Hyssopus officinalis L.
(a cura di Giuseppe Laino)
Etimologia: l’epiteto del genere è il nome latino hyssopum, -i, n. e hyssopus, -i, f. = “issopo” (pianta) [A. Cornelio Celsio et al.] con il quale era noto ai Romani, ereditato dal greco hyssopos, di origine semitica; alcuni autori ne fanno risalire l’origine all’antico ebraico esobh o ezob, con il significato di “erba santa” (una delle piante più citate nei testi sacri ebraici). L’epiteto specifico officinalis (dal latino opificina, opifex) = “laboratorio, fabbrica, officina” (allusione al trattamento che viene eseguito in laboratorio per estrarre componenti e principi attivi dalla pianta per uso utilitaristico o medicinale).
Sinonimi: nessuno.
Nomi volgari: Issopo, Issopo vero (italiano). Liguria: Pericò (Porto Maurizio). Piemonte: Isop; Lissope (Pragelato); Soleggio (Novara). Lombardia: Erba isopo, Esopo, Isopo (Brescia). Emilia-Romagna: Isop. Toscana: Isopo, Isopo ceruleo, Isopo spigato, Isoppo, Issepo. Abruzzi: Ippese (Lanciano); Issopu (L’Aquila). Sicilia: Erba sopu (Caltanissetta). Sardegna: Locasi (Sassari).
Forma biologica e di crescita: camefita suffruticosa.
Tipo corologico: Europa mediterranea, Asia centrooccidentale, Africa settentrionale.
Fenologia: fiore: VII-X, frutto: X, diaspora: X.
Limiti altitudinali: da 100 a 1200 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è una specie che cresce sporadicamente nelle stazioni sassose e soleggiate dei piani submontano e montano dell’Italia continentale e più specialmente settentrionale; è coltivata negli orti e nei giardini da dove spesso sfugge naturalizzandosi.
Habitus: erbacea perenne, molto aromatica, con la porzione basale lignificata dalla quale si sviluppano numerosi fusti eretti o ascendenti, alti (20-)30-50(-60) cm, legnosi in basso ed erbacei in alto, a sezione quadrangolare e scarsamente pelosi.
Foglie: le foglie sono opposte, verdi, glabre o pubescenti, punteggiato-glandulose sulle due facce, sessili o quasi, uninervie, piane, attenuate alla base e relativamente ottuse all’apice, di grandezza media (cm 2-3 x mm 5) e con contorno oblungo lanceolato nelle piante con spicastri fiorali non molto sviluppati; oppure relativamente larghe e grandi (cm 2-4 x mm 8-10) od anche lineari oblunghe o lineari lanceolate, riunite spesso all’ascella di un fascetto di foglie più piccole.
Fiore: i fiori sono situati all’ascella di brattee ovato lanceolate, raccolti in glomeruli multiflori compatti di 3-7 elementi, sessili o brevemente peduncolati, muniti di bratteole lineari mucronulate e ravvicinati a formare spicastri terminali unilaterali, lunghi 2-10 cm, stretti e più o meno continui. Calice persistente, tubuloso, obconico, con 15 nervature, un po’ dilatato alla fauce e nudo, con lembo diviso in 5 denti quasi uguali, patenti, ovato lanceolati, acuminati in una punta sottile e molto più breve del dente; corolla lunga 8-12 mm, bilabiata, azzurra o raramente bianca, a tubo ricurvo ascendente, lungo come il calice e dilatato in una fauce rigonfia, labbro superiore eretto, piano e bilobo e labbro inferiore trilobo con lobo mediano più sviluppato, pendulo, obcordato e bilobo, i laterali brevi, ovati, ascendenti. Androceo di 4 stami eretti, sporgenti dalla corolla e divergenti, gli inferiori più lunghi, filamenti semplici non contorti né appendicolati, antere cerulee o rosee, biloculari, a logge divergenti fino a disporsi verticalmente al filamento e con una fessura unica di deiscenza; gineceo con ovario quadripartito, su ginobasio carnoso a margini lobati, logge arrotondate all’apice, stilo semplice, centrale, un po’ ginocchiato alla base, poi rialzato, con stimma bifido a lacinie quasi uguali.
Frutto: frutto di 4 acheni oblunghi, trigoni, convessi all’apice, glabri e scavati a fossette minute, racchiusi al fondo del calice persistente.
Polline: granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), oblati; perimetro in vista equatoriale: ellittico; esacolpati; esina; reticulata-microreticulata, semitectata; footlayer: continuo; intina: compatta; cellule n. 3. L’impollinazione è entomofila, effettuata soprattutto da api che ricavano un ottimo miele intensamente profumato.
Numero cromosomico: 2n = 12.
Sottospecie e/o varietà: nessuna.
Habitat ed ecologia: luoghi aridi e rocciosi, pascoli, preferibilmente su substrato calcareo.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento:-
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti(S).
IUCN: N.A.
Farmacopea: la droga è costituita da tutta la pianta raccolta al momento della fioritura, seccata all’aria e all’ombra. Contiene un olio essenziale (0,3-0,9%) mescolanza di pinocanfone, pinene levogiro e nopinene (Reutter), oltre a un ramnoglucoside molto prossimo all’esperidina (issopina), sostanze tanniche, acido malico, gomma, resina, zucchero, ecc. Sembra che l’essenza di Issopo sia molto attiva a possieda un caratteristico potere epilettogeno, tanto che l’uso della droga è controindicato per i soggetti con sistema nervoso facilmente eccitabile.
Fatta questa doverosa riserva, l’Issopo è realmente efficace come balsamico e risolvente delle affezioni bronchiali, accompagnate da abbondante produzione e stasi di secrezione catarrale, poiché l’olio essenziale, eliminato attraverso la mucosa delle vie aeree, ne fluidifica il catarro, e, nello stesso tempo, stimolandola, favorisce l’espettorazione; questo processo irritativo però, suggerisce di applicare il medicamento allorché i fenomeni congestizi ed infiammatori sono in corso di defervescenza soprattutto nella cura delle persone anziane o cachettiche, affette da forme croniche di catarro polmonare.
Per le loro proprietà aromatiche i preparati di Issopo, stimolando e corroborando il processo digestivo, giovano inoltre nei casi di inappetenza, di dispepsia, flatulenza e sono anche stati prescritti per facilitare l’eruzione di esantemi e per vincere, con la loro azione diaforetica, le dermatiti croniche.
Sarebbe del resto lungo enumerare tutte le proprietà terapeutiche attribuite, con legittimità probabilmente minore delle precedenti, a questa pianta celebre, per le sue capacità balsamiche, sin dall’antichità; essa è stata suggerita, infatti, anche come rimedio tonico contro la clorosi, l’amenorrea, la dismenorrea, la gotta atonica e persino quale risolvente della litiasi biliare e vescicale.
Si impiegano l’infuso, l’alcolaturo e lo sciroppo. Per le proprietà stimolanti l’Issopo entra nella composizione di parecchi alcolati composti. In qualche caso l’infuso di Issopo è stato usato anche come collirio, come collutorio per la bocca e le fauci infiammate e come mezzo di irrigazione vaginale leggermente antisettica ed ancora, per applicazione esterna, come detergente di piaghe e ferite ed assorbente delle ecchimosi.
Usi: in Iran (Persia) la sua acqua distillata si usa come cosmetico, grazie alla sua fama di rendere brillante il colorito. L'Issopo è un ingrediente dell'acqua di Colonia. In cucina se ne usano piccolissime quantità perché il gusto è molto intenso: alcune foglioline in minestre, condimenti, ripieni, paste, frittate, paté, selvaggina, carni forti come il capretto, l’agnello, o frattaglie come il rognone. Come tisana viene utilizzato al posto del tè, impiegato per la fabbricazione dei liquori di erbe (entra nella composizione del liquore Chartreuse) e negli sciroppi per bibite. Il miele di Issopo è apprezzato per il suo gusto delicato anche se intensamente profumato.
Curiosità: l’Issopo viene usato in alcune celebrazioni liturgiche della Chiesa Cattolica per aspergere l'assemblea di fedeli, tradizione derivata dalle Sacre scritture dove l'Issopo si legge spesso adoperato come aspersorio.
Bibliografia:
BONI U., PATRI G., Scoprire, riconoscere, usare le erbe, Edizione Mondolibri SpA, Milano, 2000.
HALBRITTER H., ULRICH S., Hyssopus officinalis. In: BUCHNER R. & WEBER M. (2000 onwards). PalDat - a palynological database: Descriptions, illustrations, identification, and information retrieval.
LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
NEGRI G., Nuovo erbario figurato (Descrizione e proprietà delle piante medicinali e velenose della flora italiana), V edizione, Ulrico Hoepli, Milano1991.
SOTTI M. L., DELLA BEFFA M.T., Le piante aromatiche, Editoriale Giorgio Mondadori, Nuova edizione 1996.
VIEGI L., PIERONI A., GUARRERA P. M , MACCIONI S. Piante usate in italia in medicina veterinaria popolare. Annali Fac. Med. Veterinaria, 54, 405-420, 2001
www.dryades.eu
www.paldat.org
Sinonimi: nessuno.
Nomi volgari: Issopo, Issopo vero (italiano). Liguria: Pericò (Porto Maurizio). Piemonte: Isop; Lissope (Pragelato); Soleggio (Novara). Lombardia: Erba isopo, Esopo, Isopo (Brescia). Emilia-Romagna: Isop. Toscana: Isopo, Isopo ceruleo, Isopo spigato, Isoppo, Issepo. Abruzzi: Ippese (Lanciano); Issopu (L’Aquila). Sicilia: Erba sopu (Caltanissetta). Sardegna: Locasi (Sassari).
Forma biologica e di crescita: camefita suffruticosa.
Tipo corologico: Europa mediterranea, Asia centrooccidentale, Africa settentrionale.
Fenologia: fiore: VII-X, frutto: X, diaspora: X.
Limiti altitudinali: da 100 a 1200 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è una specie che cresce sporadicamente nelle stazioni sassose e soleggiate dei piani submontano e montano dell’Italia continentale e più specialmente settentrionale; è coltivata negli orti e nei giardini da dove spesso sfugge naturalizzandosi.
Habitus: erbacea perenne, molto aromatica, con la porzione basale lignificata dalla quale si sviluppano numerosi fusti eretti o ascendenti, alti (20-)30-50(-60) cm, legnosi in basso ed erbacei in alto, a sezione quadrangolare e scarsamente pelosi.
Foglie: le foglie sono opposte, verdi, glabre o pubescenti, punteggiato-glandulose sulle due facce, sessili o quasi, uninervie, piane, attenuate alla base e relativamente ottuse all’apice, di grandezza media (cm 2-3 x mm 5) e con contorno oblungo lanceolato nelle piante con spicastri fiorali non molto sviluppati; oppure relativamente larghe e grandi (cm 2-4 x mm 8-10) od anche lineari oblunghe o lineari lanceolate, riunite spesso all’ascella di un fascetto di foglie più piccole.
Fiore: i fiori sono situati all’ascella di brattee ovato lanceolate, raccolti in glomeruli multiflori compatti di 3-7 elementi, sessili o brevemente peduncolati, muniti di bratteole lineari mucronulate e ravvicinati a formare spicastri terminali unilaterali, lunghi 2-10 cm, stretti e più o meno continui. Calice persistente, tubuloso, obconico, con 15 nervature, un po’ dilatato alla fauce e nudo, con lembo diviso in 5 denti quasi uguali, patenti, ovato lanceolati, acuminati in una punta sottile e molto più breve del dente; corolla lunga 8-12 mm, bilabiata, azzurra o raramente bianca, a tubo ricurvo ascendente, lungo come il calice e dilatato in una fauce rigonfia, labbro superiore eretto, piano e bilobo e labbro inferiore trilobo con lobo mediano più sviluppato, pendulo, obcordato e bilobo, i laterali brevi, ovati, ascendenti. Androceo di 4 stami eretti, sporgenti dalla corolla e divergenti, gli inferiori più lunghi, filamenti semplici non contorti né appendicolati, antere cerulee o rosee, biloculari, a logge divergenti fino a disporsi verticalmente al filamento e con una fessura unica di deiscenza; gineceo con ovario quadripartito, su ginobasio carnoso a margini lobati, logge arrotondate all’apice, stilo semplice, centrale, un po’ ginocchiato alla base, poi rialzato, con stimma bifido a lacinie quasi uguali.
Frutto: frutto di 4 acheni oblunghi, trigoni, convessi all’apice, glabri e scavati a fossette minute, racchiusi al fondo del calice persistente.
Polline: granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), oblati; perimetro in vista equatoriale: ellittico; esacolpati; esina; reticulata-microreticulata, semitectata; footlayer: continuo; intina: compatta; cellule n. 3. L’impollinazione è entomofila, effettuata soprattutto da api che ricavano un ottimo miele intensamente profumato.
Numero cromosomico: 2n = 12.
Sottospecie e/o varietà: nessuna.
Habitat ed ecologia: luoghi aridi e rocciosi, pascoli, preferibilmente su substrato calcareo.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento:-
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti(S).
IUCN: N.A.
Farmacopea: la droga è costituita da tutta la pianta raccolta al momento della fioritura, seccata all’aria e all’ombra. Contiene un olio essenziale (0,3-0,9%) mescolanza di pinocanfone, pinene levogiro e nopinene (Reutter), oltre a un ramnoglucoside molto prossimo all’esperidina (issopina), sostanze tanniche, acido malico, gomma, resina, zucchero, ecc. Sembra che l’essenza di Issopo sia molto attiva a possieda un caratteristico potere epilettogeno, tanto che l’uso della droga è controindicato per i soggetti con sistema nervoso facilmente eccitabile.
Fatta questa doverosa riserva, l’Issopo è realmente efficace come balsamico e risolvente delle affezioni bronchiali, accompagnate da abbondante produzione e stasi di secrezione catarrale, poiché l’olio essenziale, eliminato attraverso la mucosa delle vie aeree, ne fluidifica il catarro, e, nello stesso tempo, stimolandola, favorisce l’espettorazione; questo processo irritativo però, suggerisce di applicare il medicamento allorché i fenomeni congestizi ed infiammatori sono in corso di defervescenza soprattutto nella cura delle persone anziane o cachettiche, affette da forme croniche di catarro polmonare.
Per le loro proprietà aromatiche i preparati di Issopo, stimolando e corroborando il processo digestivo, giovano inoltre nei casi di inappetenza, di dispepsia, flatulenza e sono anche stati prescritti per facilitare l’eruzione di esantemi e per vincere, con la loro azione diaforetica, le dermatiti croniche.
Sarebbe del resto lungo enumerare tutte le proprietà terapeutiche attribuite, con legittimità probabilmente minore delle precedenti, a questa pianta celebre, per le sue capacità balsamiche, sin dall’antichità; essa è stata suggerita, infatti, anche come rimedio tonico contro la clorosi, l’amenorrea, la dismenorrea, la gotta atonica e persino quale risolvente della litiasi biliare e vescicale.
Si impiegano l’infuso, l’alcolaturo e lo sciroppo. Per le proprietà stimolanti l’Issopo entra nella composizione di parecchi alcolati composti. In qualche caso l’infuso di Issopo è stato usato anche come collirio, come collutorio per la bocca e le fauci infiammate e come mezzo di irrigazione vaginale leggermente antisettica ed ancora, per applicazione esterna, come detergente di piaghe e ferite ed assorbente delle ecchimosi.
Usi: in Iran (Persia) la sua acqua distillata si usa come cosmetico, grazie alla sua fama di rendere brillante il colorito. L'Issopo è un ingrediente dell'acqua di Colonia. In cucina se ne usano piccolissime quantità perché il gusto è molto intenso: alcune foglioline in minestre, condimenti, ripieni, paste, frittate, paté, selvaggina, carni forti come il capretto, l’agnello, o frattaglie come il rognone. Come tisana viene utilizzato al posto del tè, impiegato per la fabbricazione dei liquori di erbe (entra nella composizione del liquore Chartreuse) e negli sciroppi per bibite. Il miele di Issopo è apprezzato per il suo gusto delicato anche se intensamente profumato.
Curiosità: l’Issopo viene usato in alcune celebrazioni liturgiche della Chiesa Cattolica per aspergere l'assemblea di fedeli, tradizione derivata dalle Sacre scritture dove l'Issopo si legge spesso adoperato come aspersorio.
Bibliografia:
BONI U., PATRI G., Scoprire, riconoscere, usare le erbe, Edizione Mondolibri SpA, Milano, 2000.
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