Sinapis alba L.

← Torna alla tua ricerca

Brassicaceae - Sinapis alba L.; Pignatti 1982: n. 1181; Sinapis alba L.
Plant List: accettato
Sinapis alba L.
(a cura di Giuseppe Laino)

Etimologia: l’epiteto del genere deriva dal latino sinapi, n. indecl., e sinape, -is, e sinapis, -is, f. = “senape” [Plinio, Columella et al.], nome con il quale i Romani conoscevano la pianta, ereditato dal greco sínapi attraverso l’egiziano. Per parte sua Alessandro de Théis (1765-1842) nel suo Glossario di botanica (1810) così ne spiega l’etimologia: «Sinapis derivato secondo alcuni di una parola celtica, ch’è il nome generale di tutte le piante analoghe al navone (l’odierna Brassica napus L., Cavolo navone - NdA); e secondo altri dal greco (nocevole agli occhi), per allusione alla sua grande acrimonia». L’epiteto specifico è l’aggettivo latino albus, -a, -um = “bianco”, con allusione al colore dei semi, giallo cera, rispetto a quello delle congeneri bruno rossastro o bruno nerastro o alle setole biancastre delle silique.
Sinonimi:
nessuno.
Nomi volgari:
Senape bianca, Ruchettone (italiano). Liguria: Mustarda gianca. Piemonte: Senva. Lombardia: Senaer, Senavra. Veneto: Senaver. Emilia-Romagna: Sanva. Toscana: Ruchettone, Rapicello selvatico. Campania: Sanape. Sicilia: Sinapi d’ortu, Sanapedda. Sardegna: Armulatta, Senapa.
Forma biologica e di crescita:
terofita scaposa.
Tipo corologico:
Mediterraneo orientale.
Fenologia:
fiore: VI-X, frutto: VII-X, diaspora: VIII-XI.
Limiti altitudinali: dal piano a 800 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è specie comune, spontanea, coltivata o naturalizzata nei campi e nei luoghi incolti, in quasi tutto il territorio continentale e insulare.
Habitus: erbacea annuale, con radice a fittone; il fusto, angoloso, semplice in basso e ramificato in alto, è alto da (20-)30 a 60 cm e raggiunge talvolta il metro nelle piante coltivate; nella porzione inferiore è munito di numerosi peli ripiegati verso il basso.
Foglie:
le foglie sono alterne, quelle inferiori, lunghe 10-25 cm, hanno un picciolo abbastanza lungo, il lembo è grossolanamente pennatosetto e pennatopartito (diviso in 7-9 segmenti); nella porzione inferiore la foglia è divisa in foglioline separate l’una dall’altra, nella parte superiore le foglioline sono invece parzialmente saldate tra loro e con quella terminale che è sempre più grande delle altre; le foglie superiori sono simili, ma progressivamente più piccole e meno lobate; il margine delle foglie e delle foglioline è sinuato dentato, la superficie è sparsamente pelosa e soffusa talvolta di rosso violaceo.
Fiore:
i fiori sono riuniti in numerosi racemi, addensati durante la fioritura, poi allungati a maturità; i quattro sepali, verdastri e ovali oblunghi, sono normalmente glabri; i quattro petali giallo limone lunghi 8-9 mm, sono obovali e hanno l’apice arrotondato o smarginato e la base bruscamente ristretta in una appendice sottile.
Frutto:
il frutto è una siliqua lunga circa 3 cm, spessa 3-4 mm, leggermente ricurva, portata da un lungo peduncolo, a maturità discosta dall’asse dell’infiorescenza, quasi patente, con un rostro appiattito sulle due facce e dilatato a lancia, divisa in due parti: l’inferiore che contiene i semi è cilindrica, quella superiore senza semi è allungato acuminata; tutta la siliqua è scabra per diversi peli setolosi biancastri.
Semi:
due o tre semi per siliqua, larghi 1,5-2 mm, irregolarmente sferici, di colore giallo cera, con superficie finemente zigrinata o quasi liscia, di sapore pungente, con embrione giallastro da cui si può ricavare l’olio e il noto condimento (senape, mostarda). Quando vengono inumiditi si ricoprono di mucillaggine molto abbondante. Triturandoli nell’acqua si ottiene un’emulsione giallastra di sapore bruciante, ma priva dell’odore pizzicante che la Senape nera (Brassica nigra (L.) Koch) emana nelle medesime condizioni.
Polline:
granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), prolati; perimetro in vista equatoriale: circolare; tricolpati; esina: reticulata, semitectata; footlayer: discontinuo; intina: compatta; cellule n. 3. L’impollinazione è entomofila. Buona pianta mellifera.
Numero cromosomico: 2n = 24.
Sottospecie e/o varietà: nessuna.
Habitat ed ecologia: incolti, ambienti ruderali, coltivi, prati e giardini; ama i terreni argillosi calcarei e ricchi di sostanze nutritive; pianta molto comune.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Sisymbrion.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A..
Farmacopea:
i semi contengono un glucoside (sinalbina) che, sotto l’azione della mirosina, si dissocia in glucosio, solfato di sinapina ed isosolfocianato di paraossibenzile cui è dovuto il caratteristico sapore piccante. È noto l’uso che si fa dei semi di questa pianta per preparare la senape da tavola. La stimolazione diretta della mucosa gastrica determina una iperemia ed un corrispondente aumento di secrezione, rendendone quindi più attiva la funzione, specialmente nei casi in cui essa è atonica per le condizioni organiche dell’individuo o per particolari contingenze ambientali, per esempio l’azione di un clima eccessivamente caldo. La Senape costituisce inoltre un efficace antiscorbutico.
Le prerogative della Senape bianca vanno tuttavia sfruttate con cautela e saltuariamente anche nell’uso alimentare poiché essa può dare irritazioni dell’apparato digerente; è assolutamente controindicata per coloro che già soffrono di infiammazioni dello stomaco, dell’intestino, dell’apparato renale.
I semi interi della Senape bianca vengono usati come lassativo, ma anche questo uso è sconsigliato poiché l’effetto non è del tutto certo in caso di forte costipazione. In questa eventualità bisogna abbandonare la Senape e ricorrere ad altri purganti.
Per uso esterno decotti, tinture, cataplasmi di Senape bianca hanno effetto rubefacente a causa del loro tenore in composti solfocianici, ma sono anch’essi da evitare poiché possono dare forti infiammazioni su pelli delicate.
La Senape bianca non va confusa con la Senape nera (
Brassica nigra (L.) Koch), la cui attività è superiore e il cui uso è di stretta competenza del medico e del farmacista.
Usi:
la Senape bianca è nota soprattutto come condimento piccante. I suoi semi polverizzati, macerati in acqua o aceto e mescolati con altre piante aromatiche esotiche o nostrane, costituiscono la base di innumerevoli e famose salse fra cui primeggiano le “mostarde”. L’impiego della Senape bianca per uso alimentare trova ragione non solo nelle ricercate caratteristiche di insaporire i cibi, ma anche in quelle eupeptiche e digestive.
Della Senape bianca si utilizzano anche le foglioline giovani e le infiorescenze appena sbocciate per uso alimentare, nelle minestre..
Curiosità: le prime ricette per ottenere la “mostarda” si devono a Lucio Giunio Moderato Columella (4-ca. 70 D.C.), nel suo trattato De re rustica. Il termine “mostarda” si riferisce ad almeno tre specie di piante: Brassica nigra (L.) Koch (Senape nera), Sinapsis alba L. (Senape bianca) e Brassica juncea (L.) Czernohorsky (Cavolo giunchiforme, Senape marrone), delle quali le prime due erano certamente note nella civiltà classica mediterranea.
Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) nella
Naturalis historia, libro XIX, paragrafo 171, dice che la «mostarda (Senape) cresce in modo completamente spontaneo, benché la si migliora con il trapianto; ma d’altra parte una volta che è stata impiantata difficilmente se ne può liberare il terreno da essa dato che i semi, una volta caduti, germinano istantaneamente. La pianta è anche utilizzata come piacere a tavola bollendo le foglie fino a che il sapore piccante cessa di essere tanto acuto».
Bibliografia:

AESCHIMAN D., LAUBER K., MOSER D. M., THEURILLAT J.-P.,
Flora alpina, atlante delle 4500 piante vascolari delle Alpi, I vol., p. 604, Zanichelli, Bologna.
BOMBOSI P., Sinapis alba. In: BUCHNER R. & WEBER M. (2000 onwards). PalDat - a palynological database: Descriptions, illustrations, identification, and information retrieval.
BONI U., PATRI G., Scoprire, riconoscere, usare le erbe, Edizione Mondolibri SpA, Milano, 2000.
DELLA BEFFA M.T.,
Fiori di campo (Conoscere, riconoscere e osservare tutte le specie di fiori selvatici più noti), Istituto Geografico De Agostini SpA, Novara, 1999.
LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
NEGRI G., Nuovo erbario figurato (Descrizione e proprietà delle piante medicinali e velenose della flora italiana), V edizione, Ulrico Hoepli, Milano1991.
http://www.flowersinisrael.com/Sinapisalba_page.htm
www.paldat.org
R. Guarino, Ponte Capocorso, Belvedere, 25-04-2004
R. Guarino, Ponte Capocorso, Belvedere, 25-04-2004
R. Guarino, Ponte Capocorso, Belvedere, 25-04-2004
R. Guarino, Ponte Capocorso, Belvedere, 25-04-2004
R. Guarino, Ponte Capocorso, Belvedere, 25-04-2004
R. Guarino, Ponte Capocorso, Belvedere, 25-04-2004
R. Guarino, Iglesias, 29-04-05
E. Zanotti, Orzinuovi, 27-04-1998
G. Pellegrino, - http:\\floramarittime.it -, Ponte San Luigi, Ventimiglia, 21-03-2008, subsp. dissecta (Lag.) Bonnier
G. Pellegrino, - http:\\floramarittime.it -, Ponte San Luigi, Ventimiglia, 21-03-2008, subsp. dissecta (Lag.) Bonnier
E. V. Perrino, Vico del Gargano, 23-04-2009
E. V. Perrino, Vico del Gargano, 23-04-2009
E. V. Perrino, Vico del Gargano, 23-04-2009
E. V. Perrino, Vico del Gargano, 23-04-2009
G. Pallavicini, Sale Langhe, 04-1997
G. Pallavicini, Greto Gesso, Cuneo, 04-1998
G. Pallavicini, Greto Gesso, Cuneo, 04-1998
G. Pallavicini, Greto Gesso, Cuneo, 04-1998
A. Crisafulli, Caltanissetta, 13-04-2009
A. Crisafulli, Caltanissetta, 13-04-2009

Distribuzione


■ autoctona ■ alloctona ■ incerta ■ scomparsa ■ assente

Caratteristiche

Relazioni con l'uomo
[ C ] C: specie di interesse alimentare e/o aromatico
[ O ] O: specie di interesse farmaceutico-officinale
[ P ] P: specie velenose - tossiche - stupefacenti - psicotrope - irritanti - fotosensibilizzanti
Biologia riproduttiva

ER (ermafrodita): specie con organi maschili e femminili riuniti nel medesimo fiore.

[ EP - ZC+AUC1 ] EP (entomofilia): Il polline è trasportato da insetti, che vengono indotti a visitare il fiore con svariate strategie di richiamo, con o senza ricompensa; AUC1 (autocoria balistica): I semi vengono lanciati dalla pianta stessa; ZC (zoocoria): Frutti e/o semi raccolti attivamente o passivamente dagli animali e poi dispersi.

Indici di Ellenberg

Salinità: 0

L: 8; T: 10; C: 5; U: 3; R: 7; N: 2;

← Torna alla tua ricerca