Aegopodium podagraria L.
(a cura di Giuseppe Laino)
Etimologia: l’epiteto generico della pianta deriva dal greco aego + podium e significa “piede di capra”, con riferimento alla forma delle foglie; l’epiteto specifico deriva dal latino podagra = gotta, podagra [Cic. et al.] (in riferimento al fatto che nel Medioevo, e anche in seguito, questa pianta venne usata per curare tale disturbo).
Sinonimi: Aegopodium angelicifolium Salisb., Aegopodium latifolium Turcz., Selinum podagraria (L.) E. H. L. Krause in Sturm [1904, Fl. Deutschl., ed. 2, 12 : 57].
Nomi volgari: Podagraria, Egopodio, Erba Giralda, Giradina silvestre (italiano). Emilia-Romagna: Angiaelica salvadga (Bologna). Friuli: Fuee di puliole. Toscana: Castalda, Cstaldina, Erba gerarda, Erba girarda, Girardina, Podagraria, Sambucella (Val di Chiana). Puglia: Bracalà. Sicilia: Angelica dei Greci.
Forma biologica e di crescita: geofita rizomatosa.
Tipo corologico: zone fredde e temperato fredde eurosiberiane. Naturalizzata in America settentrionale.
Fenologia: fiore: V-VI, frutto: VI-VII.
Limiti altitudinali: da 0 a 1800 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese cresce nelle stazioni ombrose e fresche dal mare al piano montano nell’Italia settentrionale e centrale e si spinge a sud fino alla Campania.
Habitus: erbacea perenne, con odore di finocchio e di prezzemolo, glabra, di colore verde chiaro, con rizoma piuttosto gracile, invasivo, obliquo, nodoso e a polpa bianca, all’apice del quale si origina il caule fiorifero, eretto (40-60 cm), cilindrico, striato, scarsamente ramificato nella sua parte inferiore. I fusti esterni sono eretti, cavi, un poco scanalati e ramificati.
Foglie: foglie basali erette, lunghe 7-8 cm e larghe 2-3 cm, con picciolo lungo come ed anche più del lembo (2-3 cm), allargato alla base in una corta guaina e solcato superiormente; lamina di colore verde chiaro sulla pagina superiore, più pallido sulla pagina inferiore, biternata o bipennata, divisa in lacinie ovali, acuminate, irregolarmente dentate, solcate assialmente, glabre o con pochi peli rigidi sulle nervature e sulla pagina inferiore; foglie cauline presenti in numero di 2-3, distanti fra di loro, ternate, divise, le superiori sessili (con picciolo ridotto alla sola guaina).
Fiore: i fiori sono raccolti in ombrelle terminali su peduncoli di 8-10 cm, composte, piatte, a 12-18 raggi angoloso scabri lunghi fino a 4 cm, tutti fertili nelle ombrellette centrali, sterili nelle periferiche. Ombrellette con 10-20 piccoli raggi, lunghi 6 mm nella fruttificazione, più corte in fioritura. Prive di involucro ed involucretto di brattee. Calice rappresentato da 5 dentelli poco evidenti; corolla a 5 petali bianchi o rosati, distesi, obovati, smarginati, con una piccola lacinia apicale ricurva, lunghi circa 1,5 mm e larghi 1 mm; androceo di 5 stami, lunghi il doppio dei petali, a filamenti patenti, sottili e bianchi, ed antere piccole, tonde, dorsifisse, bianche, biloculari; ovario infero, del diametro di 1 mm in fioritura, con stilopodi bianco giallicci, quasi emisferici e due stili filiformi, divergenti, cortissimi da prima e poi allungati, sormontati da uno stimma a bottone.
Frutto: ovoideo oblungo, con vitte nulle e carpoforo bidentato all’apice.
Semi: mericarpi (acheni) ovoidi allungati, a coste ben distinte ed equidistanti, striati, glabri, lunghi 3 mm.
Polline: granuli pollinici monadi; perimetro con vista polare: sferoidali, con vista equatoriale: circolari; tricolporati; exina: perforata-fossulata; dimensioni medie 26-50 mµ. L’impollinazione è entomofila.
Numero cromosomico: 2n = 20.
Sottospecie e/o varietà: in coltivazione nei giardini Aegopodium podagraria L. var. variegatum Bailey che si distingue dal tipo per la variegatura di giallo crema delle foglie.
Habitat ed ecologia: boschi riparii e di gole, boschi ad essenze miste o di latifoglie, umidi, boscaglie, parchi e giardini; normalmente in terreni limosi, azotati e con apporto idrico di falda; pianta molto frequente.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Salici purpureae-Populetea nigrae e nelle comunità nitrofile dei Galio aparines-Alliarietalia petiolatae e Convolvuletalia sepium
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Ruderali (R).
IUCN: N.A.
Farmacopea: l’intera pianta, raccolta al momento della fioritura, e le radici, vengono usate in infuso o in cataplasmi, contro le manifestazioni reumatiche e gottose ed anche per regolare la funzione intestinale oscillante fra periodi di stitichezza e di diarrea.
Le giovani foglie, bollite come gli spinaci e mangiate condite con burro, venivano considerate in passato una prelibatezza. La responsabilità di quest’usanza sembra sia da attribuirsi ai Romani o a qualche anonimo buongustaio medievale, ma non si hanno notizie sicure in proposito. Quando si cominciarono a preferire altre verdure, la pianta venne letteralmente cacciata dalla cucina. In Gran Bretagna, dove si è naturalizzata a seguito di antiche coltivazioni, è ora nota soprattutto come un’infestante (vedi oltre) degli orti e dei giardini, tanto che in questo Paese si usa dire che “cacciata dalla cucina, si è rifiutata di lasciare l’orto”:
Impatto ambientale: in tutte le zone temperate può diventare localmente infestante. La pianta sembra riprodursi in modo vegetativo piuttosto che da seme ed è quasi impossibile da estirpare; i suoi rizomi sono fragili e si spezzano facilmente quando la pianta viene sradicata e i frammenti rimasti germogliano di nuovo con molta rapidità. La maggior parte degli erbicidi si è rivelata inefficace nei suoi confronti. Pertanto non deve mai essere coltivata dove esiste il rischio che le radici, o i loro frammenti, sfuggano al controllo invadendo la campagna circostante ma soltanto se esse sono completamente isolate, per esempio in una fioriera robusta; i materiali di scarto vanno eliminati con cura.
Bibliografia:
AICHELE D., GOLTE-BECHTLE M., Che fiore è questo? Edizione Club degli Editori, Milano.
BIONDI E. et al., Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE
FERRARI C., Guida pratica ai fiori spontanei in Italia, Edizione italiana, VI ristampa febbraio 2001, Camuzzi Editoriale SpA Milano, licenziataria di The Reader’s Digest Association, Inc.
HALBRITTER H., Aegopodium podagraria. In: BUCHNER R. & WEBER M. (2000 onwards). PalDat - a palynological database: Descriptions, illustrations, identification, and information retrieval.
LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
NEGRI G., Nuovo erbario figurato (Descrizione e proprietà delle piante medicinali e velenose della flora italiana), V edizione, Ulrico Hoepli, Milano1991.
MARINELLI J., Piante. La grande enciclopedia illustrata della flora di tutto il mondo. Mondadori Electa SpA, Milano, 2005.
VAGGE I., BEFACCHIAA., Gli orli nitrofili della classe Galio-Urticetea Passarge ex Kopecky 1969 nelle Prealpi lombarde
(Italia settentrionale), Fitosociologia vol. 43 (1): 177-186, 2006
www.dryades.eu
http://vnr.unipg.it/habitat/index.jsp
www.paldat.org
Sinonimi: Aegopodium angelicifolium Salisb., Aegopodium latifolium Turcz., Selinum podagraria (L.) E. H. L. Krause in Sturm [1904, Fl. Deutschl., ed. 2, 12 : 57].
Nomi volgari: Podagraria, Egopodio, Erba Giralda, Giradina silvestre (italiano). Emilia-Romagna: Angiaelica salvadga (Bologna). Friuli: Fuee di puliole. Toscana: Castalda, Cstaldina, Erba gerarda, Erba girarda, Girardina, Podagraria, Sambucella (Val di Chiana). Puglia: Bracalà. Sicilia: Angelica dei Greci.
Forma biologica e di crescita: geofita rizomatosa.
Tipo corologico: zone fredde e temperato fredde eurosiberiane. Naturalizzata in America settentrionale.
Fenologia: fiore: V-VI, frutto: VI-VII.
Limiti altitudinali: da 0 a 1800 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese cresce nelle stazioni ombrose e fresche dal mare al piano montano nell’Italia settentrionale e centrale e si spinge a sud fino alla Campania.
Habitus: erbacea perenne, con odore di finocchio e di prezzemolo, glabra, di colore verde chiaro, con rizoma piuttosto gracile, invasivo, obliquo, nodoso e a polpa bianca, all’apice del quale si origina il caule fiorifero, eretto (40-60 cm), cilindrico, striato, scarsamente ramificato nella sua parte inferiore. I fusti esterni sono eretti, cavi, un poco scanalati e ramificati.
Foglie: foglie basali erette, lunghe 7-8 cm e larghe 2-3 cm, con picciolo lungo come ed anche più del lembo (2-3 cm), allargato alla base in una corta guaina e solcato superiormente; lamina di colore verde chiaro sulla pagina superiore, più pallido sulla pagina inferiore, biternata o bipennata, divisa in lacinie ovali, acuminate, irregolarmente dentate, solcate assialmente, glabre o con pochi peli rigidi sulle nervature e sulla pagina inferiore; foglie cauline presenti in numero di 2-3, distanti fra di loro, ternate, divise, le superiori sessili (con picciolo ridotto alla sola guaina).
Fiore: i fiori sono raccolti in ombrelle terminali su peduncoli di 8-10 cm, composte, piatte, a 12-18 raggi angoloso scabri lunghi fino a 4 cm, tutti fertili nelle ombrellette centrali, sterili nelle periferiche. Ombrellette con 10-20 piccoli raggi, lunghi 6 mm nella fruttificazione, più corte in fioritura. Prive di involucro ed involucretto di brattee. Calice rappresentato da 5 dentelli poco evidenti; corolla a 5 petali bianchi o rosati, distesi, obovati, smarginati, con una piccola lacinia apicale ricurva, lunghi circa 1,5 mm e larghi 1 mm; androceo di 5 stami, lunghi il doppio dei petali, a filamenti patenti, sottili e bianchi, ed antere piccole, tonde, dorsifisse, bianche, biloculari; ovario infero, del diametro di 1 mm in fioritura, con stilopodi bianco giallicci, quasi emisferici e due stili filiformi, divergenti, cortissimi da prima e poi allungati, sormontati da uno stimma a bottone.
Frutto: ovoideo oblungo, con vitte nulle e carpoforo bidentato all’apice.
Semi: mericarpi (acheni) ovoidi allungati, a coste ben distinte ed equidistanti, striati, glabri, lunghi 3 mm.
Polline: granuli pollinici monadi; perimetro con vista polare: sferoidali, con vista equatoriale: circolari; tricolporati; exina: perforata-fossulata; dimensioni medie 26-50 mµ. L’impollinazione è entomofila.
Numero cromosomico: 2n = 20.
Sottospecie e/o varietà: in coltivazione nei giardini Aegopodium podagraria L. var. variegatum Bailey che si distingue dal tipo per la variegatura di giallo crema delle foglie.
Habitat ed ecologia: boschi riparii e di gole, boschi ad essenze miste o di latifoglie, umidi, boscaglie, parchi e giardini; normalmente in terreni limosi, azotati e con apporto idrico di falda; pianta molto frequente.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Salici purpureae-Populetea nigrae e nelle comunità nitrofile dei Galio aparines-Alliarietalia petiolatae e Convolvuletalia sepium
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Ruderali (R).
IUCN: N.A.
Farmacopea: l’intera pianta, raccolta al momento della fioritura, e le radici, vengono usate in infuso o in cataplasmi, contro le manifestazioni reumatiche e gottose ed anche per regolare la funzione intestinale oscillante fra periodi di stitichezza e di diarrea.
Le giovani foglie, bollite come gli spinaci e mangiate condite con burro, venivano considerate in passato una prelibatezza. La responsabilità di quest’usanza sembra sia da attribuirsi ai Romani o a qualche anonimo buongustaio medievale, ma non si hanno notizie sicure in proposito. Quando si cominciarono a preferire altre verdure, la pianta venne letteralmente cacciata dalla cucina. In Gran Bretagna, dove si è naturalizzata a seguito di antiche coltivazioni, è ora nota soprattutto come un’infestante (vedi oltre) degli orti e dei giardini, tanto che in questo Paese si usa dire che “cacciata dalla cucina, si è rifiutata di lasciare l’orto”:
Impatto ambientale: in tutte le zone temperate può diventare localmente infestante. La pianta sembra riprodursi in modo vegetativo piuttosto che da seme ed è quasi impossibile da estirpare; i suoi rizomi sono fragili e si spezzano facilmente quando la pianta viene sradicata e i frammenti rimasti germogliano di nuovo con molta rapidità. La maggior parte degli erbicidi si è rivelata inefficace nei suoi confronti. Pertanto non deve mai essere coltivata dove esiste il rischio che le radici, o i loro frammenti, sfuggano al controllo invadendo la campagna circostante ma soltanto se esse sono completamente isolate, per esempio in una fioriera robusta; i materiali di scarto vanno eliminati con cura.
Bibliografia:
AICHELE D., GOLTE-BECHTLE M., Che fiore è questo? Edizione Club degli Editori, Milano.
BIONDI E. et al., Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE
FERRARI C., Guida pratica ai fiori spontanei in Italia, Edizione italiana, VI ristampa febbraio 2001, Camuzzi Editoriale SpA Milano, licenziataria di The Reader’s Digest Association, Inc.
HALBRITTER H., Aegopodium podagraria. In: BUCHNER R. & WEBER M. (2000 onwards). PalDat - a palynological database: Descriptions, illustrations, identification, and information retrieval.
LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
NEGRI G., Nuovo erbario figurato (Descrizione e proprietà delle piante medicinali e velenose della flora italiana), V edizione, Ulrico Hoepli, Milano1991.
MARINELLI J., Piante. La grande enciclopedia illustrata della flora di tutto il mondo. Mondadori Electa SpA, Milano, 2005.
VAGGE I., BEFACCHIAA., Gli orli nitrofili della classe Galio-Urticetea Passarge ex Kopecky 1969 nelle Prealpi lombarde
(Italia settentrionale), Fitosociologia vol. 43 (1): 177-186, 2006
www.dryades.eu
http://vnr.unipg.it/habitat/index.jsp
www.paldat.org