, Buturro, Santa Ninfa, subsp. veronense (Schrank) Fröhlich
F. Selvi, Valle dell'Orsigna, Pistoia, 08-08-2006
L. Peruzzi, Cetraro, 17-06-2005
G. Pallavicini, Valle Gesso, Valdieri, 06-1994
A. Crisafulli, R. Picone, Papardo, 21-02-2005
E. Mattana, Aritzo, 10-06-2005, var. angustifolium Borkh.
L. Scuderi, Gennargentu, 28-06-2009
G. Mandis, Girgini, Gennargentu, 10-06-2005, var. angustifolium Borkh.
G. Laino, Ponte Tresa, Varese, 03-07-2005 (con Hymenoptera, Aculeata, Apoidea)
E. Balocchi, Voltaggio, Alessandria, 24-06-2008
E. Balocchi, Voltaggio, Alessandria, 24-06-2008
E. Balocchi, Voltaggio, Alessandria, 24-06-2008
E. Balocchi, Voltaggio, Alessandria, 24-06-2008
E. Balocchi, Voltaggio, Alessandria, 24-06-2008

Distribuzione


■ autoctona ■ alloctona ■ incerta ■ scomparsa ■ assente

Caratteristiche

Relazioni con l'uomo
[ C ] C: specie di interesse alimentare e/o aromatico
[ O ] O: specie di interesse farmaceutico-officinale
[ P ] P: specie velenose - tossiche - stupefacenti - psicotrope - irritanti - fotosensibilizzanti
[ A ] A: specie con polline allergenico.
Biologia riproduttiva

ER (ermafrodita): specie con organi maschili e femminili riuniti nel medesimo fiore.

[ EP - AC+ZC ] EP (entomofilia): Il polline è trasportato da insetti, che vengono indotti a visitare il fiore con svariate strategie di richiamo, con o senza ricompensa; AC (anemocoria): Semi dispersi dalle correnti aeree, sia perché incospicui, sia perché presentano peli, setole, pappi ecc; ZC (zoocoria): Frutti e/o semi raccolti attivamente o passivamente dagli animali e poi dispersi.

Indici di Ellenberg

Salinità: 0

L: 7; T: 8; C: 6; U: n.d.; R: n.d.; N: n.d.;

← Torna alla tua ricerca