Mentha requienii Bentham
(a cura di Mairo Mannocci)
Etimologia: l'epiteto del genere è il nome latino mentha, o menta, -ae, f. = “menta” , che proviene dalla mitologia greca e ricorda la ninfa Mintha, amata da Plutone. Secondo alcuni il nome deriverebbe dal latino mens = “mente”, essendo diffusa nel passato l'opinione che l'infuso di menta rafforzasse la memoria. L'epiteto specifico è riferito a Requien a cui è stata dedicata la specie.
Sinonimi: Thymus parviflorus Req. (1825) Ann. Sci. Nat. (Paris), 5: 386 ; Thymus corsicus Moris (1827) Stirp. sard. el., 1: 37, non Pers. (1807), Menthella requienii (Benth.) Perard (1870) Boll. Soc. Bot. France, 17: 206; Audibertia pusilla Benth. (1829), Bot. Reg., 15: t.1282; Audibertia parviflora Godr., in Gren et Godr. (1853), Fl. Fr., 2: 653.
Nomi volgari: Menta di Requien
Forma biologica e di crescita: emicriptofita reptante, raram. terofita.
Tipo corologico: endemica (Sardegna Corsica e Arcipelago Toscano)
Fenologia: fiori e frutti presenti contemporaneamente: V-VIII.
Limiti altitudinali: 0-1700 m. s.l.m.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: abbastanza frequente in Sardegna sul Limbara, Monti del Gennargentu, M. Genziana, Monti di Capoterra e del Sulcis; segnalata anche all'Isola di Molara, all'isola di Caprera sul M. Teialone e all'isola della Maddalena sul M. Postiglione. Presente anche all'isola di Montecristo dove è stata indicata in diverse località. Rarissima all'isola di Capraia, in due piccole stazioni presso la sorgente della valle del fondo a 280 m s.l.m.
Habitus: Pianta che al tatto emana un profumo penetrante tipico di menta, generalmente perenne, con fusti erbacei annuali sviluppati da stoloni persistenti, filiformi, prostrati, radicanti ai nodi inferiori, raramente ascendenti e ramificati, elevati fino a 6-8 cm, glabri o sparsamente pubescenti.
Foglie: opposte, picciolate, ovate o subrotonde, intere o crenate a base troncata o cordata, raramente appena attenuata, glabre o pelose sulla pagina superiore, piccole (2-4 mm)
Fiore: uno tre in verticillastri terminali all'ascella di foglie simili a quelle dei rami sterili, distintamente pedicellati e spesso riuniti su di un peduncolo unico con due bratteole lineari acuminate. Calice tubuloso-campanulato, normalmente barbato alla fauce, rigonfio alla fruttificazione (1,5-1,8 x 0,8-1 mm), con 10 nervi longitudinali, peloso-irto, subbilabiato con 3 denti superiori triangolari acuti e i due inferiori più stretti e lunghi, acuminato-subulati, tutti ciliati al margine. Corolla piccola (circa 2 mm di diametro), roseo-lilacina, regolare con 3-4 lobi subeguali, ovato-rotondati, interi o talvolta il superiore retuso, con gli altri 3 ravvicinati costituendo una corolla bilabiata. Stami 4, raram. 3-2, epicorollini inseriti alla base delle digitazioni dei lobi, antere subrotonde, biloculari, introrse, violacee da immature, polline bianco. Stigma poco più in basso delle antere, bifido, con lacinie quasi uguali divergenti e ricurve a maturità.
Frutto: tetrachenio, acheni da ovato-ellittici a subrotondi, obtuso-trigoni, glabri a con un corto ciuffo di peli alla base e all'apice.
Numero cromosomico: 2n = 18 (Diana Corrias, 1980, Inform. Bot. Ital., 12(2): 127) su materiale del Gennargentu. Idem in Corsica. Confermato 2n = 18 su materiale proveniente da Capraia.
Sottospecie e/o varietà: per l'Isola di Capraia (Arcipelago Toscano) è stata descritta la subsp. bistaminata Mannocci e Falconcini, indicata anche per l'isola di Montecristo (Foggi et al., 2001). Gli autori la distinguono per: il portamento solo prostrato e piccole dimensioni delle piante, che spesso si comportano da annue, la riduzione dei lobi corollini (4 per il 55-50% e 3 per il 45-50%) e degli stami (2 per il 95-90% e 3 per il 5-10%), i fiori poco numerosi per verticillo, la corolla bilabiata, ridotta (1,87-1,95 x 1,6-1,8 mm secondo i due assi di simmetria), con il lobo superiore spesso retuso, stami 2 (rar 3), con antere mature e collegate con lo stigma bifido recettivo nel fiore prima dell'antesi (cleistogamia), acheni piccoli subrotondi (0,4 x 0,45 mm). Gli stessi autori hanno verificato la tendenza alla cleistogamia e della riduzione degli stami e dei pezzi corollini anche su piante provenienti da Montecristo, ma con frequenze diverse per i lobi corollini (4 per il 75-60% e 3 per il 25-40%) e per gli stami (2 per il 55-65%, 3 per il 40-30% e 4 per il 5%).
Le caratteristiche anzidette si mantengono anche il coltura. Probabilmente la riduzione delle strutture fiorali e la cleistogamia sono la risposta a condizioni ambientali a cui la specie si è dovuta adattare nelle due piccole isole dell'Arcipelago Toscano e forse anche della Sardegna, a quote più basse con poca disponibilità d'acqua durante un lungo periodo. Significativi sono i risultati, ancora parziali, scaturiti dall'esame di piante di una popolazione che nell'isola di Montecristo presenta caratteri fiorali esclusivi quali: calice con cercine anulare basale, assenza dell'anello di peli alla fauce e sui denti, presenza di denti inferiori petaloidi rosei, corolla a tubo più lungo del calice e lobi corollini di forma e disposizione differenti.
Differenze significative delle strutture fiorali nelle diverse popolazioni esaminate può essere attribuita alla risposta a fattori ecologici ma anche alle loro piccole dimensioni che con la cleistogamia hanno raggiunto la separazione riproduttiva e la omozigosi dei caratteri portando alla costituzione di topodemi distinti.
Le caratteristiche anzidette si mantengono anche il coltura. Probabilmente la riduzione delle strutture fiorali e la cleistogamia sono la risposta a condizioni ambientali a cui la specie si è dovuta adattare nelle due piccole isole dell'Arcipelago Toscano e forse anche della Sardegna, a quote più basse con poca disponibilità d'acqua durante un lungo periodo. Significativi sono i risultati, ancora parziali, scaturiti dall'esame di piante di una popolazione che nell'isola di Montecristo presenta caratteri fiorali esclusivi quali: calice con cercine anulare basale, assenza dell'anello di peli alla fauce e sui denti, presenza di denti inferiori petaloidi rosei, corolla a tubo più lungo del calice e lobi corollini di forma e disposizione differenti.
Differenze significative delle strutture fiorali nelle diverse popolazioni esaminate può essere attribuita alla risposta a fattori ecologici ma anche alle loro piccole dimensioni che con la cleistogamia hanno raggiunto la separazione riproduttiva e la omozigosi dei caratteri portando alla costituzione di topodemi distinti.
Habitat ed ecologia: Igrofita silicicola, su rocce continuamente bagnate presso le sorgenti e lungo i bordi dei ruscelli.
Syntaxon di riferimento: specie legata alla vegetazione ascrivibile alla classe Montio-Cardaminetea Br.-Bl. et Tx. ex Klika et Hadač 1944 e all'ordine Montio-Cardaminetalia Pawłowski et al. 1928, di cui probabilmente caratterizza un'alleanza sardo-corsa non ancora descritta.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: specie indicata come rara nelle Liste Rosse (Conti et al. 1997). In Sardegna, Corsica e a Montecristo, dove è più comune, si propone la categoria VU. Per Capraia, dove è assai localizzata, si ritiene debba essere ascritta alla categoria EN.
Farmacopea: sconsigliato qualsiasi uso per la sua rarità, sebbene l'aroma penetrante e le proprietà tonico-astringenti ne consentirebbero un uso analogo a quello di altre specie di menta.
Bibliografia:
Farmacopea: sconsigliato qualsiasi uso per la sua rarità, sebbene l'aroma penetrante e le proprietà tonico-astringenti ne consentirebbero un uso analogo a quello di altre specie di menta.
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