Sinonimi: nessuno.
Nomi volgari: Acetosella dei boschi, Alleluja, Ossalide acetosella, Pane degli angeli (italiano). Liguria: Agretta, Trifoeggiu agru (Genova). Piemonte: Aisola, Asiola, Azivora del couco, Erba couco, Erba d' l cucù, Tarfoej brusch, Terfoej brusch; Assuela (Pragelato); Erba da cucuch (Val San Martino); Erba givola d' l cucù (Torino); Lambrusca (Novara); Pentecoste (Mondovì); Spars dij osei (Sartirana). Lombardia: Garsoe, Garoslej, Sanzarella, Sanzera, Sasara, Zanzara, Zanzora; Alleluja, Erba salina, Galei, Mariola, Paciuch, Papaciuch, Scorlogg (Brescia); Erba brusca, Pan moin (Como); Erba brusca bassa, Erba salina, Pan in vin, Panmojn de la Madonna, Sanza, Zanzera (Milano); Erba d' l passerin (Lomellina); Salina bassa (Lodi); Scigola (Poschiavo). Veneto: Azetosa, Azetosella, Erba forte; Aleluja, Pan cuco (Verona); Pan cuch, Panevella (Treviso). Friuli: Pampanuz di bolp, Pan cucù, Pan e vin, Pancuch. Emilia-Romagna: Erba brosca (Bologna); Erba brusca, Erba d' l'alleluja (Parma). Toscana: Acetosa minore, Acetosella, Acetosella bianca, Alleluja, Erba salamoja, Lujula, Ossalide minore, Pan cuculio, Pancucolo, Pancuculo, Passola, Salamoja, Sollecciola, Trifoglio acetoso; Erba lujula (Val di Chiana); Salicchia (Lucca). Abruzzi: Acretti. Calabria: Juliola, Lujula. Sicilia: Trifogghiu acitusu. Sardegna: Acetosa pitica, Cor axedu, Melagra, Melarga.
Forma biologica e di crescita: geofita rizomatosa.
Tipo corologico: circumboreale, tipica delle zone temperate fredde dell’Eurosiberia e Nord America.
Fenologia: fiore: IV-VI, VII-VIII, frutto: VI-VII, VIII.
Limiti altitudinali: dal piano a 2000 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è frequente su tutto il territorio, in zone montane e submontane con particolare concentrazione nell’Italia settentrionale; assente nelle zone litoranee e nelle isole.
Habitus: erbacea perenne, pubescente ed anche quasi glabra, acaule, alta 8-15 cm, con rizomi gracili, striscianti e ramificati che presentano degli ingrossamenti squamosi qua e là per la presenza di squame carnose ed embriciate dovute alle guaine delle foglie morte. Il rizoma strisciando si divide dicotomicamente (divisione 2 a 2) formando un continuo intreccio filiforme di maglie vegetative.
Foglie: tutte basali derivate dal ceppo radicale, trifogliate, con picciolo abbastanza lungo e arrossato, con due stipole basilari ovate acute e saldate, e foglioline obcordate intere, di un verde brillante o cupo a seconda delle stazioni. Queste foglie hanno la particolarità, grazie a specifiche articolazioni, di contrarsi ed espandersi secondo le condizioni atmosferiche, oppure per rinchiudersi verso sera, oppure ancora per poter ricevere la giusta luce del sole durante le fasi della giornata. Infatti durante le ore più calde d’estate, essendo una pianta sciafila (che non ha bisogno di molta luce per vegetare), le foglioline tendono a ripiegarsi per ripararsi dai raggi del sole. Le foglie di norma sopravvivono alla prima fioritura primaverile e continuano a riformarsi continuamente.
Fiore: solitari, ermafroditi, basali, pentameri, attinomorfi e dialipetali, relativamente grandi, portati da peduncoli uniflori radicali. Calice di 5 sepali persistenti, lunghi 4-5 mm, strettamente ovati o ellittici e smussati, dei quali gli esterni hanno alla base due o più macchie con aspetto di ghiandole; corolla di 5 petali spatolati, assai più lunghi del calice (10-15 mm) e di colore molto variabile, bianco venato di roseo, rosso venato di porporino, porporino, azzurrognolo. Androceo di 10 stami, di cui 5, più brevi e contrapposti ai petali, sono ghiandolosi alla base, e 5 contrapposti ai sepali, sono rinforzati da una specie di linguetta dorsale, tutti con antere subrotonde, oscillanti; gineceo con ovario oblungo e 5 stili brevi e papillosi, in corrispondenza dell’apice stimmatifero. Come le foglie così anche i petali del fiore possono contrarsi in certe condizioni. Di notte, o con tempo piovoso, i petali, infatti, si rinchiudono uno sull’altro. Tutto il fiore così assume l’aspetto di una piccola campana pendula.
Frutto: capsula pentagonale, lunga 4-10 mm, rinforzata dal calice persistente, con 5 loculi, le valve permanendo talvolta attaccate all’asse dopo la deiscenza.
Semi: pochi nella produzione primaverile, numerosi in quella estiva (vedi oltre) per ogni loggia circondati da un arillo carnoso che, divenuto elastico a maturità completa, si fende e lancia a distanza il seme che contiene.
Polline: granuli pollinici monadi, radiosimmetrici, isopolari; perimetro in visione polare: sferoidali, in visione equatoriale: circolari; forma: trizonocolpati; apertura colpi: a bordi paralleli, leggermente ristretti nella zona mediana; esina: micro reticolata-microechinata; dimensioni medie: 26-50 µm. L’impollinazione avviene in due tempi e in due modi diversi: la prima in primavera (con fioritura più scarsa della successiva, con fiori portati su lunghi peduncoli che si inchinano di notte e durante la pioggia per proteggere il polline ) tramite insetti (api, mosche e insetti notturni; impollinazione entomofila). Questo tipo di impollinazione è caratterizzata da una produzione molto esigua di semi; la seconda, in estate, quando la fioritura è maggiore e il fiore è portato su un corto peduncolo rasente il suolo e che si apre raramente e dove le antere trasferiscono il polline direttamente sullo stigma dando luogo all’impollinazione autogama, più proficua quanto a produzione di semi per la nascita di piante successive.
Numero cromosomico: 2n = 22, 30.
Sottospecie e/o varietà: nessuna.
Habitat ed ecologia: boschi, luoghi ombrosi ed umidi, preferibilmente su terreni ricchi di humus esposti a nord.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Querco-Fagetea. (???)
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A..
Farmacopea: tutte le parti dell’acetosella debbono il loro sapore acidulo caratteristico all’ossalato acido di potassio che contengono (0,86% nel succo), unitamente ad un enzima ossidante dell’acido ossalico. Il consumo in eccesso della pianta provoca ossaluria e glicosuria. Devono evitarla coloro che soffrono di gotta, artriti, litiasi; tuttavia le foglie possono venir somministrate in infuso come astringente, diuretico e depurativo del sangue, nei disturbi gastrici, nelle congestioni epatiche accompagnate da itterizia, nelle nefriti con oliguria. In tutti i casi si deve usare questa pianta con parsimonia in quanto contiene il velenoso acido ossalico (legato in forma salina al potassio) che può provocare danni ai reni.
La medicina popolare l’ha utilizzata fresca (con l’essiccazione si perdono molte delle sue proprietà) come depurante, diuretico, rinfrescante, mediante decotto di foglie fresche. Come disinfettante del cavo orale con la masticazione delle foglie fresche. Considerata un buon rimedio per dermatosi e ascessi, decongestionante e febbrifugo. Il decotto della radice è stato utilizzato per rendere più elastica la pelle. La pianta contiene tra l’altro acido ascorbico (vitamina C).
Usi: nell'industria è usata per ricavarne un ottimo sbiancante delle macchie d'inchiostro e ruggine e serviva pure a pulire il cuoio. Veniva inoltre usato quale mordente per fissare i colori della lana e dei tessuti. E’ stato anche utilizzato come disincrostante per i radiatori delle automobili e in genere per lucidare oggetti metallici come rame e bronzo. Questo composto veniva preparato dai droghieri-artigiani di una volta e si chiamava “sale di acetosa”.
Nel Medioevo si usava per insaporire le insalate e se ne facevano salse verdi. Al pari dell'acetosa (Rumex acetosella L.) arricchisce di sapore verdure e minestre. Dalle foglie si può ricavare una bevanda dissetante. Le radici possono essere usate come gli asparagi.
Curiosità: le foglie di acetosella somigliano a quelle dei trifogli, tanto che San Patrizio, evangelizzatore dell’Irlanda, se ne servì per illustrare la dottrina della Trinità. Le tre foglioline di notte si chiudono verso il basso, il che spiega l’origine dei nomi popolari inglesi di “bella addormentata” o di “trifoglio dormiente” per la specie affine Oxalis corniculata L. (acetosella dei campi).
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www.dryades.eu
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