Dictamnus albus L.

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Rutaceae - Dictamnus albus L.; Pignatti 1982: n. 2119; Dictamnus albus L.
Plant List: accettato
Dictamnus albus L.
(a cura di Giuseppe Laino)

Etimologia: l’epiteto del genere deriva dal greco diktamnos, termine composto da Dikte (monte omonimo dell’isola di Creta) e da thamnus =”arbusto” (il Dittamo non vegeta a Creta ma il nome si riferisce a un suffrutice, endemismo dell’isola, l’Origanum dictamnus L., dittamo di Candia, con il quale ha in comune la somiglianza del profumo); l’epiteto specifico è aggettivo latino albus = “bianco” (con allusione al colore dei petali che in realtà ha una variabilità che va dal bianco, al rosa, fino al rosso).
Sinonimi:
Dictamnus fraxinella Pers.
Nomi volgari:
Dittamo, Frassinella, Limonella (italiano). Liguria: Dittamo gianco, Frailscinella, Noxea, Noxella, Nuxea (Genova). Piemonte: Frassinela, Limonella. Veneto: Erba limonzina. Emilia-Romagna: Det-tum (Bologna); Frassinela (Romagna). Toscana: Dittamo, Frassinella, Frassinello; Limonello (Val di Chiana). Sicilia: Frascinedda.
Forma biologica e di crescita:
camefita suffruticosa.
Tipo corologico:
eurosiberiano: diffusa nelle zone aride dai Pirenei alla Turingia e di lì fino al Centro e Sud Italia, ai Balcani e alla Russia meridionale.
Fenologia:
fiore: V-VI, frutto: VI-VII
Limiti altitudinali: dal piano (100 m) a 800(-1200) m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è diffuso sporadicamente in tutta la fascia collinare prealpina (dalla Venezia Giulia alla Liguria) e in quella submontana dell’Appennino Ligure per rarefarsi progressivamente verso Sud; presente in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Lombardia (manca in Val Padana), Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio, Basilicata e Calabria. Localizzato, anche se occasionalmente frequente, nelle zone alpine; raro in Liguria, Emilia e Toscana; rarissimo nelle regioni centro-meridionali; in Sicilia forse non è autoctona; assente in Sardegna.
Habitus: erbacea perenne, suffruticosa, aromatica, che emana, quando stropicciata o contusa, un odore caratteristico ed intenso, con la porzione basale più o meno lignificata; il fusto semplice (a volte poco ramificato, biforcato), eretto, alto da 30 a 100 cm, è glabro in basso e peloso in alto dove sono presenti anche numerose e grosse ghiandole di colore da rosso bruno a nerastro, che secernono oli essenziali.
Foglie:
le foglie inferiori sono generalmente semplici, sparse, hanno un corto picciolo, sono di forma obovata con il margine intero; le altre sono imparipennate, con la lamina completamente divisa in 7-9 foglioline ovato lanceolate, lunghe 2-6 cm, hanno il margine seghettato, la pagina superiore glabra o anche più o meno pubescente e la pagina inferiore pubescente. Le foglioline osservate controluce presentano una punteggiatura translucida, hanno cioè dei punti semitrasparenti.
Fiore:
fiori bratteolati, ermafroditi, grandi, zigomorfi, riuniti in grandi racemi terminali semplici o con 1-2 ramificazioni nella parte inferiore, con assi pubescenti ghiandolosi, sono intensamente profumati. Ricettacolo allargato e prolungato in un ginoforo tozzo e cilindrico, un poco eccentrico; calice composto da 5 sepali lanceolati, lunghi 2-6 mm, con il sepalo inferiore più grande degli altri; corolla larga 4-6 cm, composta di 5 petali lunghi 2-3 cm, un po’ ineguali, con ghiandole nerastre sui bordi, totalmente bianchi, bianchi venati di roseo, rosei o rossi con venature più scure, i quattro superiori ellittico lanceolati od ellittico ovali, acuti o più o meno ottusi, ascendenti, l’inferiore acuto rivolto verso il basso. Androceo inserito, con il perianzio, sul contorno del ricettacolo e composto di 10 stami di cui 5 alterni e 5 contrapposti ai petali, con filamenti porporini ripiegati in giù alla base e poi diritti, liberi, lesiniformi, glandulosi nella parte superiore, inseriti all’apice in una cavità conica alla base del connettivo, con antere di colore olivaceo, biloculari, deiscenti longitudinalmente ai lati; gineceo con 5 carpelli quasi liberi, aderenti solo inferiormente all’apice del ginoforo, triovulati, con stili coalescenti e formanti una colonna unica, terminati in uno stimma intero.
Frutto:
capsula stellata, larga circa 1 cm, costituita da 5 follicoli indipendenti, cartilaginei, rossastri, ghiandolosi, che a maturità si apre lanciando lontano i semi.
Semi:
due-tre semi ovali allungati per loggia, a tegumento triplice: l’esterno nero e liscio, l’intermedio bruno, l’interno biancastro.
Polline:
granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), sferoidali; perimetro equatoriale: circolari; tricolporati; esina: reticolata, semitectata. L’impollinazione è entomofila.
Numero cromosomico: 2n = 30, 36, 72.
Sottospecie e/o varietà: nessuna.
Habitat ed ecologia: specie che vegeta in luoghi aridi e sassosi, rupi assolate, su suoli calcarei e di serpentino, xerofila e termofila; predilige prati e cespuglieti aridi, nell’ambito dei querceti caducifogli termofili, soprattutto di Roverella (Quercus pubescens Willd.), specialmente nelle zone in cui il querceto tende a degradare verso formazioni arbustive.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Quercetalia pubescentis (caratt.).
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S) + competitive (C).
IUCN: N.A.. Il principale elemento di rischio è legato alla degradazione degli ambienti di crescita. In alcune aree prealpine un rilevante fattore di rischio è legato agli incendi nel periodo gennaio-febbraio che possono distruggere popolazioni già insediate da tempo. Altro fattore di rischio è la raccolta indiscriminata dei fusti fioriferi o della pianta intera per trapianto nei giardini.
Farmacopea:
la droga è rappresentata dalla radice che viene estratta dal terreno dopo la fioritura. Contiene un lattone (dictamnolattone) analogo alla santonina, un alcaloide (dictamnina) di costituzione ancora sconosciuta, una saponina (?), frassinellone, trigonellina, colina, una sostanza amara, acido fenolcarbonico, ecc., oltre ad olio essenziale, che è abbondante in tutte le parti della pianta, e nelle foglie si trova nella proporzione dello 0,15%, nei fiori in quella di 0,05%. Dal punto di vista farmacologico, la dictamnina è stata riscontrata tossica, con una azione elettiva sull’utero; inoltre l’estratto acquoso della radice ha dimostrato sperimentalmente un’azione energicamente emolitica. La radice viene usata come antileucorroico, emmenagogo ed in genere contro i fenomeni nervosi legati a disturbi dell’apparato sessuale ed anche contro i disturbi digerenti, in quanto la droga è ritenuta tonica ed atta a vincere l’atonia intestinale. Infine essa è stata preconizzata anche come antielmintica e come atta a provocare la portata lattea. L’infuso, oggi abbandonato, ha goduto un tempo di ottima reputazione, entrando nella formula di parecchi preparati noti come “balsamo Fioravanti”, “Orvietano”, “Oppio di Salomone”, ecc.
Per uso esterno il Dittamo è considerato uno stimolante della circolazione periferica.

Curiosità:
l’olio etereo, molto abbondante, che conferisce alla pianta un odore che ricorda quello del Limone, evaporando satura l’atmosfera delle calde e tranquille sere d’estate per cui, con calma di vento, può incendiarsi sulla pianta.
Usi:
il Dittamo è spesso coltivato nei giardini come pianta ornamentale. Dai suoi fiori si distilla un’essenza usata in profumeria. Viene anche impiegato, in forma di tisana, come bevanda di conforto per le sue gradevoli e tonificanti caratteristiche aromatiche.
Bibliografia:

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Che fiore è questo? Edizione Club degli Editori, Milano.
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Scoprire, riconoscere, usare le erbe, Edizione Mondolibri SpA, Milano, 2000.DELLA BEFFA M.T., Fiori di campo (Conoscere, riconoscere e osservare tutte le specie di fiori selvatici più noti), Istituto Geografico De Agostini SpA, Novara, 1999.
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www.dryades.eu
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F. Barbadoro, Catria, 17-04-2008
F. Barbadoro, Catria, 17-04-2008
F. Barbadoro, Catria, 18-04-2008

Distribuzione


■ autoctona ■ alloctona ■ incerta ■ scomparsa ■ assente

Caratteristiche

Relazioni con l'uomo
[ C ] C: specie di interesse alimentare e/o aromatico
[ O ] O: specie di interesse farmaceutico-officinale
[ P ] P: specie velenose - tossiche - stupefacenti - psicotrope - irritanti - fotosensibilizzanti
[ A ] A: specie con polline allergenico.
Biologia riproduttiva

ER (ermafrodita): specie con organi maschili e femminili riuniti nel medesimo fiore.

[ EP - ZC2 ] EP (entomofilia): Il polline è trasportato da insetti, che vengono indotti a visitare il fiore con svariate strategie di richiamo, con o senza ricompensa; ZC2 (endozoocoria): Semi che vengono ingeriti, come tali o all’interno di un frutto, e successivamente espulsi con le feci.

Indici di Ellenberg

Salinità: 0

L: 5; T: 6; C: 7; U: 3; R: 7; N: 2;

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