Primula veris L.

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Primulaceae - Primula veris L.; Pignatti 1982: n. 2657; Primula veris L.
Plant List: accettato
Primula veris L.
(a cura di Giuseppe Laino)

Etimologia: l’epiteto del genere deriva dall’aggettivo latino primus, -a, -um = “primo” con allusione al fatto che queste piante sono le prime a fiorire all’inizio della primavera. L’epiteto specifico deriva dal latino veritas, -atis, f. = “verità, il vero” (la vera Primula) con allusione al fatto che è la prima a fiorire tra le congeneri che vivono nell’ambiente montano.
Sinonimi:
Primula officinalis (L.) Hill.
Nomi volgari: Primula odorosa, Primavera, Primula, Primaverula, Paralisi (italiano). Piemonte: Fior d’ cuch, Pan cucet; Blin (Mondovì). Lombardia: Primaver, Vioel giald; Filadora (Pavia); Primaera (Brescia). Veneto: Trombete (Verona). Friuli: Pestelacch, Pestelacie, Pestelazz, Primevere, Rose di Madrach; Fior de primevere, Gialut, Mangarita zala (Carnia). Emilia-Romagna: Cucumi (Porretta); Premmiveir (Bologna). Toscana: Paralisi, Orecchio d'orso giallo, Primavera, Primavera odorosa, Primaverula (Val di Chiana).
Forma biologica e di crescita: emicriptofita rizomatosa.
Tipo corologico:
Europa occidentale (subatlantica).
Fenologia:
fiore: IV-VI, frutto: V-VI, diaspora: VI-VII.
Limiti altitudinali: dal piano montano (raramente scende più in basso) a 2300 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è frequente in tutto l’arco alpino e nell’Appennino settentrionale e centrale.
Habitus: erbacea perenne, con un robusto rizoma cilindrico bruno, lungo fino a 10 cm, con la superficie irregolare per la presenza delle cicatrici delle foglie e dei fusti degli anni precedenti.
Foglie:
le foglie, tutte riunite in rosetta basale, hanno un picciolo lungo 3-8 cm, più o meno compresso e scanalato superiormente, sono pubescenti e bollose sulla pagina superiore, pubescenti o glabrescenti su quella inferiore dove le nervature sono molto salienti e biancastre; grossolanamente crenato dentate ai margini, hanno l’apice ottuso. La lamina fogliare è ovato spatolata od oblunga, lunga 5-8 cm.
Fiore:
i fiori, ermafroditi - portati da peduncoli verdi lunghi 1-2 cm situati all’ascella di una brattea lanceolata, eretta, verdastra, leggermente tomentosa e più breve del fiore, coperti di peli radi - sono riuniti in un’infiorescenza più o meno unilaterale in numero di 5-15 all’apice dello scapo (più lungo delle foglie ma non più alto di 20 cm) che emerge dalla rosetta; sono inclinati o quasi penduli e delicatamente profumati; il calice, verde pallido, generalmente glanduloso, fortemente tomentoso, è foggiato a tubo rigonfio con cinque costole sporgenti e termina con cinque denti ovato triangolari, eretti, cigliati sul margine, più lunghi che larghi; la corolla, gamopetala, più lunga del calice, è anch’essa tubulare: la porzione inferiore è biancastra, quella superiore è gialla, si allarga e si divide quindi in cinque lobi con l’apice arrotondato e con una macchia rosso aranciata alla base; il lembo, largo 1-2 cm, piano o concavo, è formato da 5 lobi smarginati all’apice. Androceo di stami inclusi nel tubo corollino, con filamenti concresciuti con la parete fino a un’altezza variabile, a volte fino alla fauce (vedi oltre); antere allungate, ottuse, biloculari. Gineceo con un piccolo ovario subgloboso, verde, uniloculare, multiovulato, più o meno allungato e quindi incluso o sporgente dal tubo corollino, con stilo biancastro, filiforme e stimma globoso.
Frutto:
il frutto è una capsula lunga 5-10 mm racchiusa nel calice persistente che ne supera la lunghezza, ovato; a maturità si apre alla sommità e si divide in dieci denti ricurvi verso l’esterno.
Semi:
numerosi, piccoli, rugosi e di colore nero.
Polline:
granuli pollinici di dimensioni medie (26-50 mµ), sferoidali; perimetro equatoriale: circolari; esacolpati; esina: reticolata, semitectata. L’impollinazione è entomofila. La specie ha (come Primula vulgaris L.) due tipi di fiori: il primo presenta uno stimma appariscente al centro del fiore, con le antere poste più in basso; l’altro ha, nel centro del fiore, un anello di antere con lo stimma più in basso. Entrambi i tipi di fiore sono visitati da insetti dal lungo apparato boccale, quali api e falene, che cercano il nettare alla base del tubo corollino. La posizione degli stami su uno dei due tipi di fiore fa sì che il polline si attacchi all’apice dell’apparato boccale degli insetti, trovandosi così all’altezza giusta per essere trasferito allo stimma di un fiore dell’altro tipo.
Numero cromosomico: 2n = 22.
Sottospecie e/o varietà: Primula veris L. ssp columnae (Tenore) Maire et Petimengin (sinonimi: Primula veris L. ssp canescens (Opiz) Hayek, Primula canescens Auct. p.p., Primula veris L. ssp columnae (Ten.) Lüdi, Primula veris L. ssp suaveolens (Bertol.) Guterm. et Ehrend, Primula columnae Tenore ssp suaveolens Schwarz) (Primula odorosa, Primula di Colonna). Numero cromosomico 2n = 22. Tipo corologico: Europa meridionale, Asia occidentale. Scapo fiorale che raggiunge un’altezza di 30 cm. Foglie bianco tomentose sulla pagina inferiore. Picciolo fogliare poco alato. Calice lungo 16-25 mm, della stessa lunghezza del tubo corollino o più lungo. Denti del calice più corti che larghi.
La specie dà luogo a forme ibridogene con
Primula vulgaris L. che vive negli stessi ambienti: Primula x tommasinii G. & G. (Primula di Tommasini) è un ibrido naturale di Primula vulgaris L. e Primula veris L. In questo caso la corolla si presenta con un grande a lembo piano di colore giallo chiaro; l'unico carattere che può garantire una determinazione esatta è il calice, che nell'ibrido è piuttosto simile a quello di Primula veris L. (più stretto rispetto a quest'ultima, ma incompletamente aderente, con denti triangolari acuti). Ha foglie cordate alla base e apice acuto od ottuso.
Primula elatior
L., specie a sé stante, è considerata un ibrido naturale tra Primula veris L. e Primula vulgaris L. Somiglia al primo dei supposti genitori ma ha fiori più grandi in una infiorescenza unilaterale, e foglie più grandi. Inoltre, il frutto è un poco più lungo dei sepali (10-15 mm).
Habitat ed ecologia: boschi di latifoglie e misti, asciutti; più rara in boschi di aghifoglie chiari, boscaglie e prati montani; vive in terreni calcarei, sciolti ed in luoghi caldi; pianta frequente.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Brometalia erect.i
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A..
Farmacopea:
della Primula si usano i fiori, le foglie ed il rizoma. Nel loro assieme contengono saponine; nel rizoma in particolare sono stati riconosciuti due glucosidi (primaverina e primaverulina), l’enzima caratteristico (primulaverasi), oltre ad un olio etereo. I fiori di Primula, grazie all’essenza che contengono, si prescrivono in infuso come calmanti alle persone che soffrono di emicranie, vertigini, insonnia, inquietudine nervosa; ma l’impiego terapeutico delle radici, che costituiscono la droga principale, è dovuto alla forte proporzione di saponine che esse contengono (8-10%); l’azione di queste si esplica efficacemente nell’attivazione della secrezione bronchiale.
Un avvelenamento di carattere emolitico non è da temersi nelle condizioni in cui la droga viene somministrata; tutt’al più un uso esagerato può provocare un eccesso di secrezione salivare e bronchiale e disturbi gastrici. Si prescrivono il decotto di radice, la tintura e l’estratto molle, contro tutte le forme catarrali delle vie aeree (bronchiti acute, asma, pertosse, ecc.). L’azione specifica delle saponine trova inoltre la sua utilizzazione nell’uso esterno delle decozioni di Primula per medicazione delle contusioni. Leclerc ha ottenuto, mediante l’applicazione di compresse imbibite di decozione di radice di Primula la rapida guarigione di contusioni accompagnate da vaste ecchimosi.

Usi:
le foglie sono ricche di vitamina C, ma hanno anche saponine, per cui non possono servire da nutrimento all’uomo.
Miti e leggende:
secondo una leggenda San Pietro lasciò cadere dal cielo le chiavi del Paradiso, quando seppe che il Signore ne aveva voluto un altro paio. Le chiavi caddero in una zona dell’Europa del Nord, in un punto in cui spuntarono le prime Primula veris L. Questo fiore giallo e pendulo, infatti, assomiglierebbe, secondo la tradizione popolare, al mazzo di chiavi di San Pietro, tanto che nella regione inglese del Somerset questa pianta è anche chiamata bunch of keys (mazzo di chiavi).
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Distribuzione


■ autoctona ■ alloctona ■ incerta ■ scomparsa ■ assente

Caratteristiche

Relazioni con l'uomo
[ C ] C: specie di interesse alimentare e/o aromatico
[ O ] O: specie di interesse farmaceutico-officinale
[ P ] P: specie velenose - tossiche - stupefacenti - psicotrope - irritanti - fotosensibilizzanti
Biologia riproduttiva

ER (ermafrodita): specie con organi maschili e femminili riuniti nel medesimo fiore.

[ EP - AC ] EP (entomofilia): Il polline è trasportato da insetti, che vengono indotti a visitare il fiore con svariate strategie di richiamo, con o senza ricompensa; AC (anemocoria): Semi dispersi dalle correnti aeree, sia perché incospicui, sia perché presentano peli, setole, pappi ecc.

Indici di Ellenberg

Salinità: 0

L: 7; T: n.d.; C: 3; U: 4; R: 8; N: 3;

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