Platanthera bifolia (L.) L. C. M. Richard
(a cura di Giuseppe Laino)
Etimologia: l’epiteto del genere deriva dalle parole greche platys = “largo, allargato” e antherós = “antera” con allusione allo scarto spaziale esistente alla base delle logge polliniche. L’epiteto specifico è composto, come il generico, da due parole ma di origine latina: la prima deriva dall’avverbio bis (duis) = “due volte, in doppio modo”, la seconda da folium, -ii, n. = “foglia”, con allusione quindi alle “due foglie” basali della specie, anche se questo non è affatto un suo carattere distintivo assoluto.
Sinonimi: Orchis bifolia L., Platanthera solsticialis Bonninghausen, Platanthera solsticialis var. latiflora Drejer, Platanthera bifolia ssp latiflora (Drejer) Løjtnant.
Nomi volgari: Cipolla a due foglie, Foglie d'uovo, Orchidea di montagna, Orchidea primaverile, Platantera bifoglia, Platantera comune (italiano). Piemonte: Erba dell'ernia (Carpeneto). Veneto: Castagnola (Verona). Toscana: Bisorchis, Orchide di primavera, Testicolo di cane, Testicolo di volpe; Cipolla da due foglie, Cipolla di serpe, Foglia d'uovo (Val di Chiana). Sicilia: Testiculu di cani.
Forma biologica e di crescita: geofita tuberosa.
Tipo corologico: eurasiatica temperata: a nord fino in Lapponia, a est è presente nel Caucaso, nell’Himalaya e fino alla Siberia centrale, a sud anche in alcune zone del Nordafrica (vedi oltre).
Fenologia: fiore: V-VIII, frutto: VI-IX, diaspora: VII-X.
Limiti altitudinali: dal piano a 2500 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è specie diffusa su tutto il territorio e piuttosto comune in tutto l’arco alpino e nell’Appennino centrosettentrionale.
Habitus: erbacea perenne, tuberosa, con organi sotterranei affusolati e fusti eretti, leggermente striati, alti (8-)15-50(-90) cm.
Foglie: le due foglie basali, oblanceolato spatolate, lunghe fino a 15 cm e larghe fino a 8 cm, sono talmente ravvicinate tra loro da sembrare opposte. Le foglie del fusto (1-4) sono strettamente lanceolato triangolari e gradatamente più piccole verso la sommità dello stelo
Fiore: l’infiorescenza è una spiga cilindrica, lassa e allungata (fino a 27 cm), con 12-25(-45) fiori, profumati soprattutto di notte, biancastri a volte un po’ verdastri, accompagnati da piccole brattee fogliacee, l’inferiore un po’ più corta del fiore. Sepali laterali espansi, da strettamente ovali a un po’ falciformi, lunghi 9-12 mm, larghi 5-6 mm; sepalo dorsale largamente cordiforme, lungo e largo 6,5-10 mm, connivente in casco con i petali strettamente falciformi, lunghi 6,5-10 mm, larghi 2-3 mm; labello strettamente linguiforme, in genere pendulo, lungo 9-18 mm, largo 2,3-4,2 mm, con la sommità giallo verdastra; sperone lungo e sottile, ottuso alla sommità, lungo 20-41 mm, nettamente più lungo dell’ovario, un po’ curvo a S con la metà superiore più verde; logge polliniche ravvicinate alla base (distanza 0,5-1 mm), ciò che ne fa un carattere distintivo assoluto nei confronti della congenere Platantera verdastra (Platanthera chlorantha (Custer) Rchb) in cui le logge polliniche sono piuttosto divergenti alla base (distanza 2-3 mm).
Frutto: Capsula globosa, pedicellata con diverse coste.
Polline: granuli pollinici poliadi, di piccole dimensioni (10-25 mµ), con periimetro indefinibile; esina: psilata, eutectata. L’impollinazione è entomofila.
Il meccanismo di impollinazione di Platanthera bifolia è del tutto simile a quello della congenere Platanthera chlorantha (Custer) Rchb. (Platantera verdastra). Le due specie sono completamente interfertili e il periodo della loro fioritura si sovrappone. Il loro isolamento è dato soltanto da barriere prezigotiche dovute a sottili meccanismi che mostrano un adattamento altamente specializzato ai loro insetti pronubi (alcuni lepidotteri crepuscolari e notturni: Sphingidae, Noctuidae e Geometridae). Malgrado il loro diverso profumo, le due specie attirano, con frequenze diverse, numerosi impollinatori comuni.
Tuttavia, dato lo sperone più corto e i retinacoli ravvicinati, i pollinii di Platanthera bifolia si fissano sulla spirotromba, mentre quelli di Platanthera chlorantha si incollano sugli occhi della farfalla, in modo che i trasferimenti di polline sono fortemente ridotti e si effettuano soltanto dai fiori con sperone corto verso fiori con sperone lungo. Gli ibridi interspecifici sono svantaggiati: il loro profumo attira di meno gli impollinatori, la posizione intermedia dei retinacoli fa in modo che i loro pollinii si attacchino alla base della spirotromba dove dei palpi (che sono appendici articolate con funzioni sensoriali poste presso la bocca di molti artropodi) impediscono il loro buon fissaggio cosicché o non vengono asportati o, quando lo sono, cadono rapidamente.
Gli ibridi, poco impollinati, non servono ad altro che da ricettacoli femminili; pertanto sono rapidamente assorbiti dalle specie genitrici. Tuttavia, nelle regioni dove Platanthera bifolia e Platanthera chlorantha hanno lunghezza di sperone simile, il meccanismo di isolamento è meno efficace, con la conseguenza di vedere apparire popolazioni ibridogene con fiori simili a quelli di Platanthera bifolia, ma con logge polliniche nettamente divergenti.
Numero cromosomico: 2n = 42.
Sottospecie e/o varietà: due sottospecie la cui presenza nel nostro Paese resta da verificare: Platanthera bifolia (L.) L.C. M. Richard var. robusta Seemen (=Platanthera bifolia ssp graciliflora Bisse). Pianta dall’aspetto da gracile a robusto, alta 8-30 cm; con infiorescenza spesso densa; piccoli fiori giallastri; estremità dei sepali arrotondate; labello lungo 6-10(-12) mm; sperone lungo 13-23 mm. Periodo di fioritura 2-3 settimane dopo la specie tipica. Vive in ambienti sia in piena luce che ombreggiati, su substrati acidi, da freschi a intrisi: tappeti erbosi, boschi chiari, torbiere, fino a 600 m di altitudine. Diffusa nella zona atlantica dal Belgio e dalle isole Britanniche a nord della Scandinavia. Molto localizzata e rara.
Platanthera bifolia (L.) L. C. M. Richard var. kuenkelei (H. Baumann) P. Delforge (specie dedicata all’orchidologo contemporaneo tedesco S. Künkele). Pianta alta 45-90 cm; foglie basali lunghe fino a 30 cm; infiorescenza lassiflora allungata con 15-80 fiori gracili; labello lungo 11-13 mm. Vive in luoghi ombrosi, su substrati acidi: querceti a Quercus suber L., fino a 1300 m di altitudine. Specie a diffusione algerina; penetra nell’estremo nordovest della Tunisia ed è stata di recente rinvenuta anche in Sardegna, molto localizzata e rara. Tale var. è stata di recente rivalutata al rango di specie: Platanthera kuenkelei H. Baumann. In seno a quest'ultima, è stata descritta una var. sardoa R. Lorenz, Akhalk., H. Baumann, Cortis, Cogoni & Scrugli, endemica della Sardegna. L'autonomia di queste entità tassonomiche e la loro relazione con P. bifolia merita di essere approfondita.
Habitat ed ecologia: boschi (specie di conifere) e prati magri e umidi.
Variabilità: specie molto variabile. In Europa mediana si possono distinguere due ecotipi: il più frequente è infeudato sui tappeti erbosi e nei boschi chiari su substrati da neutri a basici, da secchi a freschi; è relativamente distinguibile per una sua certa precocità, per la sua robustezza e per i fiori più grandi (labello lungo 10-16 mm, sperone lungo 20-41 mm). Il secondo ecotipo, legato ai luoghi acidi, ha fioritura tardiva di circa 3 settimane rispetto al primo, con fiori nettamente più piccoli; molto frequente a quote basse dal Belgio alla Scandinavia, vegeta sui tappeti erbosi, nei boschi chiari e nelle torbiere acide. La distinzione tra i due ecotipi è stata effettuata raramente tanto che la loro rispettiva diffusione non è ben nota. Inoltre, questa distinzione cozza contro un pasticcio nomenclaturale poiché non è possibile precisare con certezza quale dei due taxon rappresenti la varietà nominale, dato che Linneo non ha indicato il luogo di raccolta dell’olotipo Orchis bifolia. Alcuni autori lo considerano proveniente dai dintorni di Zurigo (Svizzera) e che molto probabilmente esso è il taxon calcicolo con fiori grandi, convenendo che Platanthera bifolia var. robusta (vedi sopra) è il nome per l’ecotipo acidofilo a fiori piccoli. Altri autori pensano che l’olotipo è stato raccolto da un suolo paludoso acido nei dintorni di Stoccolma e che, di conseguenza, Platanthera bifolia var. bifolia sia il nome dell’ecotipo calcicolo.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Nardetalia strictae.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A..
Farmacopea: non sono noti utilizzi medicinali di questa specie.
Bibliografia:
BAUMANN H. Mitteilungsbl. Arbeitskreis Heimische Orchid. Baden-Württemberg 13(1): 120 (1981).
BIONDI E. et al., Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE.
DELFORGE P., Guide des orchidées d’Europe, d’Afrique et du Proche-Orient, 2ème édition, Delachaux et Niestlé S.A., Lausanne (Switzerland) - Paris, 2001.
DELLA BEFFA M. T., Fiori di montagna (Conoscere, riconoscere e osservare tutte le specie di fiori alpini più diffusi), Istituto Geografico De Agostini SpA, Novara, 1998.
HALBRITTER H., Platanthera bifolia. In: BUCHNER R. & WEBER M. (2000 onwards). PalDat - a palynological database: Descriptions, illustrations, identification, and information retrieval.
LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
MAAD J. Phenotypic selection in hawkmoth-pollinated Platanthera bifolia: targets and fitness surfaces. Evolution, 54, 1, 112-123, 2000
MARGIT F. An embryological study of Platanthera bifolia (Orchidaceae). Plant Systematics and Evolution, 174, 3-4, 213-220, 1991,
STPICZYŃSKA M. The structure of nectary of Platanthera bifolia L. Orchidaceae. Acta Societatis Botanicorum Poloniae, 1997
TOLLSTEN L., BERGSTRÖM J. Variation and post-pollination changes in floral odours released by Platanthera bifolia (Orchidaceae). Nordic Journal of Botany, 9, 4, 359-362, 1989
TOLLSTEN L., BERGSTRÖM L. G. Fragrance chemotypes of Platanthera (Orchidaceae) - the result of adaptation to pollinating moths? Nordic Journal of Botany, 13, 6, 607-613, 1993
www.dryades.eu
http://vnr.unipg.it/habitat/index.jsp
www.paldat.org
Sinonimi: Orchis bifolia L., Platanthera solsticialis Bonninghausen, Platanthera solsticialis var. latiflora Drejer, Platanthera bifolia ssp latiflora (Drejer) Løjtnant.
Nomi volgari: Cipolla a due foglie, Foglie d'uovo, Orchidea di montagna, Orchidea primaverile, Platantera bifoglia, Platantera comune (italiano). Piemonte: Erba dell'ernia (Carpeneto). Veneto: Castagnola (Verona). Toscana: Bisorchis, Orchide di primavera, Testicolo di cane, Testicolo di volpe; Cipolla da due foglie, Cipolla di serpe, Foglia d'uovo (Val di Chiana). Sicilia: Testiculu di cani.
Forma biologica e di crescita: geofita tuberosa.
Tipo corologico: eurasiatica temperata: a nord fino in Lapponia, a est è presente nel Caucaso, nell’Himalaya e fino alla Siberia centrale, a sud anche in alcune zone del Nordafrica (vedi oltre).
Fenologia: fiore: V-VIII, frutto: VI-IX, diaspora: VII-X.
Limiti altitudinali: dal piano a 2500 m di altitudine.
Abbondanza relativa e distribuzione geografica in Italia: nel nostro Paese è specie diffusa su tutto il territorio e piuttosto comune in tutto l’arco alpino e nell’Appennino centrosettentrionale.
Habitus: erbacea perenne, tuberosa, con organi sotterranei affusolati e fusti eretti, leggermente striati, alti (8-)15-50(-90) cm.
Foglie: le due foglie basali, oblanceolato spatolate, lunghe fino a 15 cm e larghe fino a 8 cm, sono talmente ravvicinate tra loro da sembrare opposte. Le foglie del fusto (1-4) sono strettamente lanceolato triangolari e gradatamente più piccole verso la sommità dello stelo
Fiore: l’infiorescenza è una spiga cilindrica, lassa e allungata (fino a 27 cm), con 12-25(-45) fiori, profumati soprattutto di notte, biancastri a volte un po’ verdastri, accompagnati da piccole brattee fogliacee, l’inferiore un po’ più corta del fiore. Sepali laterali espansi, da strettamente ovali a un po’ falciformi, lunghi 9-12 mm, larghi 5-6 mm; sepalo dorsale largamente cordiforme, lungo e largo 6,5-10 mm, connivente in casco con i petali strettamente falciformi, lunghi 6,5-10 mm, larghi 2-3 mm; labello strettamente linguiforme, in genere pendulo, lungo 9-18 mm, largo 2,3-4,2 mm, con la sommità giallo verdastra; sperone lungo e sottile, ottuso alla sommità, lungo 20-41 mm, nettamente più lungo dell’ovario, un po’ curvo a S con la metà superiore più verde; logge polliniche ravvicinate alla base (distanza 0,5-1 mm), ciò che ne fa un carattere distintivo assoluto nei confronti della congenere Platantera verdastra (Platanthera chlorantha (Custer) Rchb) in cui le logge polliniche sono piuttosto divergenti alla base (distanza 2-3 mm).
Frutto: Capsula globosa, pedicellata con diverse coste.
Polline: granuli pollinici poliadi, di piccole dimensioni (10-25 mµ), con periimetro indefinibile; esina: psilata, eutectata. L’impollinazione è entomofila.
Il meccanismo di impollinazione di Platanthera bifolia è del tutto simile a quello della congenere Platanthera chlorantha (Custer) Rchb. (Platantera verdastra). Le due specie sono completamente interfertili e il periodo della loro fioritura si sovrappone. Il loro isolamento è dato soltanto da barriere prezigotiche dovute a sottili meccanismi che mostrano un adattamento altamente specializzato ai loro insetti pronubi (alcuni lepidotteri crepuscolari e notturni: Sphingidae, Noctuidae e Geometridae). Malgrado il loro diverso profumo, le due specie attirano, con frequenze diverse, numerosi impollinatori comuni.
Tuttavia, dato lo sperone più corto e i retinacoli ravvicinati, i pollinii di Platanthera bifolia si fissano sulla spirotromba, mentre quelli di Platanthera chlorantha si incollano sugli occhi della farfalla, in modo che i trasferimenti di polline sono fortemente ridotti e si effettuano soltanto dai fiori con sperone corto verso fiori con sperone lungo. Gli ibridi interspecifici sono svantaggiati: il loro profumo attira di meno gli impollinatori, la posizione intermedia dei retinacoli fa in modo che i loro pollinii si attacchino alla base della spirotromba dove dei palpi (che sono appendici articolate con funzioni sensoriali poste presso la bocca di molti artropodi) impediscono il loro buon fissaggio cosicché o non vengono asportati o, quando lo sono, cadono rapidamente.
Gli ibridi, poco impollinati, non servono ad altro che da ricettacoli femminili; pertanto sono rapidamente assorbiti dalle specie genitrici. Tuttavia, nelle regioni dove Platanthera bifolia e Platanthera chlorantha hanno lunghezza di sperone simile, il meccanismo di isolamento è meno efficace, con la conseguenza di vedere apparire popolazioni ibridogene con fiori simili a quelli di Platanthera bifolia, ma con logge polliniche nettamente divergenti.
Numero cromosomico: 2n = 42.
Sottospecie e/o varietà: due sottospecie la cui presenza nel nostro Paese resta da verificare: Platanthera bifolia (L.) L.C. M. Richard var. robusta Seemen (=Platanthera bifolia ssp graciliflora Bisse). Pianta dall’aspetto da gracile a robusto, alta 8-30 cm; con infiorescenza spesso densa; piccoli fiori giallastri; estremità dei sepali arrotondate; labello lungo 6-10(-12) mm; sperone lungo 13-23 mm. Periodo di fioritura 2-3 settimane dopo la specie tipica. Vive in ambienti sia in piena luce che ombreggiati, su substrati acidi, da freschi a intrisi: tappeti erbosi, boschi chiari, torbiere, fino a 600 m di altitudine. Diffusa nella zona atlantica dal Belgio e dalle isole Britanniche a nord della Scandinavia. Molto localizzata e rara.
Platanthera bifolia (L.) L. C. M. Richard var. kuenkelei (H. Baumann) P. Delforge (specie dedicata all’orchidologo contemporaneo tedesco S. Künkele). Pianta alta 45-90 cm; foglie basali lunghe fino a 30 cm; infiorescenza lassiflora allungata con 15-80 fiori gracili; labello lungo 11-13 mm. Vive in luoghi ombrosi, su substrati acidi: querceti a Quercus suber L., fino a 1300 m di altitudine. Specie a diffusione algerina; penetra nell’estremo nordovest della Tunisia ed è stata di recente rinvenuta anche in Sardegna, molto localizzata e rara. Tale var. è stata di recente rivalutata al rango di specie: Platanthera kuenkelei H. Baumann. In seno a quest'ultima, è stata descritta una var. sardoa R. Lorenz, Akhalk., H. Baumann, Cortis, Cogoni & Scrugli, endemica della Sardegna. L'autonomia di queste entità tassonomiche e la loro relazione con P. bifolia merita di essere approfondita.
Habitat ed ecologia: boschi (specie di conifere) e prati magri e umidi.
Variabilità: specie molto variabile. In Europa mediana si possono distinguere due ecotipi: il più frequente è infeudato sui tappeti erbosi e nei boschi chiari su substrati da neutri a basici, da secchi a freschi; è relativamente distinguibile per una sua certa precocità, per la sua robustezza e per i fiori più grandi (labello lungo 10-16 mm, sperone lungo 20-41 mm). Il secondo ecotipo, legato ai luoghi acidi, ha fioritura tardiva di circa 3 settimane rispetto al primo, con fiori nettamente più piccoli; molto frequente a quote basse dal Belgio alla Scandinavia, vegeta sui tappeti erbosi, nei boschi chiari e nelle torbiere acide. La distinzione tra i due ecotipi è stata effettuata raramente tanto che la loro rispettiva diffusione non è ben nota. Inoltre, questa distinzione cozza contro un pasticcio nomenclaturale poiché non è possibile precisare con certezza quale dei due taxon rappresenti la varietà nominale, dato che Linneo non ha indicato il luogo di raccolta dell’olotipo Orchis bifolia. Alcuni autori lo considerano proveniente dai dintorni di Zurigo (Svizzera) e che molto probabilmente esso è il taxon calcicolo con fiori grandi, convenendo che Platanthera bifolia var. robusta (vedi sopra) è il nome per l’ecotipo acidofilo a fiori piccoli. Altri autori pensano che l’olotipo è stato raccolto da un suolo paludoso acido nei dintorni di Stoccolma e che, di conseguenza, Platanthera bifolia var. bifolia sia il nome dell’ecotipo calcicolo.
Syntaxon (syntaxa) di riferimento: Nardetalia strictae.
Life-strategy (sensu Grime & Co.): Stress tolleranti (S).
IUCN: N.A..
Farmacopea: non sono noti utilizzi medicinali di questa specie.
Bibliografia:
BAUMANN H. Mitteilungsbl. Arbeitskreis Heimische Orchid. Baden-Württemberg 13(1): 120 (1981).
BIONDI E. et al., Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE.
DELFORGE P., Guide des orchidées d’Europe, d’Afrique et du Proche-Orient, 2ème édition, Delachaux et Niestlé S.A., Lausanne (Switzerland) - Paris, 2001.
DELLA BEFFA M. T., Fiori di montagna (Conoscere, riconoscere e osservare tutte le specie di fiori alpini più diffusi), Istituto Geografico De Agostini SpA, Novara, 1998.
HALBRITTER H., Platanthera bifolia. In: BUCHNER R. & WEBER M. (2000 onwards). PalDat - a palynological database: Descriptions, illustrations, identification, and information retrieval.
LAUBER K., WAGNER G., Flora Helvetica (Flore illustrée de Suisse), 2ème édition, Editions Paul Haupt, 2001.
MAAD J. Phenotypic selection in hawkmoth-pollinated Platanthera bifolia: targets and fitness surfaces. Evolution, 54, 1, 112-123, 2000
MARGIT F. An embryological study of Platanthera bifolia (Orchidaceae). Plant Systematics and Evolution, 174, 3-4, 213-220, 1991,
STPICZYŃSKA M. The structure of nectary of Platanthera bifolia L. Orchidaceae. Acta Societatis Botanicorum Poloniae, 1997
TOLLSTEN L., BERGSTRÖM J. Variation and post-pollination changes in floral odours released by Platanthera bifolia (Orchidaceae). Nordic Journal of Botany, 9, 4, 359-362, 1989
TOLLSTEN L., BERGSTRÖM L. G. Fragrance chemotypes of Platanthera (Orchidaceae) - the result of adaptation to pollinating moths? Nordic Journal of Botany, 13, 6, 607-613, 1993
www.dryades.eu
http://vnr.unipg.it/habitat/index.jsp
www.paldat.org