Galeopsis tetrahit L.

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Lamiaceae - Galeopsis tetrahit L.; Pignatti 1982: n. 3134; Galeopsis tetrahit L.
Plant List: accettato
Galeopsis tetrahit L.
(a cura di Giuseppe Laino)

Etimologia: l’etimologia del binomio scientifico di questa specie è alquanto nebulosa e controversa. Secondo una versione attribuita a Dioscoride Pedanio (medico, botanico e farmacista greco che esercitò a Roma ai tempi di Nerone) l’epiteto del genere deriva forse in parte dal latino galea, -ae, f. = “elmo” (di cuoio, più tardi anche di metallo) [Cicerone et al.] e in parte dal greco ópsis = “aspetto”, con allusione alla conformazione del labbro superiore della corolla; invece, secondo Alexandre de Théis (Glossaire de botanique, 1810), il nome generico deriva dal greco galéë o galê = “donnola” + ópsis = “aspetto”, in quanto la corolla ha un aspetto bizzarro che è stato paragonato a quello di una donnola, ma giustamente lo stesso Théis osserva che lo si sarebbe potuto paragonare a quello di qualunque altro animale. L’epiteto specifico ha anch’esso più di una interpretazione: tetrahit sarebbe una probabile alterazione del greco trachytós = “scabro” con allusione ai numerosi peli rigidi di cui questa specie è ricca; oppure, secondo Johann Jakob Dillenius (botanico tedesco), deriverebbe dalla parola greca che sta per “quattro”, con allusione ai quattro angoli del fusto.
Sinonimi:
Galeopsis alpicola Jordan, Galeopsis gacognei Jordan, Galeopsis leucantha Jordan (1860), Galeopsis nodosa S. F. Gray (1821), Galeopsis nodosa S. F. Gray var. praecox (Jordan) Cariot & St-Lager (1889), Galeopsis nodosum Moench, Galeopsis praecox Jordan in Billot (1855), Galeopsis reichenbachii Reuter (1854), Galeopsis silvestris Borbás (1894), Galeopsis urticifolia Salisb. (1796), Galeopsis verlotii Jordan in Billot (1855).
Nomi volgari:
Canapa selvatica, Canapetta comune (italiano). Liguria: Canevazzu (Ponti di Nava); Cannavajoe (Masone). Piemonte: Canvra salvaja. Lombardia: Canef salvadegh (Brescia). Friuli: Cianaipiele, Sposadoi (Carnia). Emilia-Romagna: Canva salvadga (Bologna). Toscana: Canapa salvatica, Erba giudaica; Erba dell'invidia (San Sepolcro).
Forma biologica e di crescita:
terofita scaposa.
Tipo corologico:
eurasiatico. Diffuso dall’Europa al Giappone.
Fenologia:
fiore: VI-X, frutto: X, diaspora: X
Limiti altitudinali: dal piano submontano a 2000 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese la specie è presente su tutto il territorio continentale con maggiore frequenza nella parte settentrionale e centrale; assente nelle isole.
Habitus: erbacea annuale, alta (10-)20-100 cm, con radice a fittone, rivestita di peli rigidi e spesso di colore giallastro; il fusto, eretto o ascendente, semplice o più frequentemente ramificato in alto, ha la porzione immediatamente al di sotto di ciascun nodo notevolmente ingrossato per effetto dell’accumulo di acqua. La sezione del fusto è quadrangolare e la sua superficie presenta setole patenti e peli ghiandolari brevi con pubescenza che ha la particolarità di disporsi alternativamente sulle facce opposte.
Foglie:
le foglie, lunghe 5-8 cm e larghe 1-4 cm, sono opposte, inserite a due a due a livello dei nodi, hanno un picciolo lungo 2-4 cm, la lamina è da lanceolata a ovale con la base arrotondata o a cuneo, sub pubescente e l’apice è acuminato. Il margine è dotato di 6-10 denti ottusi per lato.
Fiore:
i fiori, ermafroditi, tetraciclici e pentameri, sono raccolti in un’infiorescenza (in numero di 6-10 elementi) all’ascella delle foglie, formando densi verticilli nella parte superiore del fusto. Alla base dell’infiorescenza sono presenti dei peli ghiandolari nerastri. Il calice, gamosepalo, lungo 5-7 mm, è di forma tubulare campanulata, con 5 denti lineari e acuti lunghi 4-6 mm, terminanti in una lunga arista spinescente..
La corolla, gamopetala e zigomorfa, lunga 1-2,5 cm (prima della fioritura racchiusa nel calice), è di norma di colore rosata con una macchia gialla alla fauce, ma può anche essere purpurea, gialla o bianca; bilabiata, ha il labbro superiore peloso e a forma di elmo, mentre l’inferiore, trilobato con i due lobi laterali un po’ penduli e quello centrale, più grande e quadrato, è diviso in due parti da una specie di carenatura e presenta delle screziature a vari colori (ad esempio bianco, giallo, violetto, rosso nella variante gialla-bianca); in particolare al centro è sempre presente una macchia chiara anche questa divisa in due parti. Inoltre il labbro inferiore ha due sporgenze dirette in avanti a forma di cornetti cavi tra il lobo centrale e i due laterali.
Androceo con 4 stami inseriti a coppie, sporgenti dalla parte alta della corolla. Gineceo con ovario tetraloculare, semiinfero, formato da 2 carpelli; stilo portante lo stimma bifido.

Frutto:
il frutto è uno schizocarpo formato da quattro tetracheni subsferici inseriti nella parte bassa del calice.
Polline:
granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), sferoidali; perimetro in visione equatoriale: circolare; tricolporati; esina: reticulata-perforata, eutectata; footlayer discontinuo; intina: assente; cellule n. 2. L’impollinazione è per la gran parte entomofila, ma anche autogama. I fiori sono visitati da imenotteri dei generi Bombus, Andrena, Melanostoma, oltre che da coleotteri quali Meligethes viduatus, Meligethes ovatus, Chrysomela menthastri, Chrysomela fastuosa, il lepidottero Lygris alchemillata, l’emittero Eysacoris melanocephalus e una mosca, Chromatomyia albiceps. I due cornetti ai lati del lobo centrale sul labbro inferiore servono da guida all’insetto impollinatore per inserire la testa all’interno del fiore. Le antere, simili a scatole con il coperchio chiuso, si aprono prima che il fiore si dischiuda con la loro superficie coperta di polline rivolta verso il basso rilasciando così parte del polline. Lo stilo, bilobato, è posizionato dietro e sopra le antere, con il lobo superiore verrucoso e l’inferiore curvo. L’insetto, nel visitare un giovane fiore, tocca prima le antere con il dorso e poi lo stimma verrucoso. Generalmente il dorso dell’impollinatore che tocca lo stimma si trova tra punti impolverati con il polline nello stesso fiore. A seguito della pressione esercitata dall’insetto, la parte terminale dello stilo si curva verso il basso e il lobo inferiore dello stimma si proietta tra le antere; se da queste ultime il polline non è stato rimosso avviene l’autoimpollinazione.
Numero cromosomico: 2n = 32.
Sottospecie e/o varietà: dove la Canapa selvatica condivide l’habitat con alcune congeneri dà origine ad ibridi naturali: Galeopsis x acuminata Reichenb. (1831): ibrido fra Galeopsis pubescens Besser e Galeopsis tetrahit L.; Galeopsis x elegans Boreau (1857): ibrido fra Galeopsis segetum Necker (Canapetta campestre) e Galeopsis tetrahit L.; Galeopsis x ludwigii Hausskn. (1884): ibrido fra Galeopsis bifida Boenninghausen (Canapetta bifida) e Galeopsis tetrahit L..
Habitat ed ecologia: luoghi a mezz’ombra, campi, strade, discariche e scarpate ferroviarie, anche ai margini dei boschi e nelle radure, pianta nitrofila che si trova facilmente su terreno siliceo. Considerata specie pioniera, ossia pianta che colonizza facilmente e per prima terreni di recente formazione (come quelli derivati da frane) in quanto è una specie molto resistente, ha bisogno di quantità minime di sostanze nutrienti e uno strato relativamente sottile di terra e humus per sopravvivere.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Stellarietea mediae
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S) + Competitive (C). In alcune zone, particolarmente favorevoli allo sviluppo intensivo della Canapetta comune, questa pianta è considerata specie infestante in quanto può arrecare danni alle coltivazioni agricole poiché porta via spazio e sottrae prezioso azoto al terreno.
IUCN:
N.A.
Variabilità:
la specie Galeopsis tetrahit è considerata allopoliploide (nella quale il numero dei cromosomi è stato raddoppiato), derivata dall'ibrido fra Galeopsis speciosa Miller (Canapetta screziata) e Galeopsis pubescens Besser (Canapetta pubescente); ciò significa che alcune caratteristiche sono costanti ed altre no quali ad esempio: il portamento, la pelosità, il numero dei fiori per ciascun verticillastro, lo sviluppo più o meno evidente dei denti calicini, la dimensione della corolla, il colore della corolla (che va da rosa a giallo o quasi bianco). Ciò poté essere dimostrato sperimentalmente dal botanico svedese A. Müntzing, il quale ottenne “sinteticamente” la specie Galeopsis tetrahit mediante opportuni incroci.
Farmacopea:
la porzione aerea della pianta contiene saponine, fitosteroli, sostanze tanniche. Si usa prevalentemente come diuretico, nei casi di scarsa secrezione urinaria, e come tossifugo-espettorante nelle tossi bronchiali. Quest’ultima proprietà è dovuta alla presenza di saponine, e come al solito, la presenza di questi principi attivi deve indurre a cautela e precisione nell’uso della Canapa selvatica. Nella droga sono presenti anche i tannini e questo suggerisce, per uso esterno o cosmetico, un eventuale impiego su pelli arrossate e congestionate.
Usi:
dalla pianta è possibile ricavare fibre e olio..
Bibliografia:

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Che fiore è questo? Edizione Club degli Editori, Milano.
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Scoprire, riconoscere, usare le erbe, Edizione Mondolibri SpA, Milano, 2000.
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Distribuzione


■ autoctona ■ alloctona ■ incerta ■ scomparsa ■ assente

Caratteristiche

Relazioni con l'uomo
[ C ] C: specie di interesse alimentare e/o aromatico
[ O ] O: specie di interesse farmaceutico-officinale
Biologia riproduttiva

ER (ermafrodita): specie con organi maschili e femminili riuniti nel medesimo fiore.

[ EP - ZC ] EP (entomofilia): Il polline è trasportato da insetti, che vengono indotti a visitare il fiore con svariate strategie di richiamo, con o senza ricompensa; ZC (zoocoria): Frutti e/o semi raccolti attivamente o passivamente dagli animali e poi dispersi.

Indici di Ellenberg

Salinità: 0

L: 7; T: 6; C: 5; U: 3; R: 6; N: 2;

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