Cercis siliquastrum L.
(a cura di Giuseppe Laino)
Etimologia: l’epiteto del genere deriva dal greco kerkis, nome anticamente usato per un albero indeterminato, probabilmente un Pioppo. L’epiteto specifico è il nome latino siliquastrum, -i = “piperite” (pianta) [Plinio] con il quale i Romani indicavano la specie (= seliquastrum, Arnobio 2, 23).
Sinonimi: nessuno.
Nomi volgari: Cercis, Albero di Giuda, Siliquastro (italiano). Piemonte: Arbo d' Giuda, Erbo d' Giuda. Lombardia: Guainer, Guainot (Brescia). Veneto: Albarella, Carober salvatico (Vicenza); Albro de Giuda, Len de Giuda (Treviso); Carobolar salvadego, Corbelar salvadego, Cucar, Pan e vin, Pancucar, Pancuco (Verona); Sinesiauro (Brentino). Friuli: Arbul de Jude. Emilia-Romagna: Alber maladoett (Bologna); Elber ed Giuda (Reggio). Toscana: Albero d'amore, Albero di Giuda, Albero di Giudea, Siliquastro. Umbria: Albero d'amole, Albero della Madonna, Fior di Maria (Perugia). Marche: Legno maledetto (Pesaro); Scotano salvatico, Tregano (Ancona). Lazio: Belli a vede, Cicirinopiazzo, Unghia di cavallo (Roma). Abruzzi: Chiasanello, Valsaniello (L’Aquila); Chiatanella (Chieti); Scioscelluccia, Sollecaina, Unghia di cavallo, Vainella (Teramo). Campania: Agnulella, Ignulella, Unghia di cavallo (Avellino); Foscelluccia, Solleccaina (Terra di Lavoro); Scingcoluzza, Vainella (Salerno); Sellocora selvatica (Napoli). Basilicata: Cicivizzo, Sciuscelluzza, Vainella; Civirizzo, Sciuscella (Potenza). Calabria: Arvure de Juda (Catanzaro); Rotafuoco (Cosenza). Sicilia: Arvulu di Giuda, Carrubba sarvaggia; Terebintu cu xiuri russi; Ciapparana (Avola).
Forma biologica e di crescita: fanerofita scaposa.
Tipo corologico: un tempo ritenuto originario del Mediterraneo orientale, con esclusione dei territori a ovest dell’Istria, è presumibilmente autoctono in tutto il bacino del Mediterraneo e nel sud dell’Europa; il suo areale naturale, che va dalla Spagna alla Crimea e alla Palestina, comprende anche la regione pontica (coste del Mar Nero).
Fenologia: fiore: III-IV, frutto: VII-VIII, diaspora: IX-II.
Limiti altitudinali: dal piano a 400 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è presente in tutte le regioni, fino alle Prealpi trentine e lombarde. Formazioni arbustive ove la specie è abbondantemente rappresentata si possono rinvenire nel Carso triestino, nel settore carsico bresciano, nella Liguria occidentale, in Toscana, Lazio e in Italia Meridionale, soprattutto lungo il versante orientale.
Habitus: arbusto o alberello con una longevità che può superare i 100 anni di età, raggiunge un’altezza variabile da 2 a 8 m. Ramificato fin dalla base con rami espansi che formano angoli piuttosto aperti, per cui la chioma è globosa, ben sviluppata e piuttosto espansa, arrotondata, cupolare nei vecchi esemplari, piuttosto densa, verde chiaro. Il tronco, più o meno obliquo o sinuoso, è snello rispetto alla chioma, rivestito di una scorza bruno nerastra, piuttosto rugosa e screpolata.
Foglie: decidue, provviste di un lungo picciolo (2-3 cm), a inserzione alterna su rametti elastici, lenticellati e bruni, hanno lamina da ovato subrotonda a rotondato reniforme, lunga e larga 5-8 cm (e fino a 10 cm), con base cordata e apice arrotondato o leggermente retuso. Di colore verde intenso, un po’ lucido sulla pagina superiore, sono opache e più chiare sulla pagina inferiore. La nervatura è palminervia (a ventaglio), marcata nella pagina inferiore. Le gemme sono alterne, disposte a spirale lungo i rametti, di piccole dimensioni e a forma conica; le gemme apicali sono brunastre, con perule vistose e di maggiori dimensioni.
Fiore: i fiori sono ermafroditi e raggruppati in glomeruli di 3-6 elementi dotati di un peduncolo lungo 1-2 cm, che in parte si sviluppano direttamente sul tronco (fenomeno noto sotto il nome di “caulifloria”) e sui rami. Il calice purpureo violaceo presenta cinque denti e la corolla, di aspetto papilionaceo, è composto da tre petali superiori più corti dei due inferiori (questi ultimi lunghi 2 cm), conniventi e diretti in avanti, di un brillante colore rosso violaceo intenso. Stami liberi. La fioritura avviene prima della emissione delle foglie.
Frutto: legume lineare, membranaceo, piatto, deiscente; di colore dapprima rossastro poi bruno e di lunghezza da 10 a 15 cm, largo 1-2 cm, appiattito, che persiste sulla pianta fino all’inverno.
Semi: numerosi piccoli semi lenticolari, bruno scuro.
Polline: granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), sferoidali; perimetro in vista equatoriale: circolari; tricolporati; esina: reticolata, semitectata. L’impollinazione è entomofila.
Numero cromosomico: 2n = 14.
Sottospecie e/o varietà: Cercis siliquastrum L. var. alba, a fiori bianchi.
Habitat ed ecologia: diffuso sia come pianta ornamentale che come pianta spontanea, soprattutto nella fascia climatica del Leccio (Quercus ilex L.) e della Roverella (Quercus pubescens Willd.) (specie con le quali si consocia facilmente), non oltre i 400 m di quota. Cresce bene in pieno sole ed in luoghi riparati in quanto teme le basse temperature, su suolo calcareo. Non teme la siccità e vegeta facilmente anche in substrati rocciosi; non sopporta molto bene i ristagni idrici, mentre tollera abbastanza gli inquinanti dell’atmosfera, adattandosi facilmente anche ad ambienti urbani.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: si comporta da pianta pioniera nei siti cespugliosi, sassosi e rocciosi, condividendo l’habitat con il Leccio, la Roverella, il Bagolaro (Celtis australis L.), con il Naso mozzo o Lacrime di Giobbe (Staphylea pinnata L.), la Vesicaria (Colutea arborescens L.), la Ginestra (Spartium junceum L.), il Terebinto (Pistacia terebinthus L.), lo Scotano (Cotinus coggyria Scop.) e l’Orniello (Fraxinus ornus L.).
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Competitive (C).
IUCN: N.A.
Farmacopea: non sono noti usi medicinali per questa specie, ignorata anche dalla medicina antica.
Avversità: le avversità a cui l’Albero di Giuda può essere soggetto sono provocate dai parassiti animali: gravi infestazioni fogliari di Psilla con abbondante produzione di melata che imbratta la vegetazione (maggio-giugno); infestazioni fogliari di ragnetto rosso con bronzature fogliari e filloptosi; infestazioni sui rami di cocciniglie (Eulecanium, Saissetia, Aspidiotus). Oltre agli agenti di malattia (funghi, batteri ed entità infettive): cancri rameali fungini da Botryosphaeria ribis; marciumi fungini radicali da Armillaria mellea e Rosellinia necatrix; tracheomicosi da Verticillium albo-rubrum che provoca degenerazioni agli organi legnosi e disseccamenti ai rami; carie del legno da vari agenti fungini fra cui Ganoderma sp, Fomes sp, Coriolus sp.
Usi: specie ornamentale di notevole pregio, impiegata nell’arredo urbano e nei parchi per la sua sgargiante fioritura primaverile. Il legno rossastro è apprezzato per la sua solidità ed è utilizzato nella lavorazione al tornio di piccoli oggetti di artigianato.
Albero monumentali: un vecchio esemplare di Albero di Giuda si trova a Roma, all’interno del parco cintato della Passeggiata Archeologica, che stranamente ha assunto nel corso degli anni, non si sa per quale ragione, un portamento orizzontale che copre pressappoco sul terreno una espansione di circa 15 metri.
Miti e leggende: una leggenda medioevale, nata a spiegare l'apparire dei fiori sulla nuda corteccia prima ancora delle foglie, racconta che sotto questo albero Giuda Iscariota diede il fatidico bacio a Gesù e più tardi, travolto dal rimorso, vi si impiccò. Si attribuiscono i suoi tronchi contorti a quell’episodio mentre i fiori rappresenterebbero le lacrime di Cristo e il loro colore la vergogna per la perfidia dell’apostolo traditore.
Bibliografia:
BANFI E., CONSOLINO F., Alberi (Conoscere e risconoscere tutte le specie più diffuse di alberi spontanei e ornamentali), Istituto Geografico De Agostini SpA, Novara, 2001.
CATTABIANI A., Florario (Miti, leggende e simboli di fiori e piante), Oscar Saggi Mondadori, I edizione, 1998.
FERRARI M., MEDICI D, Alberi e arbusti in Italia (Manuale di riconoscimento), Edagricole, Bologna 2001.
HALBRITTER H., Cercis siliquastrum. In: BUCHNER R. & WEBER M. (2000 onwards). PalDat - a palynological database: Descriptions, illustrations, identification, and information retrieval.
LANZARA P., PIZZETTI M., Alberi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1977.
LAUBER K., GERHART WAGNER, Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
PIZZETTI I., Enciclopedia dei Fiori e del Giardino, Garzanti Editore, I edizione, 1998.
TICLI B., Enciclopedia degli alberi d’Italia e d’Europa, De Vecchi Editore, Milano 2007.
www.dryades.eu
www.paldat.org
Sinonimi: nessuno.
Nomi volgari: Cercis, Albero di Giuda, Siliquastro (italiano). Piemonte: Arbo d' Giuda, Erbo d' Giuda. Lombardia: Guainer, Guainot (Brescia). Veneto: Albarella, Carober salvatico (Vicenza); Albro de Giuda, Len de Giuda (Treviso); Carobolar salvadego, Corbelar salvadego, Cucar, Pan e vin, Pancucar, Pancuco (Verona); Sinesiauro (Brentino). Friuli: Arbul de Jude. Emilia-Romagna: Alber maladoett (Bologna); Elber ed Giuda (Reggio). Toscana: Albero d'amore, Albero di Giuda, Albero di Giudea, Siliquastro. Umbria: Albero d'amole, Albero della Madonna, Fior di Maria (Perugia). Marche: Legno maledetto (Pesaro); Scotano salvatico, Tregano (Ancona). Lazio: Belli a vede, Cicirinopiazzo, Unghia di cavallo (Roma). Abruzzi: Chiasanello, Valsaniello (L’Aquila); Chiatanella (Chieti); Scioscelluccia, Sollecaina, Unghia di cavallo, Vainella (Teramo). Campania: Agnulella, Ignulella, Unghia di cavallo (Avellino); Foscelluccia, Solleccaina (Terra di Lavoro); Scingcoluzza, Vainella (Salerno); Sellocora selvatica (Napoli). Basilicata: Cicivizzo, Sciuscelluzza, Vainella; Civirizzo, Sciuscella (Potenza). Calabria: Arvure de Juda (Catanzaro); Rotafuoco (Cosenza). Sicilia: Arvulu di Giuda, Carrubba sarvaggia; Terebintu cu xiuri russi; Ciapparana (Avola).
Forma biologica e di crescita: fanerofita scaposa.
Tipo corologico: un tempo ritenuto originario del Mediterraneo orientale, con esclusione dei territori a ovest dell’Istria, è presumibilmente autoctono in tutto il bacino del Mediterraneo e nel sud dell’Europa; il suo areale naturale, che va dalla Spagna alla Crimea e alla Palestina, comprende anche la regione pontica (coste del Mar Nero).
Fenologia: fiore: III-IV, frutto: VII-VIII, diaspora: IX-II.
Limiti altitudinali: dal piano a 400 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è presente in tutte le regioni, fino alle Prealpi trentine e lombarde. Formazioni arbustive ove la specie è abbondantemente rappresentata si possono rinvenire nel Carso triestino, nel settore carsico bresciano, nella Liguria occidentale, in Toscana, Lazio e in Italia Meridionale, soprattutto lungo il versante orientale.
Habitus: arbusto o alberello con una longevità che può superare i 100 anni di età, raggiunge un’altezza variabile da 2 a 8 m. Ramificato fin dalla base con rami espansi che formano angoli piuttosto aperti, per cui la chioma è globosa, ben sviluppata e piuttosto espansa, arrotondata, cupolare nei vecchi esemplari, piuttosto densa, verde chiaro. Il tronco, più o meno obliquo o sinuoso, è snello rispetto alla chioma, rivestito di una scorza bruno nerastra, piuttosto rugosa e screpolata.
Foglie: decidue, provviste di un lungo picciolo (2-3 cm), a inserzione alterna su rametti elastici, lenticellati e bruni, hanno lamina da ovato subrotonda a rotondato reniforme, lunga e larga 5-8 cm (e fino a 10 cm), con base cordata e apice arrotondato o leggermente retuso. Di colore verde intenso, un po’ lucido sulla pagina superiore, sono opache e più chiare sulla pagina inferiore. La nervatura è palminervia (a ventaglio), marcata nella pagina inferiore. Le gemme sono alterne, disposte a spirale lungo i rametti, di piccole dimensioni e a forma conica; le gemme apicali sono brunastre, con perule vistose e di maggiori dimensioni.
Fiore: i fiori sono ermafroditi e raggruppati in glomeruli di 3-6 elementi dotati di un peduncolo lungo 1-2 cm, che in parte si sviluppano direttamente sul tronco (fenomeno noto sotto il nome di “caulifloria”) e sui rami. Il calice purpureo violaceo presenta cinque denti e la corolla, di aspetto papilionaceo, è composto da tre petali superiori più corti dei due inferiori (questi ultimi lunghi 2 cm), conniventi e diretti in avanti, di un brillante colore rosso violaceo intenso. Stami liberi. La fioritura avviene prima della emissione delle foglie.
Frutto: legume lineare, membranaceo, piatto, deiscente; di colore dapprima rossastro poi bruno e di lunghezza da 10 a 15 cm, largo 1-2 cm, appiattito, che persiste sulla pianta fino all’inverno.
Semi: numerosi piccoli semi lenticolari, bruno scuro.
Polline: granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), sferoidali; perimetro in vista equatoriale: circolari; tricolporati; esina: reticolata, semitectata. L’impollinazione è entomofila.
Numero cromosomico: 2n = 14.
Sottospecie e/o varietà: Cercis siliquastrum L. var. alba, a fiori bianchi.
Habitat ed ecologia: diffuso sia come pianta ornamentale che come pianta spontanea, soprattutto nella fascia climatica del Leccio (Quercus ilex L.) e della Roverella (Quercus pubescens Willd.) (specie con le quali si consocia facilmente), non oltre i 400 m di quota. Cresce bene in pieno sole ed in luoghi riparati in quanto teme le basse temperature, su suolo calcareo. Non teme la siccità e vegeta facilmente anche in substrati rocciosi; non sopporta molto bene i ristagni idrici, mentre tollera abbastanza gli inquinanti dell’atmosfera, adattandosi facilmente anche ad ambienti urbani.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: si comporta da pianta pioniera nei siti cespugliosi, sassosi e rocciosi, condividendo l’habitat con il Leccio, la Roverella, il Bagolaro (Celtis australis L.), con il Naso mozzo o Lacrime di Giobbe (Staphylea pinnata L.), la Vesicaria (Colutea arborescens L.), la Ginestra (Spartium junceum L.), il Terebinto (Pistacia terebinthus L.), lo Scotano (Cotinus coggyria Scop.) e l’Orniello (Fraxinus ornus L.).
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Competitive (C).
IUCN: N.A.
Farmacopea: non sono noti usi medicinali per questa specie, ignorata anche dalla medicina antica.
Avversità: le avversità a cui l’Albero di Giuda può essere soggetto sono provocate dai parassiti animali: gravi infestazioni fogliari di Psilla con abbondante produzione di melata che imbratta la vegetazione (maggio-giugno); infestazioni fogliari di ragnetto rosso con bronzature fogliari e filloptosi; infestazioni sui rami di cocciniglie (Eulecanium, Saissetia, Aspidiotus). Oltre agli agenti di malattia (funghi, batteri ed entità infettive): cancri rameali fungini da Botryosphaeria ribis; marciumi fungini radicali da Armillaria mellea e Rosellinia necatrix; tracheomicosi da Verticillium albo-rubrum che provoca degenerazioni agli organi legnosi e disseccamenti ai rami; carie del legno da vari agenti fungini fra cui Ganoderma sp, Fomes sp, Coriolus sp.
Usi: specie ornamentale di notevole pregio, impiegata nell’arredo urbano e nei parchi per la sua sgargiante fioritura primaverile. Il legno rossastro è apprezzato per la sua solidità ed è utilizzato nella lavorazione al tornio di piccoli oggetti di artigianato.
Albero monumentali: un vecchio esemplare di Albero di Giuda si trova a Roma, all’interno del parco cintato della Passeggiata Archeologica, che stranamente ha assunto nel corso degli anni, non si sa per quale ragione, un portamento orizzontale che copre pressappoco sul terreno una espansione di circa 15 metri.
Miti e leggende: una leggenda medioevale, nata a spiegare l'apparire dei fiori sulla nuda corteccia prima ancora delle foglie, racconta che sotto questo albero Giuda Iscariota diede il fatidico bacio a Gesù e più tardi, travolto dal rimorso, vi si impiccò. Si attribuiscono i suoi tronchi contorti a quell’episodio mentre i fiori rappresenterebbero le lacrime di Cristo e il loro colore la vergogna per la perfidia dell’apostolo traditore.
Bibliografia:
BANFI E., CONSOLINO F., Alberi (Conoscere e risconoscere tutte le specie più diffuse di alberi spontanei e ornamentali), Istituto Geografico De Agostini SpA, Novara, 2001.
CATTABIANI A., Florario (Miti, leggende e simboli di fiori e piante), Oscar Saggi Mondadori, I edizione, 1998.
FERRARI M., MEDICI D, Alberi e arbusti in Italia (Manuale di riconoscimento), Edagricole, Bologna 2001.
HALBRITTER H., Cercis siliquastrum. In: BUCHNER R. & WEBER M. (2000 onwards). PalDat - a palynological database: Descriptions, illustrations, identification, and information retrieval.
LANZARA P., PIZZETTI M., Alberi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1977.
LAUBER K., GERHART WAGNER, Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
PIZZETTI I., Enciclopedia dei Fiori e del Giardino, Garzanti Editore, I edizione, 1998.
TICLI B., Enciclopedia degli alberi d’Italia e d’Europa, De Vecchi Editore, Milano 2007.
www.dryades.eu
www.paldat.org