Plantago lanceolata L.

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Plantaginaceae - Plantago lanceolata L.; Pignatti 1982: n. 3600; Plantago lanceolata L.
Plant List: accettato
Famiglia, nome latino per esteso Plantago lanceolata L.
(a cura di Giuseppe Laino)


Etimologia: l’epiteto del genere è il nome latino plantago, -inis, f. = “piantaggine” (pianta) [Plinio] con il quale i Romani indicavano le specie; pare sia riferito alla caratteristica forma delle foglie di alcune specie simile alla pianta di un piede, o, ancora, latino plantam tangere, cioè “pianta gradevole a toccarsi”. L’epiteto specifico deriva dal latino lanceola, -ae, f. (o lanciola) = “piccola lancia” [Apuleio et al.] con allusione alla forma delle foglie.
Sinonimi:
Plantago glabriflora Sakalo, Plantago lanuginosa Bastard, Plantago minor L.
Nomi volgari:
Arnoglossa, Cinquenervi, Lingua di Cane, Piantaggine femmina, Piantaggine lanciuola, Piantaggine minore, Plantago lanceolata (italiano). Liguria: Lengua de can; Erba de sinque nuei (Voltri); Erba di quattro coste (Velva); Erba nervina (Mignanego); Lansairoera (Bardineto); Luegna (Chiavari); Sinquenui (Pegli, Valle di Polcevera); Ueggia de gattu (Cogorno). Piemonte: Cugiè, Cutela, Fojola, Lingua d' can, Piantajo, Piantia; Aurigi d'aso, Lengua de can (Alessandria). Lombardia: Cortellana, Lengua de cà (Brescia); Erba cortella, Lengua de can (Como). Veneto: Piantagine femina; Piantazemo, Piantazeno (Verona). Friuli: Plantagn di save; Plantagn lungh (Carnia). Emilia-Romagna: Orecia d’asan; Erba di p' chee, Lanzola, Lengua ed can, Linzola, Piantazna (Reggio); Leingua ad can (Piacenza); Leingua d'oca (Bologna). Toscana: Agnoglosso, Arnoglossa, Arnoglosso, Cinquenerbi, Cinquenervi, Lanciuola, Lingua canina, Piantaggine, Piantaggine femmina; Capo di serpe, Lingua di botta (Montespertoli); Mestolaccio (Monte Murlo); Orecchio d'asino, Piantaggina lunga (Pisa); Orecia d'asan (Lunigiana). Abruzzi: Cendenierve, Cinghenierve. Calabria: Cincunervi. Sicilia: Centunervi strittu. Sardegna: Nerviada, Niriada; Erba crabuna (Sardegna settentrionale); Lingua de cani (Cagliari).
Forma biologica e di crescita:
emicriptofita rosolata.
Tipo corologico:
eurasiatica, divenuta cosmopolita.
Fenologia:
fiore: V-VIII, frutto: VI-IX, diaspora: VII-X.
Limiti altitudinali: dal piano a 2000 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia:
nel nostro Paese è molto comune in tutto il territorio continentale e insulare.
Habitus: erbacea perenne, alta 20-40 cm, praticamente priva di fusto, con robusta radice legnosa, ingrossata, ramificata in radici secondarie sottili e contorte.
Foglie:
tutte riunite in una densa rosetta basale, erette, glabrescenti, sono persistenti anche nella stagione invernale. La lamina fogliare, lineare lanceolata, lunga 10-15 cm, attenuata alla base in un lungo picciolo, è solcata da 3-5 nervature parallele molto evidenti (in rilievo sulla pagina inferiore). Il margine è intero o con dentatura fine e spaziata.
Fiore:
dal centro della rosetta si sviluppa uno scapo fiorale eretto o ascendente, scanalato sotto la breve spiga fiorale, che è cilindrica, lunga 2-5 cm. I fiori, attinomorfi, ermafroditi, tetrameri, gamopetali, si sviluppano all’altezza delle brattee membranose brune, ovato acuminate. Il calice è composto da quattro sepali di cui due liberi e due saldati in una lamina biloba (questi ultimi dritti, con una nervatura centrale verde). La corolla, compressa, glabra, è tubolare, bianco argentea, ha 4 lobi lanceolati bruno rosa, lunghi circa 2-4 mm. Androceo di quattro stami che, dotati di lunghi filamenti e di antere gialle, oltrepassano la corolla. Gineceo con ovario supero bicarpellare.
Frutto:
il frutto, deiscente, è una capsula di forma ovata, avvolta dal calice e dalla corolla persistenti.
Semi:
ogni capsula contiene due semi, piccoli.
Polline:
granuli pollinici circolari; dimensioni 15,4 (24-28) mµ; aperture: periporati (pantoporati) con pori annulati, operculati; esina: sottile, scabrata, ispessita attorno ai pori; intina: sottile; citoplasma granulare. L’impollinazione è anemofila, come in tutte le congeneri salvo che in Plantago media L. dove è entomofila: gli insetti vengono attratti dal delicato profumo.
Numero cromosomico: 2n = 12.
Sottospecie e/o varietà: nessuna.
Habitat ed ecologia: prati fertili, pascoli, incolti, aree antropizzate, margini di strade; vive di solito in terreni argillosi o sabbiosi, ricchi di elementi nutritivi; pianta nitrofila; molto frequente.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Molinio-Arrhenatheretea.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A..
Farmacopea:
la pianta, come le congeneri Plantago major L. (Piantaggine maggiore) e Plantago media L. (Piantaggine pelosa) contiene, allo stato fresco, un glucoside (aucubina) comune anche all’Aucuba japonica L., cornacea del Giappone; inoltre emulsina ed invertina, probabilmente una saponina, acido citrico ed ossalico e, principalmente nei semi, una notevole quantità di mucillaggine. Foglie e semi sono utilizzati per la preparazione di infusi contro le enteriti accompagnate da diarrea, la dissenteria da tubercolosi intestinale ed anche le nefriti croniche (Leclerc). Più frequentemente si impiegano per la preparazione di cataplasmi di foglie fresche, preventivamente lavate e macerate per qualche ora nell’acqua bollita, contro le ulcere varicose, le piaghe recenti, le pustole ectimache, ecc.; oppure il succo di foglie per frizioni di superfici cutanee punte da insetti, usando addirittura la foglia triturata.
Usi:
la pianta è coltivata per essere utilizzata dall’industria farmaceutica che ne ottiene sciroppi contro la tosse.
Curiosità:
la pianta, come le congeneri, era chiamata dai Pellerossa “orma di uomo bianco” perché la sua disseminazione accompagnava l’avanzata dell’uomo bianco in America del nord, dove il genere era sconosciuto prima della colonizzazione europea.
La Lingua di cane divenne comune in Italia, dal litorale alla media montagna, al tempo in cui le foreste cominciarono a essere eliminate dai contadini dell’Età della pietra, circa 5.000 anni fa. Testimonianze che la pianta fiorisse largamente sin da allora si sono ottenute dall’analisi del polline trovato in torba e sedimenti lacustri.
La maggior parte dei nuovi germogli della pianta spunta dalla base. Questa caratteristica la rende capace di sopravvivere al pascolo del bestiame o alle falciature dei prati. Anche se la cima della pianta viene tagliata, la Lingua di cane fiorirà di nuovo.
Nel Medioevo, dato che la pianta cresceva sulle strade ed era quindi calpestata dai passanti, era ritenuta una panacea per tutte le malattie che riguardavano la deambulazione, l'affaticamento, le piaghe e le distorsioni (Luzzi).

Bibliografia:

AICHELE D., GOLTE-BECHTLE M.,
Che fiore è questo? Edizione Club degli Editori, Milano.
BIONDI E. et al., Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE.
D
ELLA BEFFA M.T., Fiori di campo (Conoscere, riconoscere e osservare tutte le specie di fiori selvatici più noti), Istituto Geografico De Agostini SpA, Novara, 1999.
FERRARI C.,
Guida pratica ai fiori spontanei in Italia, Edizione italiana, VI ristampa febbraio 2001, Camuzzi Editoriale SpA Milano, licenziataria di The Reader’s Digest Association, Inc.
LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
NEGRI G., Nuovo erbario figurato (Descrizione e proprietà delle piante medicinali e velenose della flora italiana), V edizione, Ulrico Hoepli, Milano1991.
www.dryades.eu
www.polleninfo.org
http://vnr.unipg.it/habitat/index.jsp

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M. La Rosa, Bosco di Chiusi, Larciano, 22-06-2003
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M. La Rosa, Poggio al Pino, San Miniato, 04-05-1994
S. Sgorbati, Porto di Tremosine, 20-06-1998
M. La Rosa, Bosco di Chiusi, Larciano, 22-06-2002
M. La Rosa, Monte Vaso, Chianni, 15-05-2005
R. Guarino, Genna 'e Monte, Monte Arbu, Fonni, 21-06-2005, var. sphaerostachya Mert et Koch
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G. Pellegrino, - http:\\floramarittime.it -, Monte Croce, Valle Gesso, Alpi Marittime, 21-04-1987
G. Pallavicini, Valle Gesso, Entracque, 05-1996
G. Pallavicini, Valle Stura, Aisone, 05-1997
G. Pallavicini, Valle Stura, Pietraporzio, 06-1997
S. Atzori, Lago Baccio, Pievepelago, 04-07-2007, var. sphaerostachya Mert. et Koch
S. Atzori, Lago Baccio, Pievepelago, 04-07-2007, var. sphaerostachya Mert. et Koch
S. Atzori, Lago Baccio, Pievepelago, 04-07-2007, var. sphaerostachya Mert. et Koch
E. Balocchi, Lago Maggiore, 15-04-2007
E. Balocchi, Lago Maggiore, 15-04-2007
E. Balocchi, Lago Maggiore, 15-04-2007
A. Crisafulli, Puzzi
G. Pellegrino, - http:\\floramarittime.it -, Monte Grammondo, Val Roja, Alpi Marittime, 01-06-1990

Distribuzione


■ autoctona ■ alloctona ■ incerta ■ scomparsa ■ assente

Caratteristiche

Relazioni con l'uomo
[ C ] C: specie di interesse alimentare e/o aromatico
[ O ] O: specie di interesse farmaceutico-officinale
[ A ] A: specie con polline allergenico.
Biologia riproduttiva

ER (ermafrodita): specie con organi maschili e femminili riuniti nel medesimo fiore.

[ AP+EP - BC+ZC ] AP (anemofilia): Il polline è disperso dalle correnti aeree e può avere un volo breve (piante erbacee) o lungo (alberi); EP (entomofilia): Il polline è trasportato da insetti, che vengono indotti a visitare il fiore con svariate strategie di richiamo, con o senza ricompensa; BC (barocoria): I semi relativamente pesanti, da soli o dentro i frutti, cadono per gravità a maturità o dopo un periodo di postmaturazione; ZC (zoocoria): Frutti e/o semi raccolti attivamente o passivamente dagli animali e poi dispersi.

Indici di Ellenberg

Salinità: 0

L: 6; T: 7; C: 5; U: n.d.; R: n.d.; N: n.d.;

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