Oxalis pes-caprae L.

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Oxalidaceae - Oxalis pes-caprae L.; Pignatti 1982: n. 1971; Oxalis pes-caprae L.
Plant List: accettato
Oxalis pes-caprae L.
(a cura di Giuseppe Laino)

Etimologia: il nome del genere deriva dal greco óxys = “acido, acuto o pungente” (per il sapore acido della pianta) e da hals = “sale” (per l’elevata quantità di acido ossalico contenuto). Guillaume Théis, nel suo Glossario di botanica, sostiene che «s’applicò un tal nome a questo genere pel sapore acido gratissimo delle sue specie». L’epiteto specifico è un termine latino composto da pes, pedis, m. = “piede (d’uomo e d’altri animali)” e capra, -ae.f. = “capra”, con riferimento alla radice il cui aspetto richiama lo zoccolo della capra.
Sinonimi:
Acetosella cernua (Thunb.) Kuntze, Bolboxalis cernua (Thunb.) Small, Acetosella ehrenbergii (Schltdl.) Kuntze, Oxalis burmannii Jacq., Oxalis cernua L., Oxalis cernua Thunb., Oxalis cernua var. namaquana Sond., Oxalis concinna Salisb., Oxalis ehrenbergii Schltdl., Oxalis grandiflora Arechav., Oxalis kuibisensis R. Knuth, Oxalis lybica Viv.
Nomi volgari:
Acetosella piede di capra, Ossalide piede di capra, Acetosella gialla, Acetosella del Sudafrica.
Forma biologica e di crescita:
geofita bubosa.
Tipo corologico:
specie proveniente dal Sudafrica, considerata oggi pianta molto invasiva in molte parti del globo: Stati Uniti (particolarmente lungo le coste della California), Europa, Israele e Australia.
Fenologia:
fiore: XI-VI.
Limiti altitudinali: dal piano a 600 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è specie avventizia presente in Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.
Habitus: erbacea perenne con rada peluria glandulosa, acaule, alta 20-40 cm, con rizoma carnoso e piccoli e fragili bulbilli sotterranei lunghi 5-8 mm.
Foglie:
le foglie, riunite in dense rosette basali, sono portate da un picciolo eretto lungo fino a 20 cm. La lamina, carnosetta, trifogliata, è formata da tre foglioline profondamente obcordate, lunghe fino a 2 cm, cigliate al margine e punteggiate di macchioline scure nella pagina superiore.
Fiore:
l’infiorescenza, lievemente pubescente, portata da un lungo peduncolo, è una cima ombrelliforme che riunisce 6-12 fiori ermafroditi, penduli in boccio ed eretti all’antesi. Il calice è formato da 5 sepali liberi, ellittici, lunghi circa 7 mm; la corolla, imbutiforme, è composta da 5 petali spatolati, distinti o parzialmente connati alla base, lunghi circa 2 cm, di colore giallo chiaro brillante; androceo di 10 stami di cui 5 più corti; gineceo con ovario munito di 5 stili terminanti a bottone.
Frutto:
il frutto è una capsula ovoide che raramente si sviluppa nei nostri climi, dove le piante si diffondono quindi solo per moltiplicazione dei bulbilli.
Polline:
granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), sferoidali; perimetro in vista equatoriale: circolare; tricolpati; esina: reticulata-baculata, semitectata.
Numero cromosomico:
2n = 17.
Sottospecie e/o varietà:
in coltivazione ne esiste una varietà a fiori doppi..
Habitat ed ecologia: incolti, orti, coltivi.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Stellarietea Mediae.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S) + Competitive (C).
IUCN: N.A..
Farmacopea:
tutte le parti dell’Acetosella gialla debbono il loro sapore acidulo caratteristico all’ossalato acido di potassio che contengono, unitamente ad un enzima ossidante dell’acido ossalico. Il consumo in eccesso della pianta provoca ossaluria e glicosuria. Devono evitarla coloro che soffrono di gotta, artriti, litiasi; tuttavia le foglie possono venir somministrate in infuso come astringente, diuretico e depurativo del sangue, nei disturbi gastrici, nelle congestioni epatiche accompagnate da itterizia, nelle nefriti con oliguria. In tutti i casi si deve usare questa pianta con parsimonia in quanto contiene il velenoso acido ossalico (legato in forma salina al potassio) che può provocare danni ai reni.
Curiosità:
le tre foglioline di notte si chiudono verso il basso, il che spiega l’origine dei nomi popolari inglesi di “bella addormentata” o di “trifoglio dormiente” per la specie affine Oxalis corniculata L. (Acetosella dei campi).
Oxalis pes-caprae
, è stata introdotta nel 1806 nell'Isola di Malta da una signora inglese proveniente da Città del Capo e donata al frate Giacinto, botanico locale che la segnala come Oxalis cernua Thunb., ma dal 1796 risulta già coltivata in Sicilia da dove, in 50 anni circa, si propagò in tutto il bacino del Mediterraneo. È molto resistente agli erbicidi. Al contadino indica (come un po’ tutte le congeneri) la possibilità di piogge imminenti per la capacità della pianta di ripiegare le foglie prima del loro arrivo.
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E. V. Perrino, Fasano, Bari, 13-03-2009

Distribuzione


■ autoctona ■ alloctona ■ incerta ■ scomparsa ■ assente

Caratteristiche

Relazioni con l'uomo
[ C ] C: specie di interesse alimentare e/o aromatico
[ O ] O: specie di interesse farmaceutico-officinale
[ P ] P: specie velenose - tossiche - stupefacenti - psicotrope - irritanti - fotosensibilizzanti
[ I ] I: specie esotiche invasive o potenzialmente invasive in una o piu’ regioni d’italia.
Biologia riproduttiva

ER (ermafrodita): specie con organi maschili e femminili riuniti nel medesimo fiore.

[ EP+CG - ATC ] CG (cleistogamia): Il fiore non si apre, il polline non viene disperso e si ha una autofecondazione obbligata. Questo fenomeno solo di rado è permanente e si attua in genere quando le condizioni ambientali sono avverse per la impollinazione incrociata; EP (entomofilia): Il polline è trasportato da insetti, che vengono indotti a visitare il fiore con svariate strategie di richiamo, con o senza ricompensa; ATC (atelocoria): La dispersione è ridotta in quanto i semi vengono posizionati dalla pianta nelle immediate vicinanzeLa dispersione è ridotta in quanto i semi vengono posizionati dalla pianta nelle immediate vicinanze.

Indici di Ellenberg

Salinità: 0

L: 8; T: 10; C: 4; U: 3; R: n.d.; N: 5;

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