Mentha arvensis L.
(a cura di Giuseppe Laino)
Etimologia: l’epiteto del genere è il nome latino mentha, o menta, -ae, f. = “menta” (erba) [Ovidio et al.] con il quale le specie erano note ai Romani, ereditato dal greco (vedi oltre). Secondo alcuni il nome deriverebbe dal latino mens = “mente”, essendo diffusa nel passato l’opinione che l’infuso di menta rafforzasse la memoria. L’epiteto specifico deriva dal latino arvum, -i, n. = “terreno arativo, campo” [Cicerone], con chiara allusione all’ambiente di crescita.
Sinonimi: Mentha arvensis ssp agrestis (Sole) Briq., Mentha arvensis ssp. haplocalysx Hegi, Mentha arvensis ssp austriaca (Jacq.) Briq., Mentha arvensis ssp lapponica (Wahlenb.) Neuman, Mentha arvensis ssp palustris (Moench) Neumann, Mentha arvensis ssp parietariifolia (Becker) Briq.
Nomi volgari: Menta arvense, Menta campestre comune (italiano). Lombardia: Menta salvadega (Como). Friuli: Neta di cort, Mènte salvàdie. Emilia-Romagna: Mentaster (Reggio).
Forma biologica e di crescita: emicriptofita scaposa.
Tipo corologico: circumboreale: a diffusione euro siberiana e nordamericana.
Fenologia: fiore: VII-IX, frutto: IX-X, diaspora: X-XI.
Limiti altitudinali: dal piano a 1600 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese la specie è molto comune sull’arco alpino e prealpino (ad eccezione dei territori provinciali di Imperia e Savona) e nelle regioni settentrionali; più rara altrove.
Habitus: erbacea perenne, con rizoma strisciante superficiale e radici fibrose secondarie, con fusto alto 80 cm, eretto, a sezione quadrangolare, tipicamente pubescente nella parte superiore e glabro in quella inferiore, semplice o ramificato.
Foglie: le foglie, opposte a due a due, decussate, lunghe 10 cm e larghe 4 cm, hanno un picciolo lungo 2 cm, glabro; la lamina è ovata o ovato lanceolata, sparsamente pubescente su entrambe le pagine, con margine da dentato a subintero, apice acuto.
Fiore: calice attinomorfo, gamosepalo, con tubo lungo 1,5 mm, pubescente, cilindrico, a 5 lobi lunghi 0,5 mm, acuti, con margini cigliati, uguali. Corolla subattinomorfa, gamopetala, di colore rosa, bilabiata (di aspetto quasi regolare), lunga 5 mm, glabra; il tubo corollino è lungo 3,5 mm, pubescente; il labbro superiore è costituito da un singolo lobo leggermente smarginato, lungo 1,4 mm, pubescente all’esterno; il labbro inferiore è trilobato con lobi subeguali, quello centrale leggermente più largo, lungo 1,1 mm, pubescente esternamente, macchiettato di porpora all’interno. Androceo di 4 stami sporgenti dalla corolla, con filamenti lunghi 1,7 mm, bianco rosati, portanti antere porpora. Gineceo con stilo lilla, lungo 3 mm, glabro, sporgente dalla corolla, stimma bifido, ovario semi-infero profondamente quadripartito, glabro, verde.
Frutto: il frutto è uno schizocarpo (tetrachenio) formato da quattro nucule lisce lunghe 1,3 mm, brunastre.
Polline: granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), oblati; perimetro in vista equatoriale: ellittico; esacolpati; esina: reticulata, semitectata; footlayer discontinuo; intina compatta; cellule n. 3. L’impollinazione è entomofila.
Numero cromosomico: 2n = 72.
Sottospecie e/o varietà: specie che può ibridarsi spontaneamente con Mentha aquatica L. dando origine a Mentha x verticillata, più robusta di Mentha arvensis L. e priva del suo caratteristico odore acre.
Habitat ed ecologia: specie piuttosto comune, sinantropa e nitrofila, che predilige i substrati acidi. Tipica infestante dei campi coltivati ed in particolare delle colture di cereali. Specie ibridogena e polimorfa, la sistematica risulta complessa e comprende diverse entità, descritte come sottospecie da alcuni autori, e ibridi coltivati.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Stellarietea mediae.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A.
Farmacopea: pianta priva di proprietà medicamentose o culinarie.
Curiosità: caratteristica distintiva di questa pianta è che schiacciando le foglie non si produce il caratteristico odore rinfrescante proprio delle congeneri, bensì un odore acre, che talora è stato paragonato a quello del gorgonzola troppo maturo. Questo odore è causato da un olio volatile che la pianta racchiude nelle foglie e nei fusti.
Come suggerisce il nome, Mentha arvensis L. può essere una “malerba” dei campi di granoturco e di altre aree coltivate; questo fenomeno riguarda prevalentemente l’Europa centro-settentrionale e l’Italia padana. Se le si consente di crescere nei campi di Mentha x piperita L., inquina l’olio distillato da questa Menta.
Miti e leggende: il nome Mentha proviene dalla mitologia greca e ricorda la ninfa Mintha, amata da Plutone. La leggenda (una delle numerose versioni), narra che Proserpina regina dell’ Ade, sorprese il marito Plutone in amorosi colloqui con una giovane fanciulla di nome Menthes (Minta) della quale il dio degli inferi si era perdutamente innamorato. Presa dall’ira Proserpina per vendicarsi trasformò la bella giovane in una pianta, la Menta, che da allora è simbolo del freddo, del timore e dell’ardore dell’amore.
Bibliografia:
AESCHIMAN D., LAUBER K., MOSER D. M., THEURILLAT J.-P., Flora alpina, atlante delle 4500 piante vascolari delle Alpi, II vol., p. 156, Zanichelli, Bologna.
AICHELE D., GOLTE-BECHTLE M., Che fiore è questo? Edizione Club degli Editori, Milano.
LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
FERRARI C., Guida pratica ai fiori spontanei in Italia, Edizione italiana, VI ristampa febbraio 2001, Camuzzi Editoriale SpA Milano, licenziataria di The Reader’s Digest Association, Inc.
ULRICH S., Mentha arvensis. In: BUCHNER R. & WEBER M. (2000 onwards). PalDat - a palynological database: Descriptions, illustrations, identification, and information retrieval.
www.dryades.eu
www.paldat.org
Forma biologica e di crescita: emicriptofita scaposa.
Tipo corologico: circumboreale: a diffusione euro siberiana e nordamericana.
Fenologia: fiore: VII-IX, frutto: IX-X, diaspora: X-XI.
Limiti altitudinali: dal piano a 1600 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese la specie è molto comune sull’arco alpino e prealpino (ad eccezione dei territori provinciali di Imperia e Savona) e nelle regioni settentrionali; più rara altrove.
Habitus: erbacea perenne, con rizoma strisciante superficiale e radici fibrose secondarie, con fusto alto 80 cm, eretto, a sezione quadrangolare, tipicamente pubescente nella parte superiore e glabro in quella inferiore, semplice o ramificato.
Foglie: le foglie, opposte a due a due, decussate, lunghe 10 cm e larghe 4 cm, hanno un picciolo lungo 2 cm, glabro; la lamina è ovata o ovato lanceolata, sparsamente pubescente su entrambe le pagine, con margine da dentato a subintero, apice acuto.
Fiore: calice attinomorfo, gamosepalo, con tubo lungo 1,5 mm, pubescente, cilindrico, a 5 lobi lunghi 0,5 mm, acuti, con margini cigliati, uguali. Corolla subattinomorfa, gamopetala, di colore rosa, bilabiata (di aspetto quasi regolare), lunga 5 mm, glabra; il tubo corollino è lungo 3,5 mm, pubescente; il labbro superiore è costituito da un singolo lobo leggermente smarginato, lungo 1,4 mm, pubescente all’esterno; il labbro inferiore è trilobato con lobi subeguali, quello centrale leggermente più largo, lungo 1,1 mm, pubescente esternamente, macchiettato di porpora all’interno. Androceo di 4 stami sporgenti dalla corolla, con filamenti lunghi 1,7 mm, bianco rosati, portanti antere porpora. Gineceo con stilo lilla, lungo 3 mm, glabro, sporgente dalla corolla, stimma bifido, ovario semi-infero profondamente quadripartito, glabro, verde.
Frutto: il frutto è uno schizocarpo (tetrachenio) formato da quattro nucule lisce lunghe 1,3 mm, brunastre.
Polline: granuli pollinici monadi, di medie dimensioni (26-50 mµ), oblati; perimetro in vista equatoriale: ellittico; esacolpati; esina: reticulata, semitectata; footlayer discontinuo; intina compatta; cellule n. 3. L’impollinazione è entomofila.
Numero cromosomico: 2n = 72.
Sottospecie e/o varietà: specie che può ibridarsi spontaneamente con Mentha aquatica L. dando origine a Mentha x verticillata, più robusta di Mentha arvensis L. e priva del suo caratteristico odore acre.
Habitat ed ecologia: specie piuttosto comune, sinantropa e nitrofila, che predilige i substrati acidi. Tipica infestante dei campi coltivati ed in particolare delle colture di cereali. Specie ibridogena e polimorfa, la sistematica risulta complessa e comprende diverse entità, descritte come sottospecie da alcuni autori, e ibridi coltivati.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Stellarietea mediae.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A.
Farmacopea: pianta priva di proprietà medicamentose o culinarie.
Curiosità: caratteristica distintiva di questa pianta è che schiacciando le foglie non si produce il caratteristico odore rinfrescante proprio delle congeneri, bensì un odore acre, che talora è stato paragonato a quello del gorgonzola troppo maturo. Questo odore è causato da un olio volatile che la pianta racchiude nelle foglie e nei fusti.
Come suggerisce il nome, Mentha arvensis L. può essere una “malerba” dei campi di granoturco e di altre aree coltivate; questo fenomeno riguarda prevalentemente l’Europa centro-settentrionale e l’Italia padana. Se le si consente di crescere nei campi di Mentha x piperita L., inquina l’olio distillato da questa Menta.
Miti e leggende: il nome Mentha proviene dalla mitologia greca e ricorda la ninfa Mintha, amata da Plutone. La leggenda (una delle numerose versioni), narra che Proserpina regina dell’ Ade, sorprese il marito Plutone in amorosi colloqui con una giovane fanciulla di nome Menthes (Minta) della quale il dio degli inferi si era perdutamente innamorato. Presa dall’ira Proserpina per vendicarsi trasformò la bella giovane in una pianta, la Menta, che da allora è simbolo del freddo, del timore e dell’ardore dell’amore.
Bibliografia:
AESCHIMAN D., LAUBER K., MOSER D. M., THEURILLAT J.-P., Flora alpina, atlante delle 4500 piante vascolari delle Alpi, II vol., p. 156, Zanichelli, Bologna.
AICHELE D., GOLTE-BECHTLE M., Che fiore è questo? Edizione Club degli Editori, Milano.
LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
FERRARI C., Guida pratica ai fiori spontanei in Italia, Edizione italiana, VI ristampa febbraio 2001, Camuzzi Editoriale SpA Milano, licenziataria di The Reader’s Digest Association, Inc.
ULRICH S., Mentha arvensis. In: BUCHNER R. & WEBER M. (2000 onwards). PalDat - a palynological database: Descriptions, illustrations, identification, and information retrieval.
www.dryades.eu
www.paldat.org