Vicia cracca L.
(a cura di Giuseppe Laino)
Etimologia: l’epiteto del genere è il nome latino vicia, -ae, f. = “veccia” (pianta leguminosa) [M. Porcio Catone il Censore, Virgilio et al.] con il quale i Romani indicavano le specie; deriva dal latino vincio, -is, vinxi, vinctum, -ire = “avvincere, legare, cingere” come spiega Alessandro de Théis (1765-1842), nel suo Glossario di botanica (1810): «Vicia dal latino (vincire, legare), perché la vicia s’attacca coi suoi cirri alle piante che le sono vicine, e sembra come che le leghi». L’epiteto specifico deriva forse dal latino cracens, -entis, = “gracile” [Q. Ennio, Ann. 505], con allusione al suo portamento esile.
Sinonimi: Cracca major Gren. & Godr., Vicia cracca ssp. vulgaris Gaudin, Vicia cracca s. str. L., Vicia macrophylla (Maxim.) B. Fedtsch., Vicia lilacina sensu B. Fedtsch., Vicia cracca ssp. imbricata (Fournier, 1977).
Nomi volgari: Cracca, Veccia comune, Veccia cracca, Veccia montanina, Veccia silvana (italiano). Piemonte: Zizania. Lombardia: Vessa salvadega. Veneto: Vezzon (Verona). Friuli: Vece (Carnia). Emilia-Romagna: Vederiola, Vezza dal furmeint (Reggio); Vezon (Romagna). Toscana: Cracca, Veccia piccola; Veccia dei boschi (Val di Chiana).
Forma biologica e di crescita: emicriptofita volubile.
Tipo corologico: eurasiatica: diffusa in tutte le regioni del mondo.
Fenologia: fiore: V-VIII, frutto: VIII-IX, diaspora: IX-X.
Limiti altitudinali: dal piano a 1500 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese la specie è comune in quasi tutta la penisola e assente nelle isole.
Habitus: erbacea perenne, alta 30-100 cm, con rizoma strisciante a ramificazioni sotterranee piuttosto lunghe che possono raggiungere anche 1 m, e fusti striati, glabri, flessuosi, eretti e ascendenti, glabrescenti o a peli applicati, talvolta leggermente rampicanti.
Foglie: le foglie, paripennate, lunghe fino a 10 cm, sono composte da 12-20 segmenti oblunghi, lanceolati o lineari, lunghi 1,5-3 cm, leggermente pubescenti sulla pagina inferiore o glabrescenti. Gli ultimi 3 segmenti sono trasformati in cirri prensili. Stipole lunghe 6-10 mm, prolungate alla base con una punta stretta (semisagittate), lineari e singole nelle foglie superiori.
Fiore: i fiori, penduli, riuniti in gruppi di (5-)10-30(-40), lunghi 8-11 mm, formano densi racemi peduncolati unilaterali, lunghi circa quanto le foglie. Il calice è tubuloso, breve, non gibboso, con denti triangolari lanceolati più corti del tubo, i superiori brevissimi e gli inferiori allungati (lunghi al massimo 2,5 mm); la corolla, lilla o blu violacea, ha il vessillo lungo 8-11 mm; carena ed ali considerevolmente più corti del vessillo. Stami concresciuti a formare un tubo a margini obliqui.
Frutto: il frutto è un legume, pendulo o espanso, oblungo romboidale, compatto, glabro, lungo 1-2,5 cm e largo 4,3-5,5 mm, che diventa nero a maturazione.
Semi: ogni legume contiene 2-8 piccoli semi sferici del diametro di 2-3 mm, marroni o verde grigiastri quasi neri, con superficie liscia, a volte punteggiati con punti neri di differenti forme e dimensioni. Una quantità di 1.000 semi pesa circa 10 grammi. La pianta produce circa 5.000 semi. La germinazione avviene a una profondità del suolo di 12 cm.
Polline: granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), prolati; perimetro in vista equatoriale: circolare; tricolporati; esina: psilata-perforata, eutectata. L’impollinazione è entomofila, effettuata da api e farfalle che ne apprezzano la sorgente di nettare.
Numero cromosomico: 2n = (12), 14, 24, 28.
Sottospecie e/o varietà: oltre alla sottospecie qui descritta, sul nostro territorio vegetano altre tre sottospecie: Vicia cracca ssp oreophila (basionimo: Vicia oreophila Zertova in Novit. Bot. Delect. Seminum Horti Bot. Univ. Carol. Prag. 1962: 51, 1962), Veccia orofila. Tipo corologico: Alpi orientali, Alpi carniche. Presente sul nostro territorio soltanto in Alto Adige. Pianta alta 5-30 cm, fiore lungo 10-13 mm, vegeta di solito su subastrato calcareo. Syntaxon di riferimento: Triseto-Polygonion bistortae.
Vicia cracca ssp incana (Gouan) Rouy (= Vicia cracca ssp gerardii Gaudin, Vicia incana Gouan), Veccia biancastra. Numero cromosomico: 2n = 12, 14. Tipo corologico: sud-europeo. Presente sul nostro territorio sull’arco alpino (manca nel Torinese, nei territori provinciali di Varese, Bergamo e Verona) e sull’Appennino settentrionale. Pianta alta 20-120 cm. Si differenzia soprattutto per i fusti tomentosi, coperti da una densa pubescenza di peli rossastri, per le foglie formate da un maggior numero di foglioline (20-40 segmenti), con la pagina superiore e il picciolo densamente pelosi, per peli espansi. Corolla lunga circa 1 cm. Lembo del vessillo lungo quanto l’unghia. Denti del calice lineari lanceolati. Vegeta su pendii secchi, pinete, su substrato calcareo; pianta termofila. Syntaxon di riferimento: Trifolion medii.
Vicia cracca ssp tenuifolia (Roth) Bonnier et Layens (basionimo: Vicia tenuifolia Roth, Tent. Fl. Germ. 1: 309, 1788), Veccia a foglie fini. Numero cromosomico: 2n = 12, 24. Tipo corologico: mediterraneo / Asia occidentale. Presente sul nostro territorio sull’arco alpino in modo discontinuo (territori provinciali di Imperia, Cuneo, Novara, Varese, Brescia, Vicenza, Alto Adige, Pordenone, Udine) e sull’Appennino settentrionale e centrale. Pianta alta 20-120 cm. Si differenzia per l’infiorescenza che oltrepassa nettamente in lunghezza la foglia situata alla propria base, per le foglie con un numero di 18-28 segmenti quasi glabri sulla pagina superiore, con peli applicati e sparsi sulla pagina inferiore. Corolla lunga 12-16 mm con lembo del vessillo circa 1,5 volte più lungo dell’unghia. Habitat: siepi, margini boschivi, su substrato calcareo siliceo o siliceo; pianta termofila. Syntaxon di riferimento: Geranion sanguinei.
Habitat ed ecologia: prati fertili, pascoli, boscaglie, margini dei boschi, coltivi arati, macerie; vive di solito in terreni limosi, profondi, ricchi di azoto; indifferente al tipo di substrato; pianta frequente. Occasionalmente la Veccia cracca appare come erba infestante dei giardini, dove però spesso è lasciata crescere per il suo aspetto attraente; nella tarda estate, negli angoli meno frequentati i suoi semi producono macchie di colore.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Molinio-Arrhenatheretea.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A.
Farmacopea: pianta di nessuna utilità farmacologica.
Usi: la pianta è largamente usata come foraggio per gli armenti e il bestiame, ed è di una grande utilità per le altre piante perché, analogamente ad altre leguminose, arricchisce il suolo sul quale vegeta con le sue proprietà di azoto fissatore. La pianta è anche utile per frenare l’erosione del terreno.
Bibliografia:
AESCHIMAN D., LAUBER K., MOSER D.M., THEURILLAT J.-P., Flora alpina, atlante delle 4500 piante vascolari delle Alpi, I vol., p. 862-864, Zanichelli, Bologna.
AICHELE D., GOLTE-BECHTLE M., Che fiore è questo? Edizione Club degli Editori, Milano.
DELLA BEFFA M.T., Fiori di campo (Conoscere, riconoscere e osservare tutte le specie di fiori selvatici più noti), Istituto Geografico De Agostini SpA, Novara, 1999.
FERRARI C., Guida pratica ai fiori spontanei in Italia, Edizione italiana, VI ristampa febbraio 2001, Camuzzi Editoriale SpA Milano, licenziataria di The Reader’s Digest Association, Inc.
Forma biologica e di crescita: emicriptofita volubile.
Tipo corologico: eurasiatica: diffusa in tutte le regioni del mondo.
Fenologia: fiore: V-VIII, frutto: VIII-IX, diaspora: IX-X.
Limiti altitudinali: dal piano a 1500 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese la specie è comune in quasi tutta la penisola e assente nelle isole.
Habitus: erbacea perenne, alta 30-100 cm, con rizoma strisciante a ramificazioni sotterranee piuttosto lunghe che possono raggiungere anche 1 m, e fusti striati, glabri, flessuosi, eretti e ascendenti, glabrescenti o a peli applicati, talvolta leggermente rampicanti.
Foglie: le foglie, paripennate, lunghe fino a 10 cm, sono composte da 12-20 segmenti oblunghi, lanceolati o lineari, lunghi 1,5-3 cm, leggermente pubescenti sulla pagina inferiore o glabrescenti. Gli ultimi 3 segmenti sono trasformati in cirri prensili. Stipole lunghe 6-10 mm, prolungate alla base con una punta stretta (semisagittate), lineari e singole nelle foglie superiori.
Fiore: i fiori, penduli, riuniti in gruppi di (5-)10-30(-40), lunghi 8-11 mm, formano densi racemi peduncolati unilaterali, lunghi circa quanto le foglie. Il calice è tubuloso, breve, non gibboso, con denti triangolari lanceolati più corti del tubo, i superiori brevissimi e gli inferiori allungati (lunghi al massimo 2,5 mm); la corolla, lilla o blu violacea, ha il vessillo lungo 8-11 mm; carena ed ali considerevolmente più corti del vessillo. Stami concresciuti a formare un tubo a margini obliqui.
Frutto: il frutto è un legume, pendulo o espanso, oblungo romboidale, compatto, glabro, lungo 1-2,5 cm e largo 4,3-5,5 mm, che diventa nero a maturazione.
Semi: ogni legume contiene 2-8 piccoli semi sferici del diametro di 2-3 mm, marroni o verde grigiastri quasi neri, con superficie liscia, a volte punteggiati con punti neri di differenti forme e dimensioni. Una quantità di 1.000 semi pesa circa 10 grammi. La pianta produce circa 5.000 semi. La germinazione avviene a una profondità del suolo di 12 cm.
Polline: granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), prolati; perimetro in vista equatoriale: circolare; tricolporati; esina: psilata-perforata, eutectata. L’impollinazione è entomofila, effettuata da api e farfalle che ne apprezzano la sorgente di nettare.
Numero cromosomico: 2n = (12), 14, 24, 28.
Sottospecie e/o varietà: oltre alla sottospecie qui descritta, sul nostro territorio vegetano altre tre sottospecie: Vicia cracca ssp oreophila (basionimo: Vicia oreophila Zertova in Novit. Bot. Delect. Seminum Horti Bot. Univ. Carol. Prag. 1962: 51, 1962), Veccia orofila. Tipo corologico: Alpi orientali, Alpi carniche. Presente sul nostro territorio soltanto in Alto Adige. Pianta alta 5-30 cm, fiore lungo 10-13 mm, vegeta di solito su subastrato calcareo. Syntaxon di riferimento: Triseto-Polygonion bistortae.
Vicia cracca ssp incana (Gouan) Rouy (= Vicia cracca ssp gerardii Gaudin, Vicia incana Gouan), Veccia biancastra. Numero cromosomico: 2n = 12, 14. Tipo corologico: sud-europeo. Presente sul nostro territorio sull’arco alpino (manca nel Torinese, nei territori provinciali di Varese, Bergamo e Verona) e sull’Appennino settentrionale. Pianta alta 20-120 cm. Si differenzia soprattutto per i fusti tomentosi, coperti da una densa pubescenza di peli rossastri, per le foglie formate da un maggior numero di foglioline (20-40 segmenti), con la pagina superiore e il picciolo densamente pelosi, per peli espansi. Corolla lunga circa 1 cm. Lembo del vessillo lungo quanto l’unghia. Denti del calice lineari lanceolati. Vegeta su pendii secchi, pinete, su substrato calcareo; pianta termofila. Syntaxon di riferimento: Trifolion medii.
Vicia cracca ssp tenuifolia (Roth) Bonnier et Layens (basionimo: Vicia tenuifolia Roth, Tent. Fl. Germ. 1: 309, 1788), Veccia a foglie fini. Numero cromosomico: 2n = 12, 24. Tipo corologico: mediterraneo / Asia occidentale. Presente sul nostro territorio sull’arco alpino in modo discontinuo (territori provinciali di Imperia, Cuneo, Novara, Varese, Brescia, Vicenza, Alto Adige, Pordenone, Udine) e sull’Appennino settentrionale e centrale. Pianta alta 20-120 cm. Si differenzia per l’infiorescenza che oltrepassa nettamente in lunghezza la foglia situata alla propria base, per le foglie con un numero di 18-28 segmenti quasi glabri sulla pagina superiore, con peli applicati e sparsi sulla pagina inferiore. Corolla lunga 12-16 mm con lembo del vessillo circa 1,5 volte più lungo dell’unghia. Habitat: siepi, margini boschivi, su substrato calcareo siliceo o siliceo; pianta termofila. Syntaxon di riferimento: Geranion sanguinei.
Habitat ed ecologia: prati fertili, pascoli, boscaglie, margini dei boschi, coltivi arati, macerie; vive di solito in terreni limosi, profondi, ricchi di azoto; indifferente al tipo di substrato; pianta frequente. Occasionalmente la Veccia cracca appare come erba infestante dei giardini, dove però spesso è lasciata crescere per il suo aspetto attraente; nella tarda estate, negli angoli meno frequentati i suoi semi producono macchie di colore.
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Farmacopea: pianta di nessuna utilità farmacologica.
Usi: la pianta è largamente usata come foraggio per gli armenti e il bestiame, ed è di una grande utilità per le altre piante perché, analogamente ad altre leguminose, arricchisce il suolo sul quale vegeta con le sue proprietà di azoto fissatore. La pianta è anche utile per frenare l’erosione del terreno.
Bibliografia:
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LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
ONUR K., Allelopathic Effects of Medicago sativa L. and Vicia cracca L. Leaf and Root Extracts on Weeds. Pakistan Journal of Biological Sciences,10, 10, 1639-1642, 2007
ROUSI A. Cytotaxonomical studies on Vicia cracca L. and V. tenuifolia Roth. Hereditas, 47, 1, 81-110, 1961
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www.dryades.eu
http://en.wikipedia.org/wiki/Vicia_cracca
www.paldat.org
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